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Prime Video Film

‘My Son’ di Carion su Prime Video

Un padre torna dove ha vissuto un tempo per cercare il figlio scomparso e si troverà costretto a guardarsi dentro per trovare prima di tutto se stesso

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L’ultimo lavoro (prima di Une belle course, non ancora uscito) diretto da Christian Carion, è My Son, con James McAvoy, Claire Foy, Jamie Michie, Robert Jack e Owen Whitelaw. Il film è scritto dal regista insieme a Laure Irrmann e attualmente disponibile su Amazon Prime Video.

È il remake della versione francese dello stesso regista, Mon Garçon, del 2017. Nel caso di My Son, l’ambientazione e la lingua originale sono inglesi.

Il film tratta del viaggio nel passato di un uomo incapace di costruire il proprio mondo.

LEGGI LA NOSTRA INTERVISTA AL REGISTA.

My Son: la trama

Il film racconta il dramma di un padre, separato da tempo, di fronte alla scomparsa del figlio di sette anni, durante una gita con i suoi amici. Tornato nel posto dove ha vissuto con la ex moglie, per cercalo, incontra di nuovo lei e il suo nuovo compagno. Si troverà a fare i conti con le difficoltà della polizia e la determinazione nel voler a tutti i costi riportare alla vita il piccolo Ethan.

Questa sintesi della storia alla base di My Son parla di un dramma, ma il film si pone al confine tra il drammatico e il thriller: c’è la vicenda della scomparsa, con il ragazzo da trovare, ma c’è anche il mondo interiore di un padre la cui vita non ha mai avuto una completezza e in questa vicenda finirà definitivamente a pezzi. Tutto da ricostruire per lui. Cosa è disposto a fare per salvare suo figlio e dimostrare, anche a se stesso, di saper prendere finalmente in mano la sua vita?

Il protagonista di My Son è un uomo del tutto incapace di tessere relazioni con il prossimo. La sua precedente storia d’amore è finita con una separazione, mai accettata dal ragazzino. Il suo lavoro lo costringe a viaggiare in posti non sempre sicuri; il rapporto con il nuovo compagno della ex moglie non è idilliaco – certo ci sono le circostanze particolari della scomparsa, ma nemmeno per questo scopo riesce a costruire un rapporto finalizzato alla collaborazione nelle ricerche.

È anche un uomo che si mostra sempre sicuro di sé, mai indeciso, nemmeno quando si trova di fronte i poliziotti che lo interrogano. Apparentemente lucido e sempre con le situazioni sotto controllo. Metodico: per non sbagliare imposta sempre il navigatore, quando è alla guida. Un personaggio complesso portato nella condizione di totale isolamento quando la sua compagna lo invita a non contattarla, mentre è via per seguire le ricerche; il poliziotto incaricato del caso viene sollevato; il suo telefono è intercettato e non può più usarlo. Può contare solo su se stesso e tentare una collaborazione con l’ex moglie e il suo compagno.

Tutto questo diventa, in My Son, occasione per il protagonista di vedere se stesso con una certa distanza, di ripercorrere, come un viaggio, il suo passato. E rendersi conto dell’incredibile separazione dal figlio. Ora che lui è scomparso, costretto a tornare nei luoghi dove vive, non riesce ad avvicinarsi perché gli è stato sottratto.

Il remake

Come si diceva, My Son è un remake. Christian Carion, infatti, ha girato nel 2017 un’altra versione dello stesso film, ambientato in Francia e in lingua francese. Il confronto tra le due versioni permette di analizzare l’evoluzione del regista e gli ingredienti del film, sebbene i due film siano vicini e consecutivi.

Comune a entrambi è l’uso del paesaggio, quasi da cartolina. Nel film francese questo aspetto è più accentuato, in My Son invece il paesaggio è più vivo, presentandosi capace di occultare edifici e chi li frequenta e dunque di mettere in difficoltà tutte le persone coinvolte nelle ricerche del ragazzo scomparso. Ma resta una certa esibizione di stile del regista. Nel film francese, inoltre, gli ambienti sono molto più affollati ed è meno credibile che si possa consumare un delitto così grave in un contesto così fittamente abitato.

La versione francese risulta anche molto didascalica, piena di flashback presentati attraverso immagini riprese con una videocamera amatoriale, ma molto spesso per nulla giusti nella loro collocazione e tali da far percepire tutto come grandi didascalie all’azione. In questa nuova versione i video amatoriali vengono usati più efficacemente come motori della storia. E qui il personaggio si pone ancora di fronte a se stesso: è abituato a vedere suo figlio tramite Skype e ora che è nel posto dove il figlio vive, il ragazzo è sparito e lui è ancora costretto a vederlo tramite un’immagine digitale.

In entrambe le versioni di My Son c’è un frequente uso del voiceover. Spesso le voci sono collocate in spazi e tempi diversi da quelli mostrati, generando una narrazione ellittica e guidata dalla voce del personaggio.

Un altro aspetto che pone qualche problema, in una analisi comparata dei due film, è il fatto di lasciare ai poliziotti, francesi nel primo caso e inglesi nel secondo, le stesse identiche battute. Questo rompe completamente l’immedesimazione nella visione consecutiva delle due narrazioni, come effettivamente consecutive sono nella successione produttiva. L’ambiente non risulta credibile, vedendo gli stessi modi di fare dei poliziotti in due sistemi giuridici differenti.

Conclusioni

La versione inglese di My Son, quella disponibile su Prime Video, è molto più godibile e capace di tenere avvinto lo spettatore. Il film resta comunque poco complesso per intreccio e regia; ma la migliore recitazione e la sistemazione di alcuni elementi, non precisi nella precedente versione, lo rendono più interessante e coinvolgente.

Un padre che fronteggia le proprie incapacità lascia spazio a un’amara riflessione sulla vita di tutti noi e sui rapporti che coltiviamo con le persone che più ci stanno vicine.

QUI IL TRAILER DI MY SON

My Son

  • Anno: 2021
  • Durata: 95'
  • Genere: Drammatico/Thriller
  • Regia: Christian Carion

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