As Tears Go By di Wong Kar Wai è ora disponibile su MUBI.
La piattaforma di streaming d’autore propone infatti “In Love. The Cinema of Wong Kar Wai”, una raccolta dei capolavori del regista di Hong Kong in lingua originale e restaurati. L’ultimo aggiunto è proprio il suo esordio: prodotto dalla In-Gear Films, il film è stato il maggior incasso nelle sale di Hong Kong per Wong fino a The Grandmaster.
La trama
Ah-Wah (interpretato dal talentuoso Andy Lau) è un criminale di media importanza che si muove in una Hong Kong notturna e violenta; è spesso affiancato da altri piccoli gangster, come lui al servizio di uno dei boss della città. Mosca è il suo ‘fratellino’: tra loro non ci sono legami di sangue ma un’amicizia fortissima, oltre a un rapporto di affari. Wah deve spesso tirarlo fuori da situazioni sconvenienti, in cui Mosca finisce a causa della sua irascibilità e dello scarso rispetto di cui gode tra i malavitosi.
Improvvisamente, nella vita di Wah entra sua cugina Ah-Ngor (Maggie Cheung, volto frequente nelle opere del regista), giunta in città per una visita medica: tra i due nascerà un legame incestuoso molto passionale e struggente. Tra il degenerare dei rapporti con un altro gruppo di delinquenti e una missione mortale, Wah dovrà presto scegliere tra l’amore o restare al fianco di Mosca.
Il contesto di Hong Kong
Gli avvenimenti del film si svolgono su due sfondi contrapposti: il distretto di Kowloon e l’isola di Lantau. Da una parte, la città è una cornice ideale per raccontare tutta la violenza dello stile di vita dei protagonisti. I vicoli oscuri diventano così luogo di agguati mortali, scoppiano brusche risse nelle sale da biliardo, le strade vengono scosse dal suono delle sparatorie. Hong Kong è più che mai bellissima e pericolosa; nel dipingerne l’atmosfera, Wong si sofferma sulle insegne al neon dei locali, il cui riflesso illumina i volti spesso insanguinati dei personaggi. Già dalla primissima inquadratura la città è frenetica e trafficata, un regno di onore e vendetta da cui, vivi o morti, si esce solo dopo essersi fatti un nome.
Lantau è invece un luogo di pace e salvezza, in quanto è da lì che proviene Ngor. Sebbene lei stessa esprima il desiderio di andarsene, è proprio sull’isola che sboccia la passione travolgente tra i due. Idealmente, Lantau è la rappresentazione di un futuro diverso per Wah, lontano dai guai della vita di strada: la luce è tenue e malinconica, le strade semi deserte, il clima sembra sospeso.
La prima inquadratura del film
Violenza al neon
Il film va fino in fondo nel mostrare la brutalità delle azioni dei personaggi. Perciò lo schermo è frequentemente riempito da primi piani di volti tumefatti e insanguinati: il sangue è il simbolo stesso del mestiere di Wah. In diverse scene Ngor sbircia nel suo bagno e vede i vestiti imbrattati, dopo notti rocambolesche: è una vita che non la riguarda, da cui Wah cerca di proteggerla, ma in cui lui stesso resterà ancora e ancora invischiato.
Uno dei punti di forza del film è proprio quello di ambientare una storia d’amore dolce e spontanea in un contesto cruento: i due coefficienti finiranno inevitabilmente per influenzarsi l’un l’altro, andando a complicare le decisioni del protagonista. Come dimostrano Drive e la serie Too Old To Die Young del regista danese Nicolas Winding Refn (e molte altre opere internazionali), la compresenza di un amore innocente con una vita corrotta e rischiosa è un elemento vincente nelle storie crime.
Una storia semplice
“I think already the film is not a genre film, even though it’s named as a gangster film, but it’s more about two men … and how they deal with their problems”
In un’intervista Wong Kar Wai riflette su come, sebbene il film sia tecnicamente un ‘gangster movie’ (con elementi di azione e thriller), esso sia in primis una storia umana, con complesse e profonde relazioni interpersonali. Il personaggio di Mosca è particolarmente sfaccettato: il suo carattere aggressivo è in realtà l’autodifesa contro quell’incapacità di conquistare il rispetto che tanto desidera. È proprio questa brama che lo porta in una spirale di autodistruzione, in cui viene trascinato anche Wah per sua stessa scelta.
Il protagonista è travolto da un vortice di emozioni contrastanti, tra la relazione con Ngor e la vita criminale di Mosca, ma ogni volta che quest’ultimo è in pericolo egli non può che andare in suo soccorso. Dunque, è forse proprio l’amicizia il tema centrale del film: per noi spettatori è confortante capire la sincerità del loro rapporto, però diventa frustrante nel momento in cui Wah mette in secondo piano la sua stessa vita per quella dell’amico.
L’inizio di una lunga carriera
Nella stessa intervista già citata, Wong racconta brevemente la sua esperienza come regista esordiente:
“Everybody had not a lot of baggage with them, so it’s very like a film school, (like) we are fim students working on the film”
Girare As Tears Go By è stato il primo approccio al cinema per molti dei professionisti convolti, nel cast come nella troupe. Wong firmerà poi la sua seconda regia con Days Of Being Wild (in uscita il 16 gennaio su Mubi, come parte della stessa rassegna) e continuerà a dirigere veri e propri capolavori, spesso presentati nei più importanti festival del mondo.
In questo film ancora ‘acerbo’ sotto alcuni aspetti, il regista sperimenta lo slow motion e fa buon uso di dettagli e primi piani, grazie ai quali noi spettatori entriamo completamente nello stato d’animo tormentato di Wah.
La colonna sonora è indimenticabile: la versione cantonese di “Take My Breath Away” colma di magia il secondo incontro tra i protagonisti, regalandoci una delle sequenze più romantiche del film.
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