‘Junior’ di Julia Ducournau. In uscita su Mubi l’esordio di una grande regista
Metamorfosi ormonale e organica di un corpo e un’anima, il cortometraggio racconta il difficile passaggio adolescenziale di ogni donna da tomboy a elegante femmina e la conseguente accettazione del sè.
In uscita su Mubi, esordio alla regia di Julia Ducournau, vincitrice con Titane della Palm d’or a Cannes
Metamorfosi ormonale e organica di un corpo e un’anima, il cortometraggio Junior di Julia Ducournau, in uscita su Mubi, racconta il difficile passaggio adolescenziale di ogni donna da “tomboy” ad elegante femmina e la conseguente accettazione del sé.
Nonostante bullismo scolastico ed inevitabili, dolorosi cambiamenti fisici, oltre che al confronto con una sorella maggiore perfetta e con altre ragazze più carine, il tema della diversità e della percezione del sé, tanto cari alla regista e tanto sentiti soprattutto nell’età dello sviluppo, vengono qui evidenziati chiaramente e portati sotto ai riflettori.
Quanto importante sia il nostro esordio alla vita, con le prime conquiste, i primi approcci sentimentali, i primi specchi impietosi non sono solo gli psichiatri a dirlo, ma anche fior di insegnanti e guru esistenziali.
Un trauma non superato si trascina per sempre e potrebbe rovinare la vita emotiva e sessuale di ciascuno.
Julia Ducournau in Junioraffronta anche in modo visivamente violento e invasivo e metaforicamente pervicace, un corpo e il suo cambiamento; pelle che si sfodera come quella di una vipera, perdita copiosa di liquidi, gastroenteriti, vomito e brufoli. Tutto questo è indicativamente il difficile percorso che ogni donna deve affrontare prima di diventarlo del tutto, ovviamente qui esagerato in modo metaforico dalla Ducournau.
Il fatto poi che il padre dell’originale regista francese sia un dermatologo e la madre un ginecologo deve aver di sicuro influenzato la vista e le curiosità organiche, anche orrorifiche della regista che, sul corpo e del corpo, per lo più femminile, ha sapientemente costruito la sua fortuna visiva e immaginifica.
Esordio in cortometraggio della regina del corpo, Julia, già vincitrice della Palma d’oro a Cannes con il tanto discusso Titane(2021), in cui gli elementi di interesse del suo cinema sono già tutti presenti in Junior. Interesse organico per i pezzi di corpo, mutazioni nell’essere femmina, da piccolo tomboy, la brava e giovane protagonista Garance Mariller, evolve in aggraziata femminuccia passando attraverso distaccamenti di pelle, gastroenteriti, pulsioni ormonali e perdita di liquori corporali etc.
In Raw(Grave) del 2016, poi, troveremo il passo seguente: una ragazza che diviene donna. Julia ama ribadire la non univoca nozione di “genere”, sia sessualmente che cinematograficamente, per evitare che i suoi personaggi vengano etichettati sempre in un unico modo. La stesso archetipo dei suoi film è una sorta di crossover tra commedia, dramma, horror, così come lo era la tragedia greca che già includeva tutte le tipologie.