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Taxidrivers Magazine

“Busting” & “Freebie and The Bean”

Tutto il cinema degli anni Settanta. Rubrica a cura di Paolo Gilli

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Un genere di cui parleremo con frequenza in questa rubrica è il poliziesco. Tutti hanno visto i classici Dirty Harry (1971) o The French Connection (1971), ma qui ci preme farvi conoscere quei film, che sono stati ingiustamente dimenticati e che meritano al più presto una scoperta. Partiamo con due autentici gioielli: Busting (1974, Peter Hyams) e Freebie and the Bean (1974, Richard Rush).

Busting (da noi Mani sporche sulla città) è un film sporco, pessimista e con un sottofondo di cinismo piuttosto marcato. Una coppia di sbirri della buon costume, Keneely (Elliot Gould) e Farrel (Robert “Baretta” Blake), passa le sue frustranti giornate a fare razzie in bordelli e bar per gay, mentre nei ritagli di tempo è impegnata a incastrare il capo mafioso Rizzo (un grande Allen Garfield). Quando però ogni tentativo d’indagine viene osteggiato dall’alto e i due vengono premiati con la sorveglianza di un bagno pubblico, la situazione si fa ancora più sconsolante. Umiliati e sapendo di non poter contare sull’aiuto di nessuno decidono di fermare Rizzo una volta per tutte, in un modo o nell’altro.

La trama di Busting è essenziale e non offre grandi sorprese, ma non è questo l’aspetto che più interessa Hyams, qui attivo anche in veste di sceneggiatore. Il poliziotto ossessionato, solo e impotente nei confronti dei criminali, grazie anche alla protezione di gente altolocata, è una delle tematiche principale del genere, ma Hyams riesce a conferire al tutto un’aria di vero sconforto e a tracciare una quotidianità del lavoro di poliziotto frustrante e al limite del grottesco (un aspetto portato poi all’estremo nel bel The Choirboys di Aldrich), mantenendo il tono fino alla chiusura amara e ambigua. Le bastonate per i nostri eroi arrivano da ogni dove e alla fine il risultato non vale mai lo sforzo.

Dal punto di vista della messa in scena, invece, la vertiginosa regia regala almeno due sequenze di inseguimento memorabili. La prima, a piedi, parte in un ospedale per finire 10 minuti dopo in un supermercato, in cui ci rimette la pelle qualche innocente, il secondo invece coinvolge addirittura due ambulanze. Hyams, qui al suo debutto, non si risparmia movimenti di macchina elaborati, grandangoli e lunghe carrellate, riuscendo a piazzare la cinepresa sempre al centro dell’azione. Impressionante anche a quasi 40 anni di distanza. Allo stesso tempo è l’attenzione ai dettagli e il lavoro sui personaggi, a far sì che Busting possa tranquillamente essere inserito tra i migliori polizieschi del decennio. Una breve menzione per i due protagonisti. Gould (che sarà poi anche in Capricorn One di Hyams) è splendidamente in parte e Blake (fresco dal capolavoro Electra Glide in Blue) non gli è da meno, anticipando già alcune caratteristiche (come la sigaretta in bocca mai accesa) del personaggio che lo renderà famoso da lì a poco. Un film di difficile reperibilità, ma ne vale la pena.

Nello stesso anno Richard Rush gira Freebie and the Bean (da noi Una strana coppia di sbirri), la cui uscita fu apparentemente posticipata proprio per non coincidere con quella di Busting. Pur trattandosi in entrambi i casi di buddy cop movies, e non differenziandosi troppo nella trama, il risultato è abbastanza diverso, anche se altrettanto valido. Freebie (James Caan) e Bean (Alan Arkin), due detective della Polizia di San Francisco (il film fa un uso splendido delle location urbane), tentano in tutti i modi di incastrare il gangster locale Red Meyers. Dopo mesi di indagini finalmente riescono a trovare una prova compromettente, ma quando stanno per preparare l’arresto giunge la voce che un killer è sulle tracce di Meyers.

A Rush, chiaramente, della trama non frega più di tanto, impegnato come è nel mettere in scena un’orgia di inseguimenti e distruzione, che anticipa il caos anarchico dei car crash movies degli anni a seguire. Qui i nostri due eroi riescono addirittura nell’impresa di saltare con la loro macchina da una sopraelevata sfondando le mura di un appartamento al terzo piano, ritrovandosi nella camera da letto di una coppietta ultraottantenne. Scene come questa, insieme ad esplosioni di violenza inaspettate, avvicina la pellicole allo spirito dei cartoons Looney Tunes di Chuck Jones. Rush (suo anche il bel The Stunt Man) non è stato un regista troppo fortunato, ma in questa riuscita commistione di azione e commedia politicamente scorretta tutto funziona a meraviglia. Freebie and the Bean, proiettato nei cinema a natale del 1974 fu un notevole incasso ai botteghini e gira addirittura la voce che fosse il film, tra quelli usciti in quell’anno, preferito di Stanley Kubrick. Per chi se ne volesse fare una propria idea, il DVD è finalmente disponibile nella Warner Brothers Archive Collection. Piccola curiosità a margine: Esiste anche un serie televisiva del 1980 basata sul film, ma cancellata dopo solo due episodi.

Paolo Gilli

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