Con quattordici minuti di dietro le quinte nella sezione extra, Malignant è disponibile in blu-ray sotto il marchio Warner Bros Entertainment. Visto nei cinema italiani a inizio Settembre 2021, è il lungometraggio che segna il ritorno all’horror per James Wan, dopo la parentesi cinecomic di Aquaman. Il James Wan che ci ha regalato il primo Saw e L’evocazione – The conjuring, per intenderci.
E che porta stavolta in scena la Madison interpretata dalla Annabelle Wallis del secondo Annabelle, ammalatasi mentre è incinta e paralizzata da macabre visioni di omicidi.
Prima ancora di scoprire, in un certo senso sulla falsariga della saga Nightmare, che i suoi incubi sono pura realtà. Del resto, anche l’epilogo di Malignant (che non va assolutamente svelato) sembra rifarsi esplicitamente a quello del capostipite kruegeriano diretto nel 1984 da Wes Craven. Ma, nonostante rimandi e citazioni, il caro vecchio James riesce ancora nell’impresa di risultare originale e, soprattutto, di terrorizzare il sempre più smaliziato spettatore del XXI secolo. Perché, a causa dell’inquietante presenza di una sagoma dai lunghi capelli neri, inizialmente si potrebbe pensare all’ennesima ghost story a base di presenze proto-orientali.
Invece, tra minacciose telefonate ricevute dalla protagonista e sonoro che svolge come di consueto la sua fondamentale funzione, il tutto si evolve in maniera inaspettata. Tanto che, complice l’entrata in scena di un poliziotto, gli ultimi cinquanta minuti di visione fanno assumere all’insieme quasi i connotati di un action movie.
Senza risparmiare colpi bassi, in mezzo a operazioni chirurgiche a cranio aperto e un sanguinolento massacro da antologia consumato in carcere.
Un massacro degno dell’epoca d’oro dello splatter anni Ottanta. Grazie in particolar modo all’utilizzo tutt’altro che eccessivo e invadente che Malignant, movimentato e violentissimo, fa, in generale, dell’effettistica digitale. Man mano che dominanti rosse provvedono ad impreziosire ulteriormente l’eccellente, cupa fotografia e che la rivelazione finale appare quasi in qualità di omaggio a Basket case. Il poco noto debutto dietro la macchina da presa del geniale e sottovalutato Frank Henenlotter, per chi non ne fosse a conoscenza. Debutto datato 1982, tanto per tornare all’indimenticato decennio reaganiano dell’orrore in pellicola, al cui interno questa validissima opera di Wan non avrebbe affatto sfigurato.