I 10 peggiori film del 2021 secondo Variety

Talvolta, il compito di un critico è quello di offrire una valutazione ponderata dei punti di forza e delle debolezze di un determinato film. Talvolta, però, il compito si riduce a quello di rassicurare i lettori che accompagnare i figli a vedere Space Jam 2 non farà loro desiderare di infilzarsi con dei nachos stantii.

Ma c’è anche un bisogno legato alla sofferenza per un film particolarmente noioso, incompetente od offensivo, ovvero quello di avvicinarsi agli altri sopravvissuti.

Eppure, la richiesta di definire i peggiori film dell’anno porta sempre il rischio di attirare l’attenzione su tali prodotti. Di seguito, la rassegna secondo Variety.

I 5 peggiori film secondo Owen Gleiberman

Cherry – Innocenza perduta

Tom Holland, il ragazzo d’oro dei film di Spider Man, irradia una dolcezza leggera e ordinaria. E ciò lo rende il peggior attore per interpretare un veterano della guerra in Iraq, che diventa un drogato di oppioidi e poi un ladro di banche.

Questo flop meravigliosamente sopra le righe di Anthony e Joe Russo è più uno showreel di 140 minuti.

Ispirato al romanzo semi-autobiografico di Nico Walker, il film dovrebbe dimostrare che Holland sa interpretare un personaggio “al limite” e che i fratelli Russo sanno scendere nei bassifondi di strada insieme a lui, dopo i successi per la Marvel. Eppure, non c’è un momento nella saga che appaia vero.

Music

La cantante australiana Sia è la creatrice di un incantevole dance pop. La sua regia è un’esplosione di fantasia che prende vita nella mente di Music, ragazza autistica, e che è in grado di sollevare il morale.

Ma l’umore precipita ogni volta che si fa ritorno al film effettivo, una divagazione soporifera su come Music salva la vita della sorellastra drogata e a malapena in vita (una rasata Kate Hudson) e la sua vicina (Leslie Odom Jr.), un’ex boxeur che combatte contro una malattia mortale.

La decisione di Sia di far interpretare Music al proprio alter ego, Maddie Ziegler, ha causato parecchie controversie. Il casting è molto problematico, dal momento che nessuna persona autistica l’avrebbe interpretata come un fiorellino così angelico.

Benedetta

Una festa di suore, cattoliche e adescatrici, potrebbe apparire come un tema scandaloso per il 1982. Eppure, il fim non pare aver colpito il pubblico.

Ad essere onesti, il dramma storico di Paul Verhoeven su una suora italiana (Virginie Efira) che potrebbe fare miracoli non è solo una fantasia erotica con i costumi del XVII secolo. È un tentativo di raccontare una storia seria sulla religione, sull’oppressione e sulla salvezza.

Ma è su questo punto che l’immagine risulta noiosa. La figura in legno della Vergine Maria che viene intagliata in un’immagine erotica potrebbe essere meno scadente, se non fosse l’unica immagine della divinità cui Verhoeven pare interessato.

C’mon C’mon

Tutti sono innamorati del delicato dramma di Mike Mills con Joaquin Phoenix nei panni di un fannullone di mezza età che si prende cura del nipote (Woody Norman) per alcune settimane, finché i due diventano migliori amici.

Il film si presenta come una sorta di medusa: molle e gelatinosa, senza una parvenza di spina dorsale narrativa. Ed è tutto così dolorosamente inventato.

Viv di Gaby Hoffman lascerebbe davvero suo figlio con uno zio traballante, in modo da viaggiare per prendersi cura del disgustoso ex marito? E perché reagisce così casualmente dopo che il custode barcollante di Phoenix ha quasi perso il bambino? E com’è che Phoenix è un giornalista dello staff della NPR che si dilunga su una storia per un mese?

Il film è la migliore imitazione di sempre di Manhattan di Woody Allen, ma resta è un’esasperante versione di un debole, tenero e stravagante buddy movie.

La donna alla finestra

Ambientare un thriller in una vecchia casa buia è ancora una cosa fattibile da fare, ma la vecchia mossa di Hitchcock per cui il personaggio principale apprende informazioni cruciali su un criminale guardando dalla finestra dall’altra parte della strada? Non così tanto.

