Lasciarsi un giorno a Roma quinto film da regista di Edoardo Leo (qui anche attore), è prodotto dalla IFF Italian International Film e distribuito da Vision Distribution. Nel cast figurano Marta Nieto, Claudia Gerini e Stefano Fresi. Attualmente visibile su NOW.
Lasciarsi un giorno a Roma La trama
Tommaso (Edoardo Leo), scrittore che arrotonda curando la posta del cuore sotto pseudonimo, è fidanzato da anni con Zoe (Marta Nieto), che lavora nell’industria dei videogiochi. Un giorno, per la sua rubrica, riceve una lettera di Zoe che non conosce la vera identità, dove la donna confessa di volere lasciare il suo fidanzato.
Inoltre, anche la storia d’amore tra Elena (Claudia Gerini), sindaca di Roma, e del marito (Stefano Fresi), vicepreside di un liceo che si occupa della casa e della figlia e amico di Tommaso, sembra avere una battuta d’arresto.
La recensione
Niente Venditti, ma Fabi; nessuna notte prima degli esami, meglio lasciarsi un giorno a Roma. Prendere spunto da una canzone per raccontare una storia questa volta è toccato ad Edoardo Leo, che nonostante la suggestione da musica leggera si fa assalire da una smania autoriale e pensa di essere un Ozpetek qualunque, autorizzato a ripulire ed estetizzare la vita sotto forma di melò colorato visto attraverso una lente deformante che ripulisce le strade, fa brillare le professioni, insomma mette al centro la meglio borghesia per raccontare che anche i ricchi piangono.
Ma il regista di Noi & La Giulia -un titolo non a caso, ma il suo più riuscito e compiuto- non è certo quello delle Mine Vaganti: e la storia dell’uomo maturo (non più) peter pan funziona ma fino ad un certo punto, perché il suo punto di vista privilegiato su una storia romantica vissuta tra gli agi non coinvolge e non emoziona, peccando fin da subito di un eccesso di prevedibilità.
La cifra stilistica di Leo (e del suo sodale Marco Bonini nella scrittura) è sempre stata una felice adesione al quotidiano con un occhio ad una leggerezza mai vuota ma sempre in punta di penna: Lasciarsi Un Giorno a Roma è il suo primo, completo passo falso, si presume dovuto ad un eccesso di presunzione nel ritenere di avere frecce che il suo arco non sa lanciare.
Il suo quinto film da regista è una commedia romantica che vuole farsi seria ma finisce per prendersi troppo sul serio; il problema sta però alla base, ovvero nella totale mancanza di sincerità e slancio, in un vuoto assoluto di ispirazione che porta a girare due ore (due ore!) di film che girano a vuoto intorno ad un racconto che potrebbe stare sul retro di un francobollo, smaniando per dare un tocco autoriale e restituendo invece svolte di trama e struttura drammatica pretestuose e presuntuose.
Il problema più grande ed evidente di Lasciarsi Un Giorno A Roma è che pur dicendo cose (a tratti) interessanti non coinvolge mai, lo spettatore sa sempre e comunque cosa aspettarsi dai suoi protagonisti e difficilmente empatizza con personaggi che sembrano guardare dall’alto in basso, in una volontà di potenza imbarazzante.
E sì che i bei momenti non mancano, anche perché Claudia Gerini (che riesce a brillare in ogni situazione) e Stefano Fresi sono una spanna al di sopra di tutti: ma sono rumori di fondo, macchiette che si muovono ai margini di una storia a due (quella della coppia protagonista formata da Leo e da Marta Nieto, clamoroso sbaglio di casting) che fagocita tutto quello che gli si para davanti; ma alla fine non si fa altro che attendere con ansia i titoli di coda, se non altro per sentire la bella canzone del titolo.
Per non dire delle comparse, da Bonini stesso a Jonis Bashir ad Enrica Guidi, debolissime figure stereotipate che servono per ritornare in quella zona franca di cui sopra dove Ozpetek è sovrano ma Leo assolutamente inadeguato, finendo per far sembrare i personaggi una triste sfilata di politically correct, dalla coppia interraziale e quella omosessuale al padre single e alla fiorentina assatanata.
Fuori fuoco e fuori tempo.
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