Monterossi è la serie italiana, tratta dai libri di Alessandro Robecchi, disponibile dal 17 gennaio 2022 su Prime Video con la sua prima stagione, composta da sei episodi.
La trama
I sei episodi sono tratti da due romanzi, ognuno diviso in tre parti.
Carlo Monterossi è un autore televisivo che, dopo aver ideato un programma di successo divenuto per lui spazzatura di cui vergognarsi, vuole voltare pagina. Una sera, nella sua casa di Milano, mentre sorseggia un bicchiere di whisky e ascolta uno dei suoi tanti vinili di Bob Dylan, Monterossi viene aggredito sulla porta da un uomo incappucciato con una pistola.
Dopo il pericoloso incontro con la morte, da cui viene salvato solo per caso, sente che il destino lo sta portando a occuparsi dell’accaduto e gli chiede di indagare. Aiutato dagli inseparabili Oscar e Nadia, si mette così sulle tracce del malvivente: un po’ per paura, un po’ per curiosità, un po’ per dare una sferzata alla sua vita, dopo un amore finito e una professione in cui non si riconosce più.
La recensione
Questa Non È Una Canzone d’Amore e Di Rabbia E Di Vento sono i due romanzi di Alessandro Robecchi che Amazon ha trasposto in video nella serie Monterossi, con Fabrizio Bentivoglio a interpretare il detective per caso, autore tv coinvolto in complicati casi criminali suo malgrado.
La regia è affidata al solido Roan Johnson, una sorta di marchio di garanzia per la commedia gialla in tv: dal Barlume alla Concessione del Telefono, fino a Piuma (esordio su grande schermo che, anche se contestato, sta invecchiando piuttosto bene), Johnson ha individuato una sua cifra stilistica grazie alla traccia della detection pura che sa raccontare, con grazia e lucidità, matasse gialle anche ingarbugliate, che rende dirette e accessibili grazie a una leggerezza di scrittura che come regista riesce a trasportare anche nella recitazione dei suoi attori.
Che poi, con Monterossi si giocava facile: a parte il solito, stropicciato e bravissimo Bentivoglio, c’è Donatella Finocchiaro che fa sempre la sua bell(issim)a figura, c’è Tommaso Ragno, magnetico come sempre e come sempre spiazzante; e poi lei, Carla Signoris, diabolica e raffinatissima mentre fa il verso a Barbara D’Urso e contemporaneamente a un certo tipo di televisione, una delle attrici più sottostimate o forse solo meno conosciute del nostro panorama, ma senza nessun dubbio una delle più versatili, vibranti, eccentriche, sopraffine interpreti di oggi.
Ad ogni modo, la scrittura di Robecchi trova un contraltare perfetto nello sguardo di Johnson, che passa con estrema disinvoltura dalle atmosfere goliardiche del Barlume alla fredda rigorosità di Milano, senza perdere neanche un briciolo di passione.
Monterossi è una serie con un’anima fortissima (ben specchiata nelle occhiate liquide del suo attore protagonista), una struttura sommersa ma oliata al millesimo, un tono caustico e contemporaneo che non ha paura di raccontare un light crime con mistero annesso: e lo fa evitando accuratamente la patinatura di certi prodotti italiani pensati per il mercato internazionale delle piattaforme (basta pensare a Baby), ma insapidendosi con una narrazione moderna e veloce, furba e ammiccante, che mai perde di vista la sua coerenza e la sua logica.
Unico neo. Un po’ come i testi di Bob Dylan che tanto piacciono a Carlo Monterossi, emergono qua e là sprazzi di emotività che squarciano la comedy per mostrare le profondità di un disagio, di lui e di tutto il -nutrito e ben assortito- cast di contorno: è qua che la serie di Amazon Prime mostra un po’ il fiato corto, indecisa tra il non essere capace o il non avere voglia di approfondire adeguatamente, sfruttando appieno le numerose corde all’arco degli interpreti.
Monterossi la serie allora si specchia in Carlo Monterossi che a sua volta si rispecchia nella Milano dove vive: elegante, periferica, moderna e pop(olare): lavora sul piano narrativo e tralascia quello umano, si concentra sul microcosmo esistenziale ma non vince mai davvero la guerra contro il deja-vù, insomma è brava ma non si applica.
Chissà, magari i sei episodi sono fin troppo pochi per completare l’affresco.
Hanno però spianato la strada, vediamo dove ci portano.