Dos : Due
Due come il perfetto sistema binario che oggi regola le nostre vite, come la coppia che genera la vita, come il maschio e la femmina, lo yin e lo yang. È a partire dal Simposio di Platone che si scrive e si argomenta su quanto sia imperfetto l’uomo da solo e quanto sia necessario trovare l’altra metà. Da questo semplice principio prende spunto il film di Mar Targarona, Dos, un thriller disponibile su Netflix.
Dos La trama
Due corpi completamente nudi, due sconosciuti. Lui, David, interpretato da Pablo Derqui, è un gigolò, mentre Sara, interpretata da Marina Gatell, è una donna della buona società, benestante, sposata con un luminare, ma insoddisfatta. Si svegliano e scoprono di essere stati cuciti l’uno all’altra, cercano di capire chi possa essere stato ma non hanno nulla in comune tra di loro. Lentamente affiora una verità molto scomoda da digerire.

Dos cinema della carne
Film per stomaci forti, che non risparmia dettagli della carne cucita, del sangue, e condisce il tutto con una scena di sesso in chiaro scuro molto poco credibile, Dos vorrebbe a forza essere associato al filone “cinema della carne” tanto caro a Cronenberg che ha ispirato molti registi spagnoli.
Colonna sonora di Diego Navarro al minimo indispensabile e luci soffuse, in questa camera misteriosa popolata dai due corpi nudi, doloranti, sanguinanti, desiderosi l’uno dell’altra, ma al contempo sospettosi. Dos è un film semplice fino all’inverosimile.
Si chiude con un coup de théatre che neanche sconvolge più di tanto lo spettatore, il quale si aspetta da un momento all’altro che il signor Saw faccia capolino sul triciclo.

Nonostante il soggetto tocchi subito nel profondo il pubblico, la storia che viene creata intorno alla cucitura, risulta molto debole.
Il personaggio che ha ordito il tutto, un deus ex machina che appare appena alla fine per scomparire velocemente, non viene in alcun modo descritto. Sembra di aver visto un corto horror piuttosto che un thriller di lungometraggio. Poca meditazione e molta carne esposta, al fine di attirare l’attenzione del pubblico di bocca buona o semplicemente assetato di sangue.
L’Italia premia la scelta lanciandolo subito nella top ten dei più visti. Mar Targarona, regista di pellicole interessanti quali Sequestro e Il fotografo di Mauthausen, questa volta si dedica più alla forma che ai contenuti, senza riuscire a ricucire la storia.
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