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‘Happy Together’ di Wong Kar Wai – Sommersi nei fumi di un tango argentino

Happy Together: il classico sudamericano di Wong Kar Wai che indaga sentimenti, solitudine e compromessi con una delicatezza travolgente

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Happy Together

Il recente restauro in 4K di Happy Together, sesto lungometraggio di Wong Kar Wai, è il pretesto ideale per parlare di un film eccezionale e all’avanguardia, visione moderna anche prima del sopracitato riattamento, quando perdersi nei chiaroscuri di Buenos Aires era tutta un’esperienza e confondersi tra i velati strati di fumo, un’allucinazione trascinante, gravata dai difetti di una videocassetta usurata, o il buffering di un sito poco illecito.

Happy Together è un film che esce dagli schemi canonici del suo cineasta, con una storia LGBT ambientata lontano dai confortevoli confini di Hong Kong e in cui il regista spinge al massimo i tratti stilistici che lo contraddistinguono.

Mai così lontani

Po-wing (Leslie Cheung) e Yiu-fai (Tony Leung) sono una coppia gay che lascia Hong Kong per una città ai suoi antipodi, Buenos Aires, in cerca di una vita e un futuro diversi, con il sogno, del tutto simbolico, di raggiungere le bellissime cascate di Iguaçu, un luogo di confine, apparentemente fuori dal mondo. Ben presto però, i loro caratteri discordanti porteranno il piano a naufragare e le loro strade a separarsi. Yiu-fai, il più stabile e compassato, desidera una vita entro i limiti della normalità mentre Po-wing palesa un carattere autodistruttivo e si dà presto alla perdizione, alla lussuria nelle calde notti argentine.

Omosessualità e latin lover nel cinema di Wong Kar Wai

Per diversi motivi Happy Together non è un titolo come gli altri all’interno della filmografia del regista, a partire dalla coppia protagonista del film formata da due mostri sacri del cinema di Hong Kong come Tony Leung e il compianto Leslie Cheung, alla sua ultima, memorabile, interpretazione. Attori protagonisti di una storia anticonvenzionale che trova la sua forza nella scelta di non dare peso al fattore dell’omosessualità, trattandola, certo, come uno degli elementi fondanti e commercialmente più interessanti della trama, ma senza renderne la narrazione dipendente. Scelta audace nel ’97 ma anche con lo sguardo di oggi, perché sembra ancora che ogni cosa necessiti di essere etichettata, circoscritta a specifici stereotipi. Dell’inclinazione sessuale dei due protagonisti si parla poco ed è soprattutto un mezzo per approfondirne il carattere.

Yiu-Fai cerca di nascondere i suoi sentimenti e le sue emozioni, sia davanti a Po-Wing sia nella vita pubblica, specialmente a lavoro, dove fatica a stringere rapporti di amicizia con i colleghi, ad eccezione di uno, Chang (Chang Chen) che riesce a penetrare la corazza di Yiu-Fai con la sua spiccata empatia. Po-Wing, al contrario, è un ragazzo di mondo, sempre alla ricerca di nuove avventure e amanti occasionali. Questa differenza tra loro dà vita a continui attriti, tira e molla tipici di una storia d’amore tossico nella quale il regista, come i suoi personaggi, cerca disperatamente un po’ di bontà, dispensandola poco alla volta.

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Una prigione di carne e cemento

Una parola per descrivere Happy Together è “Esplorazione”. A partire dalla concezione stessa del film da parte di Wong Kar Wai, che lo scrisse ispirandosi a The Buenos Aires Affair, romanzo di Manuel Puig, con l’idea ben precisa di cambiare registro e iniziare a osare un po’ di più. In un cinema così ricco di atmosfere, elementi come suoni, luci e luoghi sono parte integrante della narrazione e condizionano fortemente lo stato d’animo e i comportamenti di chi, questi spazi, li vive, come una stretta morsa di cemento e lamiere, prima sicura e accogliente, poi soffocante e gelida.

La scelta dell’Argentina è quindi vincente, un luogo lontanissimo dalla caotica Hong Kong, da dove i protagonisti sono voluti scappare e dove cercano disperatamente di tornare. Il senso di lontananza e di prigionia si riflette inevitabilmente nelle loro vite. Con la scusa di ricominciare, riprovare, non riescono ad andare avanti e superare i problemi, restando così intrappolati in una routine alla quale sembra impossibile ribellarsi, resa visiva nel minuscolo appartamento in cui i due, inevitabilmente, vengono a contatto finita la giornata.

