Il noto attore statunitense Robert De Niro ha recentemente scritto una profonda lettera al regista italiano Paolo Sorrentino. Il motivo? Pare che il protagonista di Taxi Driver, The Irishman, Quei bravi ragazzi, Toro Scatenato abbia particolarmente apprezzato il film italiano. Film che, per il momento, è ancora in corsa per l’Oscar: È stata la mano di Dio.
Il film è disponibile su Netflix.
(La foto di copertina è di Gianni Fiorito)
La Napoli di Sorrentino “spiegata” da De Niro
Dopo aver visto È stata la mano di Dio Robert De Niro è rimasto così commosso da voler scrivere un articolo a propria firma per Deadline. Nella lettera/articolo De Niro ha espresso tutto il suo entusiasmo per il film di Sorrentino.
Foto di Gianni Fiorito
La lettera del regista si sofferma sulla Napoli descritta dal regista italiano. Ecco cosa ha scritto De Niro:
«Il co-protagonista più importante di Fabietto non è un membro del meraviglioso cast bensì la città stessa. L’amore di Sorrentino per Napoli si condivide da subito nelle prime inquadrature bellissime di un avvicinamento aereo alla città dal Golfo di Napoli. Amore che si vede nel suo affetto per la varietà dei personaggi della storia: eccentrici, spesso molto divertenti, appassionati, pieni di gioia e speranza. Sono stato a Napoli solo poche volte, ma per me questo film è decisamente napoletano nel modo in cui molti dei film di Martin Scorsese (Wolf of Wall Street, Al di là della vita, Mean Streets, Taxi Driver, ecc.) come molti altri film di Woody Allen (Annie Hall, Broadway Danny Rose, Manhattan, ecc.) sembrano essenzialmente New York City.
Napoli per molti versi mi ricorda la New York italo-americana che amo.
La posizione dell’Italia meridionale serve bene la narrazione di Sorrentino. Lui dice: ‘La realtà è solo il punto di partenza per una storia. Deve essere reinventata. Qui a Napoli abbiamo un modo divertente di reinventare i ricordi’»
Foto di Gianni Fiorito
Il proseguo della lettera
Ecco come prosegue la lettera e l’elogio di De Niro al film di Sorrentino:
«Nonostante la tragedia che è al centro del film, È stata la a mano di Dio trabocca di divertimento. Scene come il pranzo all’aperto della famiglia allargata e la successiva gita in barca sono così affascinanti e divertenti. E mentre la storia centrale vede Fabietto strappato alla sua precaria giovinezza e trascinato a un’età adulta prematura, le storie che si incontrano lungo la strada non hanno prezzo. Ad esempio, c’è Armà, il contrabbandiere di sigarette/teppista violento/amico solidale e infine carcerato;
stravagante, sì, ma per me del tutto credibile per via delle mie esperienze a New York da bambino.
E c’è Capuano. In una scena meravigliosa verso la fine, Fabietto supplica Capuano di dargli una direzione. Capuano lo interroga e allo stesso tempo lo rimprovera, le loro voci si alzano, quasi musicalmente. Sembra la scena di una grande rappresentazione operistica. Fabietto gli dice: ‘Non mi piace più la realtà. La realtà è scadente. Ecco perché voglio fare film’. Vuole andare a Roma per sfondare nel cinema. Capuano gli urla: ‘A Roma vanno solo gli stronzi! Sai quante storie ci sono in questa città? Possibile che questa città non ti ispiri per niente? Hai una storia da raccontare? Trova il coraggio di dirlo! Sputalo fuori!’
Foto di Gianni Fiorito
La conclusione della lettera di De Niro per Sorrentino
Un ringraziamento speciale quello dell’attore. Quello stesso ringraziamento che Robert De Niro ha voluto mettere per scritto. E che si conclude così:
«Fabietto va comunque a Roma alla fine del film… E ora – 35 anni dopo – Sorrentino è tornato a Napoli grazie a È stata la Mano di Dio. Va bene. Mille Grazie, Paolo!»
Che sia di buon auspicio questa lettera a cuore aperto della grande star hollywoodiana?
Intanto leggi due approfondimenti sul film di Sorrentino:
‘È stata la mano di Dio’ Il ritorno sullo schermo di Paolo Sorrentino
‘È stata la mano di Dio’, autobiografia di un sogno chiamato vita