“La peggior settimana della mia vita” va considerato come un prodotto simpatico e divertente che, a passo con i tempi, strizza l’occhio alle quotidiane peripezie di un italiano medio.
Dopo averlo conosciuto sul set di Happy Family,lo sceneggiatore Alessandro Genovesi ha scelto Fabio De Luigi come protagonista della sua opera prima, La peggior settimana della mia vita. Regista in erba, ha deciso di sedersi in cabina di regia per raccontare una divertente storia interamente incentrata sulle vicissitudini di un uomo qualunque durante la settimana precedente al matrimonio.
Paolo è un impiegato modello, un amico affidabile, un uomo innamorato. Margherita è una veterinaria, una ragazza dolce, una figlia affettuosa. Ad una settimana dalle loro nozze, Paolo e Margherita si recano in visita dai suoceri per accertarsi che i preparativi siano quasi pronti. I genitori della donna, però, sono dei borghesi eccentrici e bizzarri che non vedono di buon grado la “qualunquaggine” del futuro genero. Più Paolo cerca di fare bella figura, più i suoi tentativi si rivelano goffi e fallaci. La difficoltà di essere accettato dall’ “altra” famiglia si amplia ulteriormente con l’arrivo del padre sessantenne fidanzatosi da cinque giorni con una giovane cantante alla soglia dei trent’anni, e dall’ossessiva presenza dell’ex fiamma di Paolo.
Il format della pellicola si ispira palesemente alla fortunata saga americana di Ti presento i mieiche vede il mattatore Ben Stiller alle prese con un padre hippy (Dustin Hoffman) e un genero minaccioso e presuntuoso (Robert De Niro). Che Fabio Volo non abbia il fascino di Stiller, è piuttosto evidente, eppure l’attore italiano non è privo della giusta dose di “impacciataggine” necessaria per interpretare il ruolo. Le sue gaffe, inoltre, sono perennemente amplificate dall’amico e testimone di nozze, Alessandro Siani, che, memore del successo di Benvenuti al Sud, sa come conquistare le risate del pubblico in sala. A completare il triangolo arriva l’elemento femminile, una Cristiana Capotondi imborghesita e, visibilmente, maturata. Andrea Mingardi e Antonio Catania, abbandonate le acute differenze dei modelli originali, sono divertenti e, a piccole dosi, spiritosi. Nota di merito, infine, per Monica Guerritore che, tolto il costume da melodramma, si cala perfettamente nella parte di un personaggio comico, sfortunato, e, senza ombra di dubbio, riuscito. Alessandro Genovesi, regista esordiente, preferisce entrare in relazione con gli interpreti attraverso movimenti di zoom e cambi (ripetuti) di obiettivi, piuttosto che utilizzare la macchina da presa per avvicinarsi o allontanarsi dagli oggetti in scena. Ne ha di strada da fare, insomma, per riuscire ad abbandonare lo standard tipico delle fiction televisive e adattarsi a quello maggiormente consono al mondo del cinema. Sebbene, dunque, La peggior settimana della mia vitanon brilli per originalità, va considerato come un prodotto simpatico e divertente che, a passo con i tempi, strizza l’occhio alle quotidiane peripezie di un italiano medio.
Martina Calcabrini
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