Quello stile inconfondibile, mai fuori moda

La collaborazione con il direttore della fotografia di origini australiane, Christopher Doyle, è da sempre uno dei punti di forza del cinema di Wong Kar Wai. In questo film si sono divertiti sperimentando nuove tecniche e scelte stilistiche per raccontare la storia al meglio, secondo la visione del regista. L’uso dello step-printing reso celebre con Hong Kong Express, la camera a mano ad esplorare gli spazi e i volti, il grandangolo e l’uso di colori caldi e decisi, rafforzato dall’alternanza con sequenze in bianco e nero, rendono Happy Together uno dei film più interessanti e sperimentali del duo. Doyle, che ha documentato il ‘dietro le quinte’ delle riprese con bellissime fotografie contenute in un libro dal titolo “Don’t Try For Me Argentina”, parla di Happy Together e del suo restauro come dell’esempio perfetto di un’opera che trascende il periodo e le correnti stilistiche, impossibile non trovarsi d’accordo.

La narrazione fatta di sguardi e sensazioni si amalgama perfettamente allo stile di ripresa virtuoso dando sostanza alle emozioni che si vogliono raccontare, e così una calda partita di calcio tra colleghi per le strade di Buenos Aires può diventare un sogno lucido, un viaggio dentro la mente del protagonista scrutando il suo sguardo tra i raggi di sole e il fumo della sigaretta.

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La forza nei dettagli e l’impalpabilità del tempo

 Wong Kar Wai lavora spesso, e bene sui dettagli e il loro significato simbolico, tanto da farne un suo tratto distintivo, come nel caso dell’orologio rubato a Po-wing da Yiu-fai, un gesto innocuo che qui assume un significato potentissimo nel raccontare come il personaggio interpretato da Tony Leung si senta derubato del suo tempo da parte del fidanzato e, non riuscendo a scappare, cerca un altro metodo per riappropriarsene. Oppure la bellissima cascata che per tutto il film viene sognata e nominata, la promessa di pace, il punto di arrivo della storia al quale, però, i protagonisti non provano nemmeno ad arrivare perché troppo impegnati a tenere assieme le loro precarie vite.

Vive di dettagli e significati reconditi anche la musica, le sequenze di Happy Together si muovono al ritmo di un tango, che è anche quello della colonna sonora, profondamente diversa rispetto a quella a cui aveva abituato Wong Kar Wai fino ad allora, una danza sinuosa e sincronizzata tra i due protagonisti, un irresistibile gioco di sguardi e quel reiterato concetto del “ricominciamo”, dai litigi, ai dialoghi più intimi: è tutta una coreografia accompagnata con maestria dai bellissimi movimenti di macchina e tagli in montaggio che si susseguono splendidamente.

In questo gioco continuo sembra che il tempo rallenti fino quasi a fermarsi, un abbraccio può dilatarsi nei secondi e durare un’eternità; subito dopo, una settimana può passare in un battito di ciglia. Non c’è altro regista al mondo in grado di manipolare il tempo a proprio piacimento servendosi delle tecniche del cinema, come Wong Kar Wai.

Retrospettiva: il valore inestimabile di Happy Together

Tecnica a parte, cosa rende Happy Together un film così radicato nella memoria collettiva? Tony Leung è probabilmente l’attore più significativo sia per Wong Kar Wai, sia per tutto l’ambiente cinematografico di Hong Kong e la sua scelta d’interpretare un personaggio omosessuale, prestandosi a scene anche molto esplicite, come quella che apre il film – seppur non ne fosse a conoscenza prima dell’inizio delle riprese – attribuisce inevitabilmente prestigio alla pellicola.

Così come la presenza di Leslie Cheung, attore allora sulla cresta dell’onda per le sue interpretazioni in A Better Tomorrow (I e II) e in Addio Mia Concubina. Cheung era tra i pochi interpreti asiatici apertamente bisessuali e soffriva gravemente di depressione, il suo volto sofferente e il suo sguardo perso nei pensieri lo resero perfetto per questo ruolo come se gli fosse stato ritagliato addosso. Fu la sua ultima interpretazione, colpevole una morte prematura, per suicidio, sei anni più tardi.

Happy Together

Wong Kar Wai è il regista preferito del tuo regista preferito, autore leggendario, il cui stile onirico e malinconico è diventato simbolo di quel cinema capace di trascendere tempo ed emozioni, analizzando l’amore e la passione nella loro reale, intangibile, essenza, sfruttando colori meravigliosi e atmosfere indimenticabili. Le luci e i suoni delle città in piena globalizzazione sono coprotagoniste e complici in storie di solitudine e fragilità, che mettono a nudo le debolezze umane da una prospettiva poetica e delicata, la quale ha fatto scuola per un più di un decennio.

Happy Together

  • Anno: 1997
  • Durata: 96'
  • Distribuzione: Block 2 Pictures
  • Genere: Romantico, Drammatico
  • Nazionalita: Hong-Kong
  • Regia: Wong Kar Wai

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