E questa è solo una delle tante assurdità che si accumulano nella suspense stracolma di Joe Wright. Amy Adams, nei panni di una psichiatra infantile che si automedica e che si rifiuta di andarsene da casa propria, in qualche modo fa sembrare l’agorafobia una presunzione.

I 5 peggiori film secondo Peter Debruge

Locked Down

Un critico può celebrare esempi di creatività: film in un’unica location come Land o un piano sequenza dedicato a una scena di parto come in Pieces of a Woman.

La pandemia COVID-19 ha messo in ginocchio i registi, ma ciò non significa che il pubblico voglia vedere una coppia vittima del lockdown prepararsi a una rottura che probabilmente non arriverà.

Chiwetel Ejiofor interpreta un pretenzioso borghese che ogni sera infligge letture di poesie ai vicini, mentre Anne Hathaway si diletta a licenziare dipendenti per l’ignaro capo interpretatk da Ben Stiller.

Possiamo incolpare lo sceneggiatore Steven Knight, anche se il regista Doug Liman ha le sue colpe. Per esempio, spreca l’accesso a un grande magazzino vuoto di Harrod’s per un’inutile rapina di diamanti.

L’uomo che vendette la sua pelle

Tanti eccellenti film sono entrati nella rosa dei candidati per la categoria dei lungometraggi internazionali agli Oscar dell’anno scorso, tra cui il taiwanese A Sun e lo straziante dramma lesbico francese Two of Us. Perciò, gli ultimi cinque film nominati sono stati una delusione.

Il film non è altro che la satira stridula e pedante di Kaouther Ben Hania, che critica la superficialità del mondo dell’arte europea attraverso lo sguardo di un nichilista rifugiato siriano.

Il messaggio, clamorosamente ovvio, è che il mondo apprezza l’arte più della vita umana. Se questa è la lamentela, il regista avrebbe dovuto donare il budget a un fondo per i diritti umani, risparmiandosi la ramanzina.

Encounter

Riz Ahmed avrebbe dovuto vincere un Oscar l’anno scorso per Sound of Metal. Ma ciò non significa che non possa sbagliare, come dimostra questo thriller psicologico manipolativo.

Ahmed si comporta come un inquadrato ex-marine, ma è anche una delle uniche persone sulla Terra a conoscenza di un’invasione aliena. All’inizio, il film descrive in dettaglio come un corpo infestato rapisce vittime ignare, ma anche di fronte a una tale minaccia è pazzesco che il nostro eroe prenda i due figli e si metta in viaggio.

Una caduta grave, tanto quanto la satira jihadista di pessimo gusto in Four Lions.

False Positive

I collaboratori di Broad City Ilana Glazer (protagonista) e John Lee (regista) passano bruscamente dalla commedia all’horror in questo sconvolgente film di Hulu, un delirante dramma ispirato a Rosemary’s Baby.

Glazer è fantastica, ma non è adatta a un ruolo così complicato. I suoi co-protagonisti, tra cui Pierce Brosnan nei panni di uno squallido dottore della fertilità, sono solo personaggi abbozzati. Glazer, invece, ha la stessa espressione in ogni scena: un sorriso falso, che maschera ciò che il personaggio prova davvero.

Il film è arricchito da frequenti allucinazioni, mai abbastanza reali da giustificare il finale oscuro e ambiguo.

Venom – La furia di Carnage

Un sequel scialbo di uno dei film più terribili del’Universo Marvel sancisce il ritorno di Tom Hardy nei panni di Eddie Brock, che prometteva di alzare la posta introducendo il rivale Carnage (Woody Harrelson).

Andato in produzione per uscire nel 2020, poi ritardato di un anno a causa della pandemia, questa opportunità avrebbe dovuto affrontare ciò che il film precedente aveva sbagliato.

Quella che avrebbe dovuto essere un’epica resa dei conti tra mutanti è minato da una direzione incoerente e da una CGI cartoonesca, che offre quello che sembra un incontro di wrestling tra fili mutanti di liquirizia nera e rossa.

Fonte: Variety