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Alice nella città

‘La crociata’ Louis Garrel racconta nascita e sviluppo del film

Ospite ad Alice nella città 2021, Louis Garrel ha raccontato la nascita del suo ultimo film, La crociata, sottolineando l'importanza del tema ambientalista per i giovani e per il loro futuro.

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In occasione dell’uscita in sala de La crociata, ecco il resoconto dell’incontro stampa del film, tenutosi ad Alice nella città 2021, alla presenza del regista e protagonista, Louis Garrel.

La Crociata | Louis Garrel racconta la nascita del progetto

Come è nata l’idea del film?

All’inizio non voleva essere un film militante. Quando tre anni fa, espressi i miei dubbi allo sceneggiatore, Jean Claude Carrière, sostenendo che non fosse credibile l’impegno dei bambini nella causa climatica, lui mi diede dello stupido. Qualche mese dopo ci fu il discorso di Greta Thunberg.

Io ammiro lei e la sua strategia politica unica.

Non volevo neanche dare una lezione allo spettatore. Appartengo a quella generazione affascinata dal Sessantotto, ma all’epoca noi eravamo studenti senza una causa per cui lottare. Eppure di lotte da fare ce ne sono sempre.

Oggi i giovani sono diversi, a dodici anni hanno già le loro idee su temi importanti come l’ambiente, l’identità, il femminismo, la sessualità. E affrontano l’angoscia per il loro pianeta che è sempre meno vivibile. Questo li motiva.

Louis Garrel nel doppio ruolo di regista e protagonista

Cosa pensa del suo personaggio? E quanto c’è di lei in Abel?

Senza volerlo il mio personaggio diventa reazionario, sebbene all’inizio appaia come un cretino. A un certo punto capisce di essere diventato reazionario.

Il mio film è ottimista e racconta una generazione che ha più capacità di capire i problemi per poi agire.

Mia figlia per esempio, quella di tredici anni, ha già una struttura militante, mi fa lezioni sull’antirazzismo e le piacciono i movimenti. Alla sua età avevo il lusso di guardare la Natura senza pensare all’impatto che avevo su di essa. Oggi la nostra specie ha un impatto negativo sulla Natura.

A casa facciamo la differenziata, ma il problema è che la gente si sente impotente, se non agisce si deprime. Quello che facciamo sembra poco.

Greta Thunberg e Laetitia Casta

E cosa pensa invece di questa nuova generazione guidata da Greta Thunberg?

Greta e i giovani saranno arrabbiati. Il Covid ci ha messo di fronte alla morte e gli Stati si sono mobilitati per il vaccino, perché l’uomo era minacciato; ecco, i bambini vorrebbero la stessa collaborazione per il pianeta. Per questo conservo il mio ottimismo e  la speranza nella specie umana. A me piace discutere con i giovani e capire il loro modo di vivere.

Bisognerebbe creare un parlamento dei bambini, dare loro il potere.

È vero che le cose possono degenerare rapidamente, ma Greta ha una strategia intelligente, parla di crisi economica ed ecologica, ha ragione su tutto. I bambini fanno gruppo, sono attivisti a livello mondiale, molto seri e più veloci di noi. Grazie ai Social possono organizzarsi, tutto è connesso.

Com’è stato lavorare con sua moglie, Laetitia Casta?

Mi piace lavorare con chi conosco, l’ho sempre fatto.

Sul set ho scoperto un’altra Laetitia, diversa da come è nel privato.

Lei è molto amata, perché possiede una grande empatia, si vede in strada. Mi piace vederla lavorare, e qui ho avuto l’occasione di vederla in versione ufficiale: non ha un metodo scolastico e convenzionale.

Com’è il suo rapporto con l’Italia?

Mi sento italiano più che francese. Qui è naturale parlare per strada, a Parigi la gente è diffidente. L’Italia è più bella per girare come architettura; in Francia il panorama è più uniforme. Mentre arrivavo in aereo, vedevo tutte le case bellissime, ognuna con il suo stile particolare. Sono un po’ geloso.

Durante il lockdown ho imparato a cucinare la pasta al dente.

*Sono Sabrina, se volete leggere altri miei articoli cliccate qui.