“Spagna 1939. La guerra civile si è appena conclusa e le truppe di Franco si fanno strada a Madrid creando non poche tensioni. Sono in molti i repubblicani costretti ad allontanarsi per sfuggire alle persecuzioni della nuova dittatura, tra loro anche un gruppo di giovani donne provenienti da diverse realtà ma animate da un comune denominatore”.
Spagna 1939. La guerra civile si è appena conclusa e le truppe di Franco si fanno strada a Madrid creando non poche tensioni. Sono in molti i repubblicani costretti ad allontanarsi per sfuggire alle persecuzioni della nuova dittatura, tra loro anche un gruppo di giovani donne provenienti da diverse realtà ma animate da un comune denominatore.
Lentamente le loro strade s’intrecceranno fra i controsensi di un regime che mette tutti contro tutti e saranno così condotte, mano nella mano, verso un triste epilogo. Sono queste le tredici rose, ingiustamente arrestate con la scusa di aver preso parte a un attentato e condannate malgrado la loro innocenza. Basato su una storia vera e costruito mediante un attento quadro storico che pone l’accento sui sentimenti piuttosto che sul sistematico sterminio della guerra, il film ruota attorno alle singolari esperienze fatte da ognuna di loro e alla forza del legame che le unirà, offrendo una visione della guerra tutta al femminile. Ne vien fuori un ritratto struggente di questo gruppo e del suo coraggio che non viene meno neanche nel momento estremo, l’ultimo. Nel cast spiccano gli italiani Gabriella Pession (L’amore è eterno finché dura, L’uomo perfetto) e l’attore-doppiatore Adriano Giannini (Le conseguenze dell’amore, Nero bifamiliare).
Un film di sicuro credibile, anche se manchevole di quel qualcosa che lo rende inevitabilmente fragile dinanzi all’ampia produzione cinematografica che ruota attorno al genere. Lodevole la ricerca dei particolari.