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Monica Vitti filmografia di una grande attrice
Una donna unica, un’attrice indimenticabile. Monica Vitti è stata una grande professionista a teatro, al cinema e in televisione.
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3 anni fail
Scritto da
Luca Bove
Monica Vitti, all’anagrafe Maria Luisa Ceciarelli, si è spenta all’età di novant’anni, dopo una lunga malattia.
Nella sua carriera, ha lavorato per i più importanti registi, da Michelangelo Antonioni a Luis Bunuel e al fianco di grandi attori: Alberto Sordi, Nino Manfredi, Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman. Ha ottenuto innumerevoli riconoscimenti, tra cui cinque David di Donatello, tre Nastri d’argento, dodici Globi d’oro, un Ciak d’oro e un Leone d’oro alla carriera, un Orso d’Argento e una candidatura al premio BAFTA.
Una donna unica, un’attrice indimenticabile. Monica Vitti è stata una grande professionista a teatro, al cinema e in televisione, capace di far vivere ogni personaggio con il proprio bagaglio emozionale. La sua recitazione ha vibrato come una corda di volino, sfruttando le fragilità e le sofferenze della vita e costruendo una realtà alternativa sulla scena.
“Vivere mi serve a recitare e recitare mi serve a vivere”.
Addio a Monica Vitti. I suoi 90 anni tra cinema, televisione e molto altro
Il ricordo di Walter Veltroni
È stato Walter Veltroni, con un messaggio lanciato sui social, ad annunciare la morte dell’attrice: Roberto Russo, il suo compagno di questi anni mi chiede di comunicare che Monica Vitti non c’è più. Lo faccio con dolore, affetto e rimpianto.
L’ex sindaco di Roma ricorda l’attrice sulle colonne de Il Corriere della Sera con un significativo articolo, nel quale sottolinea la bellezza di Monica Vitti, una donna profonda, divertente, solare e sorprendente.
“È stata capace di essere mille maschere diverse restando sempre sé stessa”.
Walter Veltroni si sofferma sulla versatilità dell’attrice. Monica Vitti, infatti, è stata la protagonista indiscussa delle opere di Michelangelo Antonioni, cariche di silenzio e inquietudini. Ma successivamente è diventata una meravigliosa e travolgente attrice comica, con Mario Monicelli, Ettore Scola, Alberto Sordi e Dino Risi.
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Il suo esordio cinematografico
Il suo esordio al cinema avviene nel 1955, con Adriana Lecouvreur di Guido Salvini. Il vero successo, però, arriva nel 1960, quando interpreta il personaggio di Claudia ne L’avventura di Michelangelo Antonioni.
Ma la carriera cinematografica non era nei suoi programmi. Diplomatasi all’Accademia d’arte drammatica, nel 1954, aveva deciso di dedicarsi al teatro.
“È unica l’emozione che provo calcando le tavole del palcoscenico”.
Il cinema italiano era distante da Monica Vitti. Focalizzato sulla figura del regista, riduceva il ruolo dell’attore a mero strumento di lavoro, un essere non pensante.
Erano anni in cui la scuola del Neorealismo aveva ancora una forte influenza e si preferiva prendere le persone per la strada per poi doppiarle da attori professionisti. E fu attraverso il doppiaggio che Monica Vitti entrò in contatto con i più grandi registi dell’epoca.
Il doppiaggio
Rifiutata da molti, per la sua voce rauca, successivamente sfruttata al meglio dalla sua interpretazione, solo i più grandi cineasti seppero riconoscere il suo talento.
La prima esperienza con il doppiaggio, la ebbe ne Il grido di Michelangelo Antonioni (1957). In questo film, l’attrice prestò la voce a Dorian Gray, che interpretava il ruolo di Virginia. Dopo poco, fu scelta da Federico Fellini ne Le Notti di Cabiria; da Mario Monicelli ne I soliti ignoti e da Pier Paolo Pasolini ne L’accattone.
“I miei handicap mi hanno sempre aiutata, la voce, per esempio che disastro! In accademia esisteva solo la voce di Vittorio Gassman, la mia che prospettiva poteva avere? Se non quella della verità e sincerità”.
Durante il doppiaggio de Il grido, Michelangelo Antonioni commentò il lavoro dell’attrice con una frase singolare, ma che esprimeva al meglio la sua ammirazione: “Ha una bella nuca, potrebbe fare del cinema”.
“Grazie Monica” Il saluto dei Giornalisti Cinematografici Italiani
Il sodalizio con Michelangelo Antonioni
Da lì ebbe inizio il loro sodalizio artistico e sentimentale. Monica Vitti e Michelangelo Antonioni realizzarono insieme cinque film: L’avventura (1961), La notte (1961), L’eclisse (1962), Deserto rosso (1964) e Il mistero di Oberwald (1980, il film è disponibile su Rai Play).
