Breaking Bad, la serie televisiva ideata da Vince Gilligan, ha fatto il suo debutto sull’emittente statunitense AMC.
Composta da 62 episodi suddivisi in cinque stagioni, è stata trasmessa in Italia nel 2008 da AXN e ripresa nel 2012, da RAI4; è ora disponibile su Netflix.
Breaking Bad Infrange ogni convenzione del racconto televisivo. I suoi autori rifiutano di rappresentare una vicenda rasserenante e indagano, senza tabù, la trasformazione di un uomo anonimo e mediocre che diventa uno spietato criminale.

La trama
Walter White (Brian Cranston) è un professore di chimica che vive ad Albuquerque, New Mexico. Sua moglie Skyler (Anna Gunn) aspetta un bambino e il suo primogenito Walter Junior (RJ Mitte) è affetto da una paralisi celebrale. Walter White, per arrotondare il misero stipendio da insegnate, è costretto a svolgere un secondo lavoro in un autolavaggio. A peggiorare la sua situazione, dopo un malore, gli viene diagnosticato un cancro ai polmoni. Walter, nonostante il sostegno di sua moglie e di suo figlio, oltre che del cognato Hank (Dean Norris) e della cognata Marie (Betsy Brandt), non ha i soldi per pagare le cure. Casualmente incontra Jesse Pinkman (Aaron Paul), un suo ex studente diventato spacciatore. Walter decide di sfruttare le sue competenze chimiche per produrre cristalli di anfetamina, stringendo un patto con Jesse. I cristalli prodotti dai due hanno una purezza che si avvicina al 100% e Walter inizia la sua scalata nel mondo del crimine.
Il cinema in televisione
Quando il linguaggio televisivo entra nella produzione cinematografica gli esiti non sono dei migliori. Tutt’altra storia, invece, quando è il cinema ad entrare nella televisione.
Calcando un po’ la mano si può giungere all’estrema conclusione che, negli ultimi decenni, il miglior cinema si è espresso con la serialità televisiva. Questa tendenza ha fatto la sua comparsa anche nel nostro paese; basti pensare al successo internazionale riscosso da Gomorra.
Tutto ha inizio con la serialità televisiva americana. La prima volta che si è parlato di televisione d’autore è stato nel 1990, quando fu trasmessa per la prima volta Twin Peaks, ideata da David Lynch e Mark Frost.
Ma il punto di svolta si è avuto nell’ultimo decennio del Novecento e i primi anni del nuovo millennio. È in questo momento che molti critici, come Alessandro Stellino, iniziano a parlare di Cinematic, per indicare questa fortunata fusione tra cinema e televisione.

L’eredità della New Hollywood
I Soprano, OZ, Lost, Mad Man e per l’appunto Breaking Bad, con le loro vicende, hanno rappresentato la cattiveria, il sesso, la morte e tutti i tabù della società. In questo modo, la televisione ha affermato la sua supremazia sul cinema, ereditando le tematiche principali della New Hollywood.
Breaking Bad esemplifica al meglio questa tendenza. La serie, prodotta da Sony Pictures Television, si rifà palesemente a un certo tipo di cinema, grazie al suo ideatore Vincent Gilligan, il quale ha dichiarato in più occasioni, che è solito mostrare, ai nuovi collaboratori di Breaking Bad, C’era una volta il West di Sergio Leone, come punto di riferimento estetico della serie.
La stessa ambizione cinematografica è condivisa da Michael Slovis, che subentra alla fotografia dalla seconda stagione. Breaking Bad strizza di continuo l’occhio alla cinematografia d’autore di qualche decennio fa, sebbene sfrutti al meglio le nuove tecnologie produttive.
È attraverso gli apparecchi ad alta definizione che il direttore della fotografia riesce a realizzare un preciso lavoro sugli spazi e l’illuminazione in termini di varietà e ampiezza.
“Lo spettacolo più cinematografico della televisione”.
Con queste parole si esprime Michael Slovis raccontando il suo lavoro per Breaking Bad. È il cinema, dunque, il principale punto di riferimento della serie. Gli autori e gli interpreti realizzano un intreccio di generi, citazioni e omaggi molto complesso, dove, però, i motivi e le atmosfere sono rintracciabili.

I riferimenti a Sergio Leone, Quentin Tarantino e i fratelli Coen
È l’universo filmico di Sergio Leone il primo richiamo del tessuto estetico e narrativo. Molti sono i riferimenti al suo stile; ad esempio, l’uso del primo piano (per inquadrare Walter) che taglia la fronte per concentrare l’attenzione sullo sguardo. Ma il richiamo a Sergio Leone è rintracciabile anche nel ritmo, nella lentezza della narrazione, punteggiata da esplosione di violenza. Lo scontro finale a tre, inoltre, nell’ultimo episodio della quinta stagione non è altro che un omaggio a Il buono, il brutto e il cattivo.
E ancora gli scorci vasti e brulli, la fotografia che tenta a materializzare, attraverso i toni saturi, il caldo opprimente, il senso di attesa e di annullamento metafisico sono tutti riferimenti al western post classico.
Nella serie ideata da Vincent Gilligan, però, non ci sono solo richiami a Sergio Leone e al Western. In Breaking Bad, infatti, è rintracciabile anche un forte legame con la post-modernità.
Le inquadrature che riprendono le silhouette di Jesse e Walter a riposo che si stagliano contro il cielo e il punto di vista dello spettatore che spesso si localizza all’interno di portabagagli sono chiari riferimenti al cinema di Quentin Tarantino.
La narrazione di alcuni episodi, invece, con la fusione dell’umorismo nero ed efferatezza quasi sottotono richiama in causa il cinema dei fratelli Coen. Ciò è evidente nella sequenza in cui Walter e Jesse provano a minacciare l’avvocato Saul Goodman (Bob Odenkirk), indossando dei ridicoli passamontagna. Rientrano in questa categoria, inoltre, tutti i comportamenti goffi di Walter (soprattutto nella prima stagione) nell’affrontare situazioni a lui estranee.
Lo stile narrativo e visivo di Breaking Bad, dunque, si rivela come un mosaico che varia con disinvoltura le sue componenti. Ciò è in sintonia con le personalità del suo protagonista, in bilico tra normalità e ribellione.

Da Mr. Chips a Scarface
“La chimica è lo studio delle sostanze, ma io proferisco vederla come lo studio dei cambiamenti”.
È questa una delle battute pronunciate dal professore Walter White rivolta ai suoi studenti. Siamo nel primo episodio: il protagonista di Breaking Bad è ancora ingabbiato nella sua quotidianità monotona e grigia. A questo punto della serie la battuta appare priva di interesse, ma con lo sviluppo della vicenda si rileverà profetica e meta-discorsiva.
Vince Gilligan, infatti, ha più volte dichiarato che il suo obiettivo è rappresentare un processo di trasformazione, partendo dal suo grado zero.
“Trasformare Walter White da Mr. Chips a Scarface”.
Questo processo di trasformazione, in linea di massima, è già ben visibile nel primo episodio, dopo che Walter, insieme a Jesse, ha prodotto la sua prima partita di anfetamina.
Le attenzioni sessuali di Skyler nei confronti di Walter, dopo la festa a sorpresa per il suo cinquantesimo compleanno, vengono del tutto ignorate. Sul finale dell’episodio, invece, quando il futuro criminale torna a casa, dopo aver cucinato droga con il suo ex studente la situazione cambia.
“oh, Walt ma sei tu!”
È Ciò che dice Skyler, sorpresa per la passione e la virilità del marito.
Un altro punto di svolta nella trasformazione del protagonista di Breaking Bad si trova sempre nel primo episodio, quando Walter aggredisce fisicamente dei bulli che prendono di mira suo figlio disabile.

L’omicidio di Krazy-8 e la morte di Jane
La prima stagione è disseminata di momenti di questo tipo, ognuno dei quali rappresenta una tappa fondamentale, un punto di non ritorno. L’omicidio di Krazy-8, il primo commesso da Walter, acquista una notevole importanza nell’economia narrativa dell’intera serie.
Per la prima volta l’anonimo professore si trova davanti a una situazione non prevista; la sua totale svolta verso il crimine è solo all’inizio. Lo spettatore, insieme al protagonista, assiste a un dilaniante dilemma.
La scelta di commettere l’omicidio, poi, avviene solo per legittima difesa, ma sarà il primo di una lunga serie. Da questo momento in poi Walter avrà sempre meno riserve per le azioni criminali. La trasformazione che lo travolgerà sarà una forza discendente e allo stesso tempo ascendente; infatti, mentre si allontana dalla sua famiglia e dai sani principi, sprofondando in una vera sociopatia, scalerà con disinvoltura la gerarchia criminale, diventando un vero boss, con il nome di Heisenberg
Un’ ulteriore soglia, varcata da Walter nel mondo della criminalità, è rappresentata dalla morte di Jane (Krysten Ritter), la ragazza con cui Jesse ha una relazione nella seconda stagione. La giovane, con un passato da tossicodipendente, è la prima persona innocente che Walter uccide. La sua morte rappresenta la semplificazione più immediata e catastrofica dell’effetto domino causato dalle sue azioni.
Jane non muore direttamente per mano di Walter, ma perché lui non agisce quando invece potrebbe, dovrebbe. La giovane rimane soffocata dal suo stesso vomito e il protagonista di Breaking Bad decide di non intervenire. In questo momento diventa palese il fatto che Heisenberg non è semplicemente la parte oscura di Walter. Il suo mancato soccorso nei confronti di Jane evidenzia la sua innata personalità calcolatrice: i suoi interessi sono sempre al primo posto.

Il cancro come alibi
Il cancro che ha scatenato il suo cambiamento appare solo come un pretesto narrativo. La scelta di cucinare anfetamina sembra avere tutt’altra origine. Il tema della malattia, infatti, può essere considerato solo la goccia che fa traboccare il vaso. Walter ha voglia di riscattare la sua esistenza, dopo essere stato escluso da una compagnia che fattura milioni di dollari all’anno.
La sua ascesa all’interno della criminalità, in parte, rispecchia le dinamiche del neocapitalismo statunitense, tipicamente individualista. Fare soldi, per garantire un futuro sereno alla famiglia, è solo un alibi. Il vero obiettivo è quello di creare un impero.
“L’ho fatto per me, mi piaceva ed ero molto bravo. Mi sono sentito vivo”.
Walter vuole esaltare le sue competenze e la sua machiavellica intelligenza, con la quale riesce ad anticipare ogni azione dei suoi antagonisti. E attraverso questa qualità il protagonista di Breaking Bad riesce a conquistare anche il pubblico. Lo spettatore, infatti, nonostante le sue azioni malvagie, tra cui l’avvelenamento di un bambino, è incredibilmente al suo fianco, con empatia e amore.
10 serie tv complete da vedere in streaming