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‘Caterina Caselli-Una vita cento vite’ un racconto che emoziona ora su RaiPlay

Un documentario sulla vita di Caterina Caselli, le opportunità favorevoli della sua carriera, il talento, ma soprattutto un racconto sincero e appassionato di sé

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Caterina Caselli – Una vita Cento vite è stato presentato alla sedicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, come evento speciale e proiettato  in sala, sempre come evento speciale,  il 13, 14, e 15 dicembre del 2021. È prodotto da Sugar Play in collaborazione con Rai Cinema e The New Life Company. Distribuito da Nexo Digital. Ora su RaiPlay.

Caterina Caselli – Una vita Cento vite all’anteprima milanese

Milano. Andiamo all’anteprima di Caterina Caselli-Una vita, Cento vite pensando che ci sarà poca gente: un documentario e di mattina feriale, poi! Invece la sala è piena e in sala c’è lei, Caterina. Prima della proiezione, nel buio, sentiamo la sua voce, la riconosciamo subito ed è già emozione. Non vuole presentare il film in maniera classica, ma dirci appena qualcosa: qualcosa però di particolarmente incisivo.

“Nel film ci sono io con tutte le mie fragilità e con la forza di alcuni momenti, perché sono un ossimoro vivente”

Aggiunge, poi: “C’è molto di Nessuno mi può giudicare qui. Dopo la visione, potete giudicare voi”

E il pubblico, commosso, alla fine del film risponde con un applauso che non vuole finire. Sarà l’autenticità del documentario, saranno i ricordi che dall’inizio ci prendono per mano, la musica, le parole che ci appartengono, che prima affiorano e poi si fanno strada prepotentemente fino a incontrare un’emozione così forte da non crederci.

Caterina Caselli-Una vita, Cento vite di cosa parla

Il documentario è il racconto in prima persona di Caterina Caselli che si svela in un dialogo intenso e serrato tratteggiando la figura di una donna che ha fatto della sua passione per la musica la vocazione di un’intera vita. Alternando aneddoti intimi a testimonianze pubbliche, ne emerge il ritratto di una donna che ha attraversato il tempo e spesso lo ha anticipato, in un percorso esistenziale coraggioso, controcorrente, e una vita che non sempre è stata facile: da artista rivoluzionaria negli anni ’60 a imprenditrice che ha saputo portare la musica italiana nel mondo (dal sito ufficiale Nexo Digital).

Caterina Caselli-Una vita Cento vite

Caterina Caselli, sul divano della casa discografica, come appare per buona parte del film

Caterina Caselli-Una vita, Cento vite dall’infanzia al festival del 1967

L’ordine cronologico è una scelta vincente della narrazione, perché ricostruisce meglio i passaggi esistenziali importanti. Per tutta la durata del film, Caterina Caselli si racconta, rilassata (ed emozionata) sul divano della sua casa discografica, che per lei è, ed è stata, quasi tutta la sua vita e che a noi ha regalato tanta buona musica.

Ripercorre la sua infanzia, la povertà e la gratitudine per la zia che le ha permesso di frequentare la scuola di canto, l’orchestra Callegari, le serate in giro per balere, fino all’incontro con l’Equipe 84. Sono stati loro, per primi, a notare le sue qualità, consigliarle di trasferirsi a Roma e convincere la madre, molto rigida sull’educazione di Caterina.

Del padre e della sua morte tragica parlerà più avanti, con le lacrime agli occhi, così come si commuove e ci fa commuovere parlando del suicidio di Luigi Tenco, a Sanremo, nel 1967. Un video di repertorio poi a rendere il ricordo ancora più struggente. Caterina è una ragazza ventunenne che l’anno dopo vincerà con Nessuno mi può giudicare; oggi dice di aver preferito, nel ’67, non essere arrivata in finale, perché, the show must go on, il festival è andato avanti nonostante il lutto che lei non avrebbe retto.

Un omaggio, dovuto, a Luigi Tenco

Non viene dedicato molto tempo alla memoria di Tenco, perché bastano pochi tocchi, e noi siamo grati a lei e al regista Renato De Maria per l’intensità con cui ci viene restituita. Anche alla Rai, che ha inserito su RaiPlay un programma dal titolo Incontro con Luigi Tenco del novembre 1966, appena due mesi prima la sua morte. “Io sono uno cha parla troppo poco, ma nel mondo c’è già troppa gente che parla parla parla sempre, pretende di farