L’ultimo dramma diretto da François Ozon, Peter von Kant, apre il Festival internazionale del cinema di Berlino. In un’edizione in cui tutto si muove in modo misurato e strettamente controllato per le restrizioni da Covid19, il regista francese ha presentato il suo film nella tarda mattinata di oggi, in una conferenza stampa molto partecipata.
Presenti anche alcuni degli interpreti della pellicola. Il film è stato poi presentato in serata al pubblico nell’enorme Berlinale Palast. La capienza della sala, come per tutte le proiezioni, è stata ridotta soddisfacendo tuttavia il desiderio degli organizzatori che a tutti i costi hanno voluto che questa edizione si svolgesse in presenza.
Annullati tutti gli altri eventi collaterali o festeggiamenti legati alla presentazione di questo come di tutti i film in programma.
La sceneggiatura di Peter von Kantscritta da Ozon è l’adattamento dell’originale Le lacrime amare di Petra von Kant, film cult di Rainer Werner Fassbinder. Il film è prodotto dallo stesso Ozon attraverso la sua FOZ e da Playtime che ne è anche il distributore mondiale. Tra gli interpreti: Denis Ménochet, Isabelle Adjani, Khalil Gharbia, Hanna Schygulla, Stéfan Crépon.
Peter von Kant – La conferenza stampa
Peter von Kant – La storia
Peter von Kant è un regista di successo che vive da solo col suo assistente e fedele servitore Karl, sul quale esercita un dominio fatto di continui abusi e umiliazioni. La famosa attrice Sidonie, sua amica e musa ispiratrice, gli fa conoscere il bellissimo Amir, un giovane di umili origini e senza prospettive. Peter se ne innamora all’istante e propone al giovane di trasferirsi da lui prospettandogli un futuro di successo nel cinema. Inizia così una relazione che diventa ben presto fonte d’immensa sofferenza per. Peter, i cui sentimenti vengono maltrattati dal giovane nel frattempo rivelatosi un approfittatore cinico e superficiale. Raggiunta la fama, Amir abbandona Peter in una disperazione che raggiungerà il suo culmine nel giorno del suo compleanno.
Peter von Kant adattamento di un dramma teatrale
Per l’originale Le lacrime amare di Petra von Kant del 1972, Fassbinder aveva adattato un suo stesso dramma teatrale, attuando una serie di modifiche e di rinunce.
Con Peter von Kant, Ozon recupera elementi sia del film che della pièce, declinando al maschile la vicenda di Petra e della bellissima Karin di cui s’innamora. Qui il personaggio di Karin, che fu interpretato da Hanna Schygulla, si chiama Amir (Khalil Gharbia) e viene presentato a Peter dalla splendida amica. Sidonie (Isabelle Adjani). Amir suscita in Peter, in un’interpretazione da brivido di Denis Ménochet, le stesse inquietudini concupiscenti che furono di. Petra e che stanno alla base di un’identica relazione distorta, in cui i ruoli di vittima e carnefice si attorcigliano e si riflettono specularmente usando come perno la passivissima figura del servitore. Karl (Stéfan Crépon).
Ad arricchire notevolmente un’opera, che nei primi minuti di film potrebbe essere erroneamente scambiata per esempio manieristico di cinema d’idolatria, Ozon gioca (e lo fa con una scommessa vincente) sulle identità dei personaggi stessi di Fassbinder. Trasforma Peter nello stesso Rainer Werner Fassbinder e fa entrare in scena, verso la fine del film, proprio Hanna Schygulla nei panni della madre di. Peter (e quindi di Fassbinder stesso) in un cortocircuito metalinguistico che permette, vogliamo immaginare, la riconciliazione con una madre, con cui, per sua stessa ammissione, il regista tedesco aveva un rapporto speciale e complicatissimo.
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