I primi tre titoli formano la celebre trilogia del regista, in seguito denominata in vari modi: la trilogia dei sentimenti, oppure dell’incomunicabilità. Le opere furono scritte da Michelangelo Antonioni appositamente per Monica Vitti, con la quale condivideva momenti pubblici e privati.
“I film fatti con Michelangelo fanno parte di me, sono nati con me e per questo dove altri trovano la complessità io vedo solo la semplicità”.
Michelangelo Antonioni per Monica Vitti era un genio ingenuo e la sua complessità era solo apparente. Le sue storie apparivano difficili, perché percorrevano strade tortuose, ma contemporaneamente delicate. Le vicende raccontate erano universali, senza tempo e per certi versi profetiche.
Setti vistini
Monica Vitti nasce a Roma il 3 novembre 1931. Da bambina ha vissuto a Messina a causa del lavoro del padre, un ispettore del commercio estero. In quel periodo fu soprannominata dai familiari setti vistini, perché indossava i vestiti l’uno sopra l’altro. Sette sottane diventò, poi, il titolo del suo primo libro, pubblicato nel 1993, seguito da Il letto è una rosa.
Scoprì il suo amore per il teatro durante la guerra.
“Giocavo con i burattini, divertendo i miei fratellini, distraendoli da un momento così buio”.
A soli quattordici anni debuttò in scena con La Nemica di Dario Nicodemi, interpretando una donna di quarantacinque anni che aveva perso un figlio in guerra.
Dopo il diploma all’Accademia d’arte drammatica, allora diretta dal suo fondatore Silvio D’Amico, intraprese l’attività teatrale mostrando la sua versatilità, passando con disinvoltura da Shakespeare a Moliere.
Il teatro e il cinema
Particolarmente significativa la sua esperienza con Sergio Tofano negli allestimenti delle commedie sul personaggio Bonaventura.
Nel 1956, debutta come Ofelia in Amleto con la regia di Riccardo Bacchelli al Teatro Olimpico di Vicenza e in Bella di Cesare Meano al Teatro dei Convegno di Milano, con Enzo Ferrieri.
Il successo cinematografico arriva quando diventa la musa di Michelangelo Antonioni, per poi passare alla commedia con Mario Monicelli, che la sceglie per La ragazza con la pistola (1968), su proposta del produttore Fausto Saraceni. Il film ha un grande successo e ridefinisce in chiave comica la carriera dell’attrice.
Ma la svolta comica di Monica Vitti è già iniziata qualche anno prima. Nel 1966, infatti, interpreta la pellicola di produzione britannica Modesty Blaise – La bellissima che uccide, diretta da Joseph Losey.
“Joseph Losey era un uomo molto colto, sensibile intelligente e mostruosamente triste. Non era la persona adatta per realizzare un film come Modesty Blase, concepito come un fumetto, con una grossa dose di leggerezza”.
Queste parole di Monica Vitti sottolineano un rapporto non tanto fortunato con il regista inglese.
Nel maggio 1968, l’attrice viene nominata presidente della giuria al XXI Festival di Cannes, ma le contestazioni del maggio francese travolgono la rassegna e Monica Vitti si dimette.
L’incontro con Eduardo
Nel 1970, tornata in Italia, interpreta il personaggio di Adelaide in Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca) di Ettore Scola, con Marcello Mastroianni e Giancarlo Gianni.
La filmografia di Monica Vitti non comprende pellicole solo italiane. Il suo talento infatti non passa inosservato all’estero. Oltre all’esperienza britannica con Joseph Losey, nel 1971, partecipa a La pacifista di Miklòs Jancsò. Il film è molto amato dall’attrice, nonostante le pesanti stroncature da parte della critica. E poi, Il fantasma della libertà di Luis Bunuel, e Ragione di stato di André Cayatte.
Dopo essere stata la protagonista femminile in tantissimi film della commedia italiana, accanto ad attori come Alberto Sordi e Ugo Tognazzi, nel 1974, partecipa ad alcuni varietà televisivi, come Milleluci di Raffaella Carrà. In televisione l’attrice, poi, interpreta l’atto unico Il cilindro di Eduardo De Filippo.
“Ho un rammarico: aver conosciuto troppo tardi un genio come Eduardo”.
Monica Vitti nella sua lunga carriera alterna il lavoro cinematografico con quello teatrale. Nel 1980, infatti, partecipa al film Flirt, diretto da un talentuoso operatore, Roberto Russo, che per la prima volta si cimenta come regista. Il film, nel quale Monica Vitti partecipa anche alla scrittura, regala all’attrice il trionfo al Festival di Berlino.
