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‘La sposa’ Recensione della nuova serie di Giacomo Campiotti

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La sposa, miniserie di tre puntate, dal 16 gennaio su Rai Uno, con la regia di Giacomo Campiotti, ci presenta Serena Rossi nel ruolo di una donna coraggiosa, nella difficile costruzione di un posto per sé in luoghi desolati, estranei, dove si fa di tutto per escluderla.

Con Mina Settembre, di cui si sta registrando la seconda stagione, e ora con La sposa, Serena Rossi ha raggiunto circa sei milioni di telespettatori; evidentemente piacciono il piglio deciso dei suoi atteggiamenti e la dolcezza del sorriso. L’interpretazione di personaggi che hanno un che di autentico, indipendentemente dalla storia, passata o presente.

Giacomo Campiotti ha già realizzato alcuni, riuscitissimi, prodotti per la tv italiana. Come le tre stagioni di Braccialetti rossi e il film Liberi di scegliere. Contenuti impegnati su temi altrettanto coinvolgenti. Ora si confronta con una vicenda ambientata negli anni Sessanta del Novecento, che sembrano ancora più lontani per la scelta di luoghi depressi e deprimenti, al Sud come al Nord dell’Italia.

Serena Rossi e Giorgio Marchesi: “La sposa”

La sposa gli eventi

Italia, fine degli anni ’60. Maria è una giovane donna calabrese che, per salvare la famiglia dall’indigenza, decide di accettare la proposta di un matrimonio “per procura” con Italo, nipote del rude agricoltore vicentino Vittorio Bassi. Giunta al Nord, Maria si trova a fare i conti con una realtà completamente ostile e, soprattutto, al rifiuto del marito, ancora distrutto per la perdita della sua prima moglie. Ma Maria è una donna forte e resiliente e non si lascia andare (RaiPlay).

La sposa Il coraggio di Maria

La trama di RaiPlay non dice che il matrimonio per procura è un tranello, come se a Maria non bastasse doversi sposare sotto ricatto. Lei vuole salvare la famiglia dalla miseria, ma soprattutto la sorella Luisa (Giulia D’Aloia), che è già fidanzata, alla quale si sostituisce in questo orrendo contratto, e il fratello Giuseppe (Matteo Valentini) che con i soldi dal nord potrà continuare gli studi.

Nell’esordio della prima puntata il coraggio di Maria è già evidentissimo. Non sa quali giornate l’aspettano (nei fatti, peggiori dell’immaginazione), ma sa che potrà farcela con le sue sole forze.

Dopo un’iniziale, apparente, sottomissione, infatti riesce a tener testa allo zotico Vittorio Bassi (Maurizio Donadoni), a ottenere il rispetto di Italo (Giorgio Marchesi), che, accecato dall’amore per la moglie perduta, non vuole saperne di lei. Ma soprattutto a costruire un’intesa affettiva con il figlio, Paolino; legame che, immaginiamo, sarà intenso e di lunga durata.

Le ambientazioni L’Italia del Sud

La sposa ci propone un’Italia che non sembra affatto così vicina, nei tempi, al progresso che verrà negli anni Settanta e che, sappiamo, avrà spazio nella serie.

Fin dall’incipit, e poco importa se le location non sono calabresi, ma campane, il Sud è un luogo arretratissimo; oggi, inimmaginabile. Il mulo e le pecore passano dal centro del paese, salendo e scendendo i gradini, gli stessi degli sposi che si muovono a piedi.  Mentre le donne vestite di nero pregano e lavorano a maglia sul sagrato della chiesa.

Una sequenza eloquente per introdurre l’oscena compravendita delle ragazze, che devono essere carine, lavoratrici, arrendevoli. Una di loro è addirittura sordomuta, accompagnata dalla rassicurazione del “Non vi darà fastidio”. Zi’ Michele e zia Carmela, i creditori della famiglia di Maria, e responsabili del traffico di fanciulle, rievocano il personaggio de I Malavoglia, zi’ Crocifisso,  di quasi cento anni prima. Lo stesso cinismo, la stessa logica del più forte, la stessa religione della roba.

Le ambientazioni L’Italia del Nord

Freddo, nebbia, lavoro nei campi e nella stalla accolgono Maria appena mette piede in Veneto, ancora con le scarpette bianche del matrimonio. La prima azione gentile di Italo, dopo il rifiuto iniziale, è proprio offrirle un paio di stivali per mungere le vacche, perché “vengono i geloni” altrimenti.

Anche qui poco importa se le location sono piemontesi e non venete, come si dice. Tutto è avvolto in un clima inospitale: la lingua incomprensibile, le persone gelide e piene di rancore, contro Maria, dileggiata e apostrofata brutalmente come Africa. Persino dal gestore del bar che ha sposato una calabrese, come Maria, del suo stesso paese. Buffa la figura di Nunzia (Antonella Prisco), la Mariella di Un posto al sole, qui imbruttita dalle gravidanze e dall’insignificanza del suo ruolo da succube.

Un eccessivo oscurantismo, e contraddittorio

Nord e Sud sono accomunati dalla stessa arretratezza, forse esagerata rispetto alla fine  degli anni Sessanta rappresentati sullo schermo. E con qualche contraddizione.

In un flashback all’inizio del racconto, Maria viene ripresa al mare del suo paese, quando, con il fidanzato Antonio (Mario Sgueglia), che poi sparisce in Belgio, si tuffa nell’acqua dall’alto, dopo la promessa di lui che si sarebbero ritrovati. Quindi, un posto di mare, quello calabrese di Maria, in cui pare strano che una giovane donna, allora, e rispetto alle situazione ne La sposa, abbia avuto la libertà di vedersi col fidanzato e così tanta dimestichezza con le onde. Mentre la sorella amoreggiava tranquilla col suo ragazzo nella barca in secca.

Serena Rossi e Mario Sgueglia: Maria e Antonio in “La sposa”

In più, la realtà descritta da Campiotti, dove gli uomini spadroneggiano in casa e trattano le donne come le bestie nella stalla, se pure rapportata a zone depresse, sembra indietro di almeno dieci anni da quella reale. Per un’uguale rappresentazione del Sud fortemente ancorato al passato, Gavino Ledda pubblica Padre, Padrone nel 1975, ma parlava degli anni Cinquanta, di un luogo deprivato in Sardegna. Appunto, dieci anni prima, lo scarto di tempo che pare esserci ne La sposa.

Forse, nella scrittura de La sposa (Valia Santella, Eleonora Cimpanelli, Antonio Manca: gli sceneggiatori) vuole essere una scelta adeguata all’affrancamento che ci sarà, al balzo culturale (e sociale) nel costume italiano che si apprezzerebbe meno se non ci fosse un contrasto così netto con l’arroccamento alle certezze del passato.

Aspettative per la seconda e terza parte

Le anticipazioni della seconda puntata fanno presagire un ritmo che accelera negli eventi. Italo si addolcirà (non avevamo dubbi), Maria tornerà finalmente a casa, e Antonio tornerà dal Belgio a spezzare l’equilibrio raggiunto, del quale ci sono tutti i segni nella prima parte. Insomma, si presuppone che anche questa serie di Campiotti avrà, come le altre, un intreccio coinvolgente. Inserito, questa volta, in un passato che, se pure abbiamo espresso qualche riserva, ha il suo fascino.

Un com’eravamo che ogni tanto fa bene rispolverare, anche per capire quanto i pregiudizi e le chiusure siano assurdi oggi, dopo cinquant’anni di diritti acquisiti, e quanto possano essere dannosi i nuovi fanatismi.

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