Il regista bosniaco Danis Tanović, che vinse l’Oscar per il miglior film straniero con No Man’s Land (Ničija zemlja, 2001) e si aggiudicò l’Orso d’Argento con An Episode in the Life of an Iron Picker (Epizoda u zivotu beraca zeljeza, 2013), stupisce ora con la commedia Not So Friendly Neighborhood Affair (Deset u pola, 2021), presentata al 33º Trieste Film Festival.
Una sorpresa non tanto perché il film possegga spiccate qualità (è un’agevole commediola usa e getta), ma perché fino ad adesso Tanović aveva prevalentemente realizzato film di guerra. Questo suo ultimo lungometraggio, pertanto, è un simpatico raggio di sole nella sua carriera.
Not So Friendly Neighborhood Affair, La trama.
Centro di Sarajevo, 2021. Dopo il lockdown molti negozianti stanno cercando di risollevarsi economicamente. In particolare Izo (Izudin Bajrović) ed Enes (Branko Đurić) che, sebbene abbiano i rispettivi ristoranti di ćevapi uno di fronte all’altro, sono legati da una duratura amicizia.
Due caratteri differenti, comunque, perché Enes è un tipo più intraprendente e con lo sguardo rivolto al futuro, mentre Izo è meditativo e legato alle tradizioni. La loro relazione rischia d’incrinarsi irrimediabilmente a causa di un gesto d’amicizia da parte di Enes, che manda nel ristorante vuoto di Izo la nota vlogger Gordana Matic (Anja Matković), la quale scrive una mirabolante recensione che rende famoso il locale, togliendo clienti a Enes.
A questo punto inizia l’attrito tra i due, che coinvolge anche i loro figli, legati sentimentalmente: Lana (Helena Vuković) e Orhan (Kerim Čutuna).
Not So Friendly Neighborhood Affair: due protagonisti… e il borgo ciarliero
Il titolo inglese, completamente inventato rispetto all’originale (10 a metà), è azzeccato, perché questa pellicola sembra una di quelle commediole americane dei vecchi tempi, in cui tutta la comicità era leggera, senza sbavature e volgarità.
E questo lo si deduce anche dall’ambientazione, ovvero un piccolo borgo dove tutti si conoscono e spettegolano tra loro. Un vecchio canovaccio teatrale, in cui la solita piazza viene sostituita dal bar, dove gli altri uomini, come fossero un coro greco, esprimono opinioni sugli screzi crescenti tra due amici.
C’è il cattivo, che viene sconfitto; lo straniero che entra in questo mondo consolidato e crea scompiglio; e ci sono le donne, sempre più sagge degli uomini.
E sotto a questo, il sub-plot della storia d’amore tra i due giovani, che ha lontane reminiscenze shakespeariane (fortunatamente non tragiche).
Una semplice commedia spensierata
Chiaramente Not So Friendly Neighborhood Affair vuole essere prima di tutto una commedia spensierata, un divertissement post Covid con cui gli spettatori possono sorridere e lasciarsi alle spalle quanto accaduto.
Una commedia, un buddy movie, che è un inno all’amicizia pura e all’amore, ma anche all’essere sempre positivi, soprattutto durante la pandemia; non perdere l’ottimismo, unica vera forza per andare avanti.
Al suo interno, comunque, Tanović inserisce anche critiche pesanti nei confronti della Bosnia. In primis proprio riguardo la gestione sanitaria (la mancanza dei vaccini), e poi anche nei confronti di una società rimasta ancora di stampo prettamente maschile. La giovane Lana, che ha vissuto per un certo periodo all’estero, è l’unica donna battagliera di tutta la vicenda.
Ma il regista bosniaco scaglia anche qualche frecciatina sulla nuova globalizzazione e l’espansione della tecnologia, che stanno facendo scomparire le tradizioni: in questo caso rappresentate dai ćevapi, uno dei piatti tipici. Il personaggio della vlogger rappresenta questo nuovo andamento, dove non conta tanto la conoscenza del gusto culinario, quanto l’utilizzo della parola.
Not So Friendly Neighborhood Affair è comunque una pellicola molto più adatta al piccolo schermo, per i tempi narrativi, e infatti alla sceneggiatura ha collaborato Nikola Kuprešanin, usualmente screenwriter per la TV.
I punti di forza, che danno consistenza e ritmo alla storia, sono i due protagonisti, a cui si aggiunge Goran Navojec, superlativo nel ruolo del barista sornione (ma risoluto) che spruzza sempre disinfettante dentro al bar.