Ma continua, con costanza, a calcare il palcoscenico: La stana coppia (1987) e Prima pagina (1988).
Con il nuovo Millennio coincidono le sue ultime apparizioni pubbliche. A fine 2000 partecipa, insieme a molti personaggi dello spettacolo al Giubileo. Nell’aprile del 2001, viene ricevuta al Quirinale, assieme ai premiati del David di Donatello e nello stesso anno, partecipa alla convention de L’ulivo con il marito Roberto Russo.
L’avventura
L’avventura è il primo film interpretato da Monica Vitti, diretto da Michelangelo Antonioni. Presentato alla 13° edizione del Festival di Cannes, ottiene il premio della giuria.
In occasione di una gita in barca, Anna, una giovane donna in crisi, scompare nel nulla. Il suo compagno, Sandro e una sua amica, Claudia, si mettono alla sua ricerca. Con il passare dei giorni la preoccupazione tende a svanire e prende il sopravvento la reciproca attrazione. Quando i due si riuniscono a Taormina, la loro avventura sembra avere termine per trasformarsi in una relazione riconosciuta agli occhi degli altri. Ma già la prima notte, Sandro si concede una distrazione con l’aspirante scrittrice Gloria. Claudia, innamorata, è però pronta a perdonarlo e ad accettare una relazione tormentata.
L’avventura è un’opera dolorosa. Rappresental dolore dei sentimenti che finiscono, dei quali si percepisce la fine già all’inizio, determinata dal tempo, che rende i legami fragili.
Il film è oggi considerato un vero capolavoro, ma all’epoca furono in molti a non comprendere la sua bellezza estetica e narrativa. Ebbe, inoltre, non pochi problemi di produzione, come ricorda Paolo Nizza: “Mesi di interruzione, ritiro del produttore americano e scioperi della troupe”.
Dopo che i nuovi produttori ebbero visionato il girato, volevano sostituire Monica Vitti; una costumista si espresse in questo modo:
“Ha un gran naso, è piena di lentiggini, hai capelli tagliati come una pazza”.
Per fortuna, Michelangelo Antonioni la pensava diversamente.
Il Cast: Monica Vitti, Lea Massari, Gabriele Ferzetti, Lelio Luttazzi, Renzo Ricci.
La notte
La notte è secondo film interpretato da Monica Vitti, diretto da Michelangelo Antonioni. Vincitrice dell’Orso d’Oro al festival di Berlino, ha come tema portante la solitudine dell’uomo nella società moderna e ,come il precedente L’avventura, non riscuote grande successo, ma suscita un intenso dibattito nel mondo culturale.
Il film è il resoconto di una giornata vissuta da una coppia: Giovanni, scrittore di successo e sua moglie Lidia. I due si recano in una clinica, dove si trova in grave condizione Tommaso, un loro caro amico. La giornata di Giovanni e Lidia continua con la presentazione del nuovo libro di lui. Lidia, annoiata, si allontana e vagabonda senza meta in una Milano industrializzata. In serata si recano a una festa in una grande villa di un industriale, che vuole assumere Giovanni nella sua azienda. Lidia si isola, per poi accettare le avance di uno sconosciuto. Giovanni, invece, rimane affascinato da Valentina, la giovane figlia dell’industriale.
In questo film, Monica Vitti non ha il ruolo da protagonista, il suo personaggio, però, assume un’importanza notevole nell’economia narrativa della storia.
La capacità di comunicare, infatti, non viene negata solo a Giovanni e Lidia, ma anche e soprattutto a Valentina, che cancella volutamente le sue parole con l’uso di un registratore vocale. Il suo gesto è un atto di protesta, un gesto che il regista concede solo a lei, figlia di un ricco industriale.
Il cast: Marcello Mastroianni, Monica Vitti, Jeanne Moreau, Bernhard Wicki, Rosy Mazzacurati.
Il film è disponibile su Rai Play
“La Notte”, Michelangelo Antonioni (1961) – Valentina – YouTube
L’eclisse
Nel 1962, Monica Vitti è la protagonista, insieme ad Alain Delon, de L’eclisse di Michelangelo Antonioni. Il film viene presentato in concorso alla 15° edizione del Festival di Cannes, vincendo il Premio speciale della giuria.
