L’arte come concetto di rinnovamento nel docufilm che racconta l’ultima impresa di Annalaura di Luggo, artista napoletana che ha scelto di partire dai Quartieri Spagnoli.
Napoli Eden, la storia
Annalaura di Luggo. Imprenditrice, artista, campionessa di sci nautico. Una persona che accoglie ogni ispirazione per riprodurre piccoli capolavori. La sua storia parte da Napoli, la città che più di ogni altra le ha concesso tutti gli strumenti per dare sfogo alla sua creatività. Una luce che in questo caso si è servita di un materiale all’apparenza di scarto come l’alluminio, trasformato in una tela adatta a riflettere le nostre emozioni.
Napoli Eden, la recensione
L’artista è per sua stessa natura incompreso. Vive nel suo mondo, e si relaziona con esso usando il suo unico linguaggio, quello dell’arte. Per capire tutto questo, serve fare un passo in avanti e comprendere le dinamiche che stanno dietro alla creazione di un’opera. Con Napoli Eden, Annalaura di Luggo sceglie di guidarci all’interno della sua mente creativa. Uno spazio inesplorato, indecifrabile, ma aperto a ogni genere di contaminazione. È ciò che emerge in questo docufilm di 70 minuti; un racconto a tappe dove l’artista decide di mostrarsi al pubblico senza filtri, come i suoi lavori.
Passato e futuro
Di Napoli Eden colpisce in particolare una delle sequenze iniziale, dove lei, da piccola, ripercorre con la bici le vie del cantiere di famiglia, circondato da alcune imbarcazioni storiche che hanno attraversato in lungo e in largo il Golfo di Napoli. Questo legame ha avuto certamente i suoi effetti, a cominciare dalle ricerche approfondite sui materiali che andranno a definire il design di queste barche. Lo stesso concetto vale per l’arte: sfida continua sul presente con una prospettiva sempre più orientata verso il futuro. Annalaura di Luggo non ha infatti paura di mostrare le difficoltà nel legare insieme le strade che intrecciano Napoli, descritta attraverso campi lunghi e da panoramiche che, grazie ai droni, ricoprono alcuni dei quartieri simbolo protagonisti di questo film.
L’occhio su Napoli
Eppure oltre alla bellezza dei quartieri che come mosaici raffigurano un’immagine di assoluta eleganza, ad Annalaura di Luggo interessa focalizzarsi sul singolo. Lo fa attraverso l’occhio, o meglio l’iride che rappresenta l’impronta del nostro sguardo impresso in una delle sue opere esposte. Per arrivarci però doveva convincere le persone, alcune molto restie a farlo, che l’hanno scambiata persino per un’oculista.
Lo stesso vale per i ragazzi dei Quartieri Spagnoli, convinti della forza di un progetto che, oltre a essere qualcosa di fisico e tangibile (l’albero di Natale in allumino, ad esempio), vuole diventare un’occasione di crescita per queste generazioni, che in Napoli Eden vengono valorizzate nella fase in cui l’opera è costruita.
Il film scorre ma si blocca soprattutto per via dell’uso troppo marcato della musica, che va ad appiattire la forza di certe immagini. Si poteva certamente dare più spazio al coinvolgimento dei ragazzi, raccontando il loro vissuto e i loro orizzonti dopo aver preso parte a questo progetto artistico ed educativo.
Ma il messaggio del film non ne risente, perché Napoli Eden insegna a non guardate tanto il risultato, quanto il viaggio che è servito per raggiungerlo. L’oggetto prima o poi si deteriora. Le emozioni e i ricordi, invece, si conservano nel tempo.
Napoli Eden
Anno: 2021
Durata: 74 minuti
Distribuzione: Annydi Productions
Genere: documentario
Nazionalita: Italia
Regia: Bruno Colella
Vuoi mettere in gioco le tue competenze di marketing e data analysis? Il tuo momento è adesso!
Candidati per entrare nel nostro Global Team scrivendo a direzione@taxidrivers.it Oggetto: Candidatura Taxi Drivers