La rassegna del 33Trieste Film Festival inizia sulla piattaforma di Mymovies con un film coraggioso e struggente: Sestri, con il titolo internazionale Sisterwood e quello italiano di Sorelle.
Una produzione Nord Macedonia – Kosovo – Montenegro e la direzione della giovane regista Dina Duma.
Sestri-Sorelle la trama
Le adolescenti Maya e Jana sono due amiche inseparabili; fanno tutto insieme. Jana è quella caparbia che prende l’iniziativa e Maya la segue in tutto e per tutto. La loro amicizia viene però seriamente compromessa quando rimangono coinvolte nella morte accidentale di una loro compagna di classe (Dal sito ufficiale del Trieste Film Festival)
Sestri-Sorelle l’amicizia assoluta tra le due protagoniste
La prima parte del film vede le due ragazze (Quindicenni? Sedicenni? Non di più) esistere solo attraverso la testimonianza video del cellulare. Un selfie dietro l’altro per dirsi che ci sono, e occupano uno spazio in questo mondo che più grigio non si può. I genitori dell’una si stanno separando molto male, quelli dell’altra non abbiamo modo di vederli neppure una volta.
Maya e Saja, protagoniste di “Sestri-Sorelle”
Il padre di Maya porta via da casa l’ultimo scatolone e lei manifesta il suo distacco evitando di chiamarlo papà. Soltanto il nome di battesimo per fargli perdere di colpo il ruolo genitoriale. Jana è diventata il suo unico rifugio: compagna di scuola e delle prime esperienze, amica, confidente.
E poi, Jana possiede la sfacciataggine che Maya assolutamente non ha. Timida, introversa, ma desiderosa di apparire, le si affida completamente. Jana sceglie trucchi e vestiti, suggerisce sguardi e movenze, decide tempi e modi del primo incontro amoroso. Condividono, le due amiche, tutte le possibili fantasie di un sesso non ancora vissuto.
Entrambe sono in scena dall’inizio alla fine (anche se la regista sceglie l’intensità del vissuto di Maya per raccontarcele, e quindi non la perde mai di vista). Tutto il resto rimane uno sfondo quasi insignificante: la scuola, la compagnia, la città.
Anche il paesaggio del fiume che all’inizio è nitidissimo, via via si fa fosco e perde in trasparenza. L’acqua, amica delle due amiche, diventa luogo oscuro di tragedia. Nel primo frammento di gioco, nell’ultimo di violenza, per un’emancipazione raggiunta tardivamente. E a quale prezzo!
Sestri-Sorelle cyber-bullismo e slut shaming
Tema fortissimo e rappresentato con una decisione che non ci risparmia nulla. Dalla leggerezza, e incoscienza con cui le due adolescenti (Jana a dire il vero) scivolano verso un gesto inconsulto, allo spaesamento del dopo (quello di Maya, soprattutto).
Il film è separato in due parti nette dal click per il quale Maya oppone resistenza, ma che Jana la convince a fare. Sapevamo che la prima è un antefatto solo apparentemente allegro che prelude a ben altre atmosfere, ma l’avvio sul cellulare del video porno con protagonista la nemica, la ragazza di cui Maya è gelosa, è una scossa emotiva. Da lì in poi, niente sarà più lo stesso.
E anche la prima parte, a dire il vero, è carica di tensione, tanto le due ragazze appaiono sopra le righe. La più alta e fisicamente matura che promette un paese dei balocchi fatto di seduzioni, tacchi alti e rossetti. Quella che sembra più piccola, confusa e sedotta dal miraggio di un paradiso, finalmente da protagonista.
Nudes la serie italiana su RaiPlay
Il tema è attualissimo e coraggioso ed è bene che se ne parli, anche ripetutamente, e si metta in luce, come fa Sestri, la sproporzione tra l’inconsapevolezza dei persecutori e il dramma delle vittime.
Come ha fatto l’anno scorso la serie Nudes (RaiPlay) di Laura Luchetti. Tre storie. La prima è quella di Vittorio (Nicolas Maupas), un ragazzo che sembra molto responsabile e fa un gesto assurdo perché, si giustifica, aveva bevuto. La seconda e la terza sono narrazioni diverse, accomunate da due diverse cattiverie. Sofia ( Fotinì Peluso) è filmata e ridicolizzata da tutti, come la vittima di Sestri-Sorelle, Sara viene adescata in rete.
Tra gli adolescenti di Nudes, Vittorio e Sofia appartengono a famiglie alto borghesi, Sara decisamente no e nemmeno i ragazzi del Kosovo di Dina Duma. L’orrore del revenge porn è un fenomeno trasversale, tra le diverse classi sociali e, a quanto pare, alle diverse età. Anche tra gli adulti, come ha denunciato il film Bad Luck Banging Or Loony Porn del regista rumeno Radu Jude.
Le parole della regista
Dina Duma qui si è occupata di adolescenti e parla così di un fenomeno duro a morire:
“Quando ho iniziato a scrivere la sceneggiatura, mi chiedevo se non stessi esagerando la portata della violenza tra adolescenti e del bullismo sulle reti sociali oggi. Pensavo che questi fenomeni così frequenti per la mia generazione fossero ormai superati. Nutrivo segretamente la speranza che questa nuova generazione si fosse evoluta, ma dopo alcune ricerche ho capito che sfortunatamente mi sbagliavo.
Indagando il mondo degli adolescenti, mi sono accorta che la rappresentazione che offrono di sé sui social media è molto più importante di chi sono realmente. Mi sono trovata quindi ancora più motivata nel voler realizzare questo film e aprire una discussione, rivolgendo l’attenzione a questa generazione in difficoltà.
Ogni aspetto dello stile visivo del film è concepito per rappresentare al meglio questa realtà. La regia si concentra in ogni momento sui personaggi principali, raffigurando il mondo come lo vivono in prima persona.”
L’attenzione per i dettagli
Ogni aspetto dello stile visivo è funzionale alla realtà che si vuole rappresentare. Aggiungeremmo, anche ogni dettaglio. Il ragno che passeggia per casa, la lucertola che Jana pone sulla pancia di Maya, i primissimi piani sui visi delle due adolescenti ad esaltare le piccole imperfezioni della pelle.
E gli oggetti simbolici, come quella stellina che Maya porta sul volto. Un vezzo che viene tolto alla fine della festa, quando tutto si fa cupo e l’amicizia tra le due inseparabili amiche inevitabilmente si spezza.
La regista:
Dina Duma è nata nel 1991 a Skopje, attuale Macedonia del Nord. Si è laureata in regia alla facoltà di Arti Drammatiche di Skopje nel 2014 e nel 2016 ha partecipato al programma Berlinale Talents. Sestri è il suo lungometraggio di debutto.