Vittoria lascia il suo compagno, che non ama più. Il loro addio è freddo. La donna cerca di recuperare un rapporto serio con la madre, che riesce a incontrare solo presso la Borsa di Roma. Durante una di queste visite incontra Piero, cinico agente di cambio che inizia subito a farle la corte e lei si concede dopo poco. Nei giorni successivi i due giovani sono felici. Una mattina, nel salutarsi, si promettono amore eterno, dandosi appuntamento per la sera stessa. Ma sono le ultime parole che si scambino. I due non si vedranno mai più.
Con questo film Michelangelo Antonioni realizza l’ultimo capitolo della sua trilogia dedicata all’incomunicabilità nella società industrializzata. Il regista dà corpo a un’opera d’avanguardia sperimentale, all’interno del circuito del cinema della grande distribuzione.
Adriano Aprà affermò che con questo film il regista ferrarese consolidò la sua monumentale figura da cineasta, ponendosi sullo stesso piano di Federico Fellini e Jean Luc Godard.
L’eclisse, dunque, è un film con una notevole bellezza, confermata dalla sequenza finale, dove il regista si sofferma sulle linee dell’architettura realizzando un’atmosfera spettrale e inquietante.
Ma l’opera è apprezzabile anche per la recitazione dei due protagonisti. Alain Delon e Monica Vitti sacrificano la loro vena interpretativa, o meglio, mutano i propri registri recitativi.
“Ci vediamo domani e dopo domani, il giorno dopo e l’altro ancora e quello dopo”.
Sono battute queste, pronunciate dai due attori con un tono poco cinematografico che ricorda il teatro dell’assurdo di Samuel Beckett. Questa recitazione non è per nulla un difetto, piuttosto una caratteristica voluta dal regista per rendere il tutto coerente e solo due grandi professionisti, come Alain Delon e Monica Vitti, potevano rendere possibile tutto ciò.
Il cast: Monica Vitti, Alain Delon, Francesco Ribal, Luis Seigner, Rossana Rory.
“L’Eclisse”, Michelangelo Antonioni (1962) – E’ colpa dei vestiti – YouTube
Deserto rosso
Monica Vitti, con Michelangelo Antonioni, interpreta anche Deserto rosso (1964) il nono lungometraggio del regista, il primo realizzato a colori. Il film si aggiudicò il Leone d’Oro alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia e da molti venne considerato il più bello tra i primi film a colori.
La vita di Giuliana, giovane moglie di un ingegnere, potrebbe scorrere senza problemi, ma la donna non è felice. A causa di uno shock subito in un incidente d’auto, è vittima di una crisi depressiva ed è tentata dall’idea del suicidio. Incontra Corrado, ne diviene l’amante, ma questo non basta a guarirla.
Nella conferenza stampa di presentazione del film, Michelangelo Antonioni si soffermò sul fatto che la storia del film era nata a colori. Il colore nella vita moderna diventava sempre più importante. Il colore circondava ogni cosa e il regista lo utilizzò come forma espressiva.
Per Monica Vitti, invece, Deserto rosso fu uno dei primi film di matrice ambientalista, dove il regista riuscì a mescolare il malessere esistenziale di una donna con i malanni della Terra, come pianeta e universo dell’umanità.
Il film di Michelangelo Antonioni fu apprezzato da molti, come Pier Paolo Pasolini, presente anche lui a Venezia con Il Vangelo secondo Matteo.
“C’è una profonda, misteriosa, a tratti altissima intensità, nel formalismo che accende la fantasia di Antonioni. E che è la base del film, questo formalismo, finalmente rigoroso e condotto fino alla poesia”.
Deserto rosso: i colori di Michelangelo Antonioni, con Monica Vitti
Il cast: Monica Vitti, Richard Harris, Xenia Valderi, Rita Renoir, Aldo Grotti.
“Se io dovessi partire per non tornare mai più, porterei via anche te.” – YouTube
Il disco volante
Con Il disco volante (1964) di Tinto Brass, Monica Vitti dimostra, per la prima volta la sua versatilità, passando dal dramma alla satira. Il film non è memorabile ed ebbe scarso successo, ma ai nostri giorni risulta come una preziosa testimonianza sociologica e inoltre ha un cast di tutto rispetto, con Alberto Sordi che interpreta quattro diversi personaggi.
Con un taglio documentaristico e poi da commedia, viene raccontato l’arrivo di un gruppo di alieni in un paesino del Veneto. I carabinieri iniziano un’indagine che farà emergere scheletri nell’armadio degli abitanti.
Il disco volante è un mokumentary (falso documentario), dove l’arrivo degli alieni viene utilizzato come un pretesto per indagare sui vizi degli italiani degli anni Sessanta, bigotti e conservatori.
L’ambiente provinciale viene sottolineato dal marcato uso del dialetto veneto che porterà il film sempre di più verso il registro della commedia surreale.
