Il ritratto del Duca è un film del regista di origine sudafricana ma inglese d’adozione Roger Michell (Notthing Hill, The Mother, Rachel). È disponibile in streaming a noleggio su Apple TV+.
Si tratta di una commedia brillante (ma non troppo) presentata fuori concorso alla 77ª Mostra Internazionale del Cinema di Venezia e ispirata a fatti realmente accaduti nel Regno Unito circa sessant’anni fa.
Il ritratto del Duca: la trama
Kempton Bunton (Jim Broadbent) è un tassista di circa sessant’anni che vive nella Newcastle del 1961 insieme alla moglie Dorothy (Helen Mirren) e ai figli Jackie (Fionn Whitehead) e Kenny (Jack Bandeira). La sua esistenza trascorre fra peripezie lavorative e il grande scopo della sua vita: quello di battersi contro il governo della Corona a favore dell’abolizione del canone Tv per i pensionati.
Dopo aver visto un servizio al telegiornale in cui viene data notizia dell’acquisto da parte della National Gallery di Londra del famoso ritratto del Duca di Wellington di Francisco Goya per la cifra di 140 mila sterline, il nostro amabile Robin Hood di Newcastle, come lui stesso ama definirsi, si convince che l’unico modo per poter finanziare la campagna, di cui si è fatto paladino, è quello di rubare il quadro e chiedere un riscatto.
Così, con l’aiuto del figlio Jackie, si intrufola nottetempo nel museo, per altro ben poco protetto, rubando l’opera d’arte che terrà nascosta nel doppiofondo di un armadio di casa sua.
Deciderà in seguito di restituire alla polizia la tela, consapevole che sarà arrestato e che andrà, così, sotto processo. Durante le udienze in tribunale continuerà a dichiararsi “non colpevole”, cercando di convincere i giudici di aver agito non per arricchimento personale, bensì per finanziare la sua nobile causa.
Una piacevole commedia che mescola toni brillanti tipici del genere a tematiche di critica sociale
Ben intrepretato da tutti gli attori, soprattutto da Jim Broadbent e Helen Mirren, che gli fa da controparte funzionalmente complementare, Il ritratto del Duca è una commedia dai toni brillanti ma con una sottotraccia di denuncia che riporta alla mente, per certi versi, il cinema sociale inglese degli anni Novanta, quello delle commedie alla Full Monty, giusto per intenderci. Anche se di quel cinema, senza andare a scomodare il ben più impegnato e drammatico Ken Loach, al film di Michell manca la capacità o il coraggio di approfondirne i temi.
Non mancano, inoltre, momenti dolorosi legati all’elaborazione di un lutto (per la morte di una figlia appena diciottenne, che viene affrontato da Kempton e da Dorothy in maniera completamente opposta).
Il ritratto del Duca è un film fatto di personaggi. Supportato, soprattutto, dall’ottima prova dei due protagonisti principali. La sceneggiatura di Richard Bean e Clive Coleman, inoltre, sorregge il film senza particolari problemi dall’inizio alla fine, alternando battute scoppiettanti a momenti in cui è d’obbligo fermarsi e riflettere sui temi proposti, come il dolore derivante dalla morte di un figlio o la discriminazione nei confronti dei soggetti più deboli della società, quali, per l’appunto, gli anziani.
L’ultima fatica di Michell, che ci ha lasciato nel settembre del 2021, si dimostra quindi come una piacevole commedia che riporta alla luce un episodio di tanti anni fa che fece scalpore, tanto da meritarsi una citazione in Agente 007 – Licenza di uccidere, il primo con James Bond, in cui il quadro fa bella mostra di sé nel covo di un membro della Spectre. Scena per altro inserita nel finale del Ritratto del Duca.
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