L’uso del veneto poi viene a scontrarsi con alcune battute auliche usate da uno dei personaggio interpretati da Alberto Sordi per sedurre la moglie del sindaco (Monica Vitti).
“Una vita senza senso è la tortura dell’inquietudine e del vano desiderio, è una barca che anela al mare eppure lo teme”.
E Monica Vitti risponderà:
“Dime porca, che me piaze de più”.
Il cast: Alberto Sordi, Monica Vitti, Silvana Mangano, Eleonora Rossi Drago, Liana Del Balzo.
Modesty Blase – La bellissima che uccide
Con Modesty Blaise – La bellissima che uccide di Joseph Losey, continua la svolta verso la commedia di Monica Vitti. Il film è tratto dall’omonima striscia fumetti di Peter O’Donnel.
I servizi segreti britannici si rivolgono a Modesty per far raggiungere un carico di diamanti a un ricchissimo sceicco, che in cambio assicurerebbe un importantissimo approvvigionamento di petrolio. L’operazione viene ostacolata da Gabriel, che vuole impadronirsi del prezioso carico. Sarà il fedele compagno Willie Garvin ad aiutare la bella e simpatica protagonista a portare a termine la missione.
Luca Biscontini, nella sua recensione al film, apprezza la messa in scena, la scenografia, tipicamente anni Sessanta di Richard Macdonald e i costumi di Beatrice Dawson.
Inoltre, alcune sequenze rimangono particolarmente impresse, come lo scontro tutto al femminile tra Monica Vitti e Rossella Falk nei panni di Mrs. Fothergill, che si conclude con rocambolesca impiccagione di quest’ultima.
Monica Vitti, poi, si destreggia con grande abilità, sfoggiando un ottimo inglese, rivelandosi assolutamente all’altezza del cast internazionale del film. La padronanza della lingua inglese rivela la sua grande professionalità dell’attrice.
“ Per chi fa cinema o teatro è necessario conoscere le lingue, saper cantare e ballare, solo così si potrà uscire dai confini dell’Italia e farsi conoscere anche all’estero”.
Il cast: Monica Vitti, Dirk Bogarte, Terence Stamp, Rossella Falk, Harry Andrews.
Ti ho sposato per allegria
Tornata in Italia, Monica Vitti interpreta il personaggio di Giuliana in Ti ho sposato per allegria (1967) di Luciano Salce. Il film è tratto dalla commedia omonima di Natalia Ginzburg.
Pietro è un giovane avvocato d’estrazione borghese che ha sposato Giuliana, bella ragazza un po’ svitata, conosciuta a una festa di artisti. Nonostante le premesse, tutto sembra funzionare al meglio. Anche quando la madre di lui arriva in visita e Giuliana combina un guaio dietro l’altro.
Ti ho sposato per allegria è la versione pop, colorata e surreale di Nata di marzo diretto da Antonio Pietrangeli. Il film di Luciano Salce è popolato dall’allegra vitalità dei personaggi femminili ed è disseminata di gag che richiamano il cinema muto.
In questo film, Monica Vitti offre una delle sue migliori interpretazioni, in un’opera che dice molto sulla sua epoca.
Il cast: Monica Vitti, Giorgio Albertazzi, Maria Grazia Buccella, Michel Bardinet, Rossella Como.
Ti ho sposato per allegria di Luciano Salce, con Monica Vitti e Giorgio Albertazzi
Monica Vitti – Ti ho Sposato per Allegria (1967) – YouTube
La ragazza con la pistola
Nel 1968, Monica Vitti interpreta il personaggio di Assunta Patanè ne La ragazza con la pistola di Mario Monicelli.
Una ragazza siciliana, molto legata alle tradizioni, accetta tacitamente di farsi rapire da un compaesano perché spera in un matrimonio riparatore. Il seduttore, però, fugge spaventato in Inghilterra e lei lo segue armata di pistola per vendicare il suo onore. A poco a poco le idee più libere della società britannica conquistano la giovane ragazza.
Come ricorda Sandra Orlando su Taxidrivers, il film è una geniale trasposizione di ogni cliché sulle donne del Sud, senza cadere nello stereotipo.
Nicola Signorile su Corriere del mezzogiorno, invece, sottolinea l’importanza del personaggio di Assunta Patanè nella filmografia di Monica Vitti. Una giovane donna appassionata, sincera, sedotta e poi abbandonata dal suo compagno. Un ritratto sopra le righe, ma non tanto distante da tante realtà dell’epoca.
L’articolo a firma di Nicola Signorile, inoltre, svela anche delle curiosità. Come, per esempio, la Sicilia delle sequenze iniziali è in realtà la Puglia. Le prime scene del film, infatti furono girate a Polignano a Mare.
La ragazza con la pistola fu candidato agli Oscar come miglior film straniero e Monica Vitti si aggiudicò il David di Donatello come migliore attrice protagonista.
Il cast: Monica Vitti, Carlo Giuffrè, Stanley Baker, Stefano Satta Flores, Corin Redgrave.
La.Ragazza.con.la.Pistola mancai la mira.avi – YouTube
Amore mio aiutami
Amore mio aiutami (1969) segnò l’inizio del felice sodalizio artistico tra Monica Vitti e Alberto Sordi. L’attore romano, alla sua terza regia, per questo film ricama un tragicomico minuetto sul tema della coppia.
Marito civile comprensivo viene messo duramente alla prova: sua moglie è innamorata follemente di un giovanotto. Chiede aiuto al consorte perché le faccia passare l’infatuazione, che però non passa. Per amore della donna il povero marito è costretto a rivolgersi al suo rivale.
Di questo film è diventa celebre la sequenza girata sulla spiaggia di Sabaudia, dove Giovanni (Alberto Sordi), esasperato dalla situazione, si scaglia su Raffaella (Monica Vitti) inseguendola e picchiandola per svariati minuti.
In questa scena Monica Vitti ebbe come controfigura Fiorella Mannoia, la quale in seguito ha dichiarato:
“Il massimo che mi poteva capitare era perdere l’equilibrio per una spinta, ma nessuna percorsa reale era stata inferta”.
La sequenza conserva un tono ironico, ma risulta in ogni modo violenta. Rivedendola oggi ci illumina su un fattore determinante della produzione cinematografica: la censura. È questa nel bene e nel male a cambiare nel tempo.
All’epoca del film ogni riferimento, o quasi, alla sfera sessuale veniva tagliato, contrariamente alla violenza di genere che non veniva considerata come scandalosa.
Oggi, giustamente, per soddisfare il politically correct, sarebbe molto difficile girare una scena simile. Un limite alla creatività artistica?
Amore mio aiutami, l’indimenticabile film con Alberto Sordi e Monica Vitti
Il cast: Monica Vitti, Alberto Sordi, Silvano Tranquilli, Laura Adani, Ugo Gregoretti.
Dillo ancora che lo ami! – YouTube
Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca)
In Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca) di Ettore Scola, Monica Vitti è affiancata da due attori del calibro di Marcello Mastroianni e Giancarlo Giannini. Il film fu presentato alla 23° edizione del Festival di Cannes e valse a Mastroianni il premio per la miglior interpretazione maschile.
Oreste, muratore maturo e coniugato, conosce la fioraia Adelaide e tra i due sboccia l’amore. Poi lei s’innamora anche di un giovane pizzaiolo e vorrebbe dividersi tra i due, ma Oreste non vuole. Sconvolto dalla gelosia, quando l’amata decide di sposare l’altro, involontariamente la uccide.
Il film già denota alcune caratteristiche dei futuri capolavori di Ettore Scola: la passione e l’idealismo di C’eravamo tanto amati e il grottesco di Brutti sporchi e cattivi.
In Dramma della gelosia è presente un’amara ironia, rappresentata dagli abitanti delle periferie. Inoltre, è apprezzabile la scelta del regista di lasciare raccontare la vicenda dalla voce roca e romantica di Monica Vitti, intervallata dagli interventi di altri personaggi; una sorta di flusso di coscienza corale.
L’interpretazione di Monica Vitti è magistrale. Il suo personaggio è una proletaria romantica, fragile e ruspante, una tipica eroina che si abbandona a una passione travolgente.
Il cast: Monica Vitti, Marcello Mastroianni, Giancarlo Giannini, Manuel Zarzo, Marisa Merlini.
Il film è disponibile su Rai Play
La pacifista – Smetti di piovere
Nel 1971, Monica Vitti è Barbara ne La pacifista – Smetti di piovere del regista ungherese Miklòs Jancscò.
Una giornalista televisiva, Barbara, politicamente non impegnata ma che si professa genericamente pacifista, svolge il suo lavoro in una città in fermento per le contestazioni giovanili. Vittima, durante uno dei suoi servizi, di alcuni motociclisti, Barbara è turbata da una misteriosa presenza: un giovane che la segue di continuo. Riuscita finalmente a parlargli, Barbara scopre che lui è semplicemente innamorato di lei. Membro di un organizzazione di estremisti, al giovane era stato commissionato un delitto politico, ma ora teme la reazione dei suoi compagni, perché non ha avuto il coraggio di portare a termine il suo incarico. Dopo poco, infatti, verrà ucciso e Barbara lo vendica uccidendo il capo degli estremisti.
La pacifista appare tra le opere più deludenti del regista considerato tra i maggiori rappresentati della nouvelle vague ungherese. Il film è ambientato in una Milano rarefatta e violenta e il suo più grande difetto è la lentezza.
Miklòs Jancscò, raggiunta la fama internazionale, giunge in Italia e inizia a collaborare con la sceneggiatrice Giovanna Gagliardo (Una stagione all’inferno di Nelo Risi), con la quale realizza diversi film (Roma rivuole Cesare, Vizi privati, pubbliche virtù).
Per La Pacifista il regista volle fortemente Monica Vitti, per omaggiare Michelangelo Antonioni, suo cineasta preferito.
Il film deluse anche i suoi più fervidi ammiratori. Ad ogni modo, restituisce una visione originale sul periodo centrale per la Storia del nostro Paese, trattando temi come la lotta di classe, lo scontro ideologico, la violenza come strumento politico.
L’aspetto più interessante, però, è la questione di genere, suggerita dal contesto politico, ma anche da una prassi cinematografica che si stava consolidando.
Le dinamiche tra il protagonista maschile e la protagonista femminile sembrano ribaltate. Lo sconosciuto, interpretato da Pierre Clémenti, non agisce come eroe; le sue forze fisiche e morali sono assopite, per alcuni tratti del tutto annientate. Dall’altro canto, Barbara agisce e reagisce, avendo un ruolo attivo nella vicenda. Tutto ciò risulta evidente nella sequenza del commissariato. Qui la donna comprende che per ottenere giustizia deve agire da sola, non essere più creatura da proteggere, piuttosto eroina che agisce.
Il cast: Monica Vitti, Pierre Clémenti, Daniel Olbrychski, Peter Pasetti, Gino Lavagetto.
Noi donne siamo fatte così
Nel 1972, Monica Vitti interpreta Noi donne siamo fatte così, un film a episodi diretto da Dino Risi e scritto insieme a Age, Scarpelli, Ettore Scola, Rodolfo Sonego, Luciano Vincenzoni e Giuseppe Catalano.
Una timpanista si sopravvaluta. Un’estetista confida le sue pene d’amore. Al suo ventitreesimo parto, una donna viene intervistata sul controllo delle nascite. Una violinista zoppa non riesce a staccarsi dal suo rozzo compagno. Una sindacalista viene fregata dal suo capo. Una monaca moderna suona musica beat indignando il vescovo. Una cronista di guerra aggredisce chiunque chieda notizie sulla sua salute. Un’acrobata in motocicletta crede alle proposte di un vecchio. Una hostess terrorizzata dall’aereo deve rincuorare i passeggeri. Una Mitomane alla radio.
Il film è composto da dodici episodi e Monica Vitti interpreta dodici personaggi diversi. In questo caso, l’attrice conferma la sua capacità di adattare la sua recitazione a diversi contesti.
Il film ha come direttore della fotografia Carlo Di Palma; il montaggio è curato da Alberto Gallitti e le musiche da Armando Trovajoli.
Il cast: Monica Vitti, Carlo Giuffrè, Enrico Maria Salerno, Ettore Manni, Michele Cimarosa.
Monica Vitti napoletana MAMMA da Noi Donne Siamo Fatte Cosi – YouTube
La Tosca
Nel 1973, Monica Vitti è Tosca nel film liberamente tratto dal dramma di Victorien Sauden, rivisto in chiave ironica da Luigi Magni.
La storia è ambientata a Roma nel 1800. Il pittore Mario Cavaradossi dà rifugio al patriota Cesare Angelotti. Il barone Scarpia, reggente della polizia Pontificia, si mette alla ricerca di Angelotti, servendosi di Flora Tosca, amante del pittore.
Il film ha un cast eccezionale. Monica Vitti è affiancata da Gigi Proietti, nei panni di Cavaradossi, e gli altri due principali personaggi sono interpretati da Vittorio Gassman (Scarpia) e Aldo Fabrizi (Il Governatore).
Il regista, in ogni modo, non sfrutta al meglio le capacità attoriali degli interpreti e il film ne risente. È comunque possibile apprezzare la qualità canore di Monica Vitti, che sul finale si esibisce in Nun je da’ retta Roma con Gigi Proietti.
Il cast: Monica Vitti, Gigi Proietti, Vittorio Gassman, Aldo Fabrizi, Umberto Orsini.
Il film è disponibile su Rai Play
Polvere di stelle
Nel 1973, Monica Vitti torna a recitare in un film con e di Alberto Sordi, Polvere di stelle, scritto dall’attore romano, con la collaborazione di Ruggero Maccari e Bernardino Zapponi. Nel film compaiono camei di due noti attori della rivista italiana: Carlo Dapporto e Wanda Osiris.
Il film racconta i sogni di gloria di una sgangherata compagnia d’avanspettacolo durante la seconda guerra mondiale. In seguito all’euforia post-liberazione la compagnia di avanspettacolo di Mimmo Adami e Dea Dani riesce a ottenere uno strepitoso successo al Teatro Petruzzelli di Bari. Poi però, passato il momento di gloria, tutto torna nella più banale normalità ed anche il successo sfuma.
Polvere di stelle è di sicuro lontano dal cinema d’autore che ha segnato i primordi della carriera cinematografica di Monica Vitti. Ma la pellicola diretta da Alberto Sordi è ormai entrata prepotentemente nell’immaginario collettivo ed è uno dei film più celebri interpretati dall’attrice.
Insieme alle avventure della compagnia, vengono raccontate gli eventi principali della seconda guerra mondiale. Il re che scappa a Bari, i fascisti che cercano, pateticamente, di riorganizzarsi, i nazisti che continuano a rastrellare la popolazione e gli Americani che incombano sono solo alcuni dei fatti descritti, sempre con ironia.
Polvere di stelle non è certo privo di difetti, ma ha il merito di tratteggiare un momento decisivo del nostro Paese, in una prospettiva inconsueta.
Polvere di stelle di e con Alberto Sordi e Monica Vitti
Il cast: Monica Vitti, Alberto Sordi, John Phillip Law, Edoardo Faietta, Alvaro Vitale.
L’anatra all’arancia
Monica Vitti ottiene un David di Donatello e Nastro d’Argento per la sua interpretazione ne L’anatra all’arancia di Luciano Salce, con Ugo Tognazzi.
Una ricca coppia borghese, dopo dieci anni di convivenza, trova nuovi stimoli con l’arrivo di un giovane e distinto straniero. Lui, affermato pubblicitario, s’ingelosisce e fa entrare in scena la propria segretaria. Inizia così un ménage a quattro dove tutti pensano di tradire qualcuno, ma nessun tradimento viene realmente consumato.
L’anatra all’arancia è un attacco feroce a ogni pretesa di modernità nei rapporti coniugali. La comicità grezza è compensata da una sceneggiatura agile dinamica, in cui le trovate si rincorrono con un ritmo vivace da commedia brillante.
Il cast: Monica Vitti, Ugo Tognazzi, Barbara Bouchet, John Richardson, Antonio Allocca.
L’anatra all’arancia di Luciano Salce, con Ugo Tognazzi e Monica Vitti
Altri film
Ridere! Ridere! Ridere! Eduardo Anton (1954)
Adriana Lecouvreur Guido Salvini (1955)
Le dritte Mario Amendola (1958)
Le lepre e la tartaruga, episodio Le quattro verità Alessandro Blasetti (1962)
Confetti al pepe Jacques Baratier (1963)
Il castello di Svezia Roger Vadim (1963)
La sospirosa, episodio Alta infedeltà Luciano Salce (1964)
La minestra, episodio di Le bambole Franco Rossi (1965)
Fata Sabrina, episodio Le fate Luciano Salce (1966)
Fai in fretta ad uccidermi… ho freddo! Citto Maselli (1967)
La cintura di castità Pasquale Festa Campanile (1967)
La donna scarlatta Jean Valère (1969)
Ninì Tirabusciò, la donna che inventò la mossa Marcello Fondato (1970)
Il frigorifero e il leone, episodio Le coppie Mario Monicelli e Vittorio De Sica (1970)
La supertestimone Franco Giraldi (1971)
Gli ordini sono ordini Franco Giraldi (1972)
Teresa La ladra Carlo Di Palma (1973)
Il fantasma della Libertà Luis Bunuel (1974)
A mezzanotte va la ronda del piacere Marcello Fondato (1975)
Qui comincia l’avventura Carlo Di Palma (1975)
Mimì Bluette… fiore del mio giardino Carlo Di Palma (1976)
L’altra metà del cielo Francesco Rossi (1977)
Ragione di stato Andrè Cayatte (1978)
Amori miei Steno (1978)
Il mistero di Orberwald Michelangelo Antonioni (1980)
Non ti conosco più amore Sergio Corbucci (1980)
Camera d’albergo Mario Monicelli (1981)
Il tango della gelosia Seno (1981)
Io so che tu sai che io so Alberto Sordi (1982)
Scusa se è poco Marco Vicario (1982)
Flirt Roberto Russo (1983)
Francesca è mia Roberto Russo (1986)
Scandalo segreto Monica Vitti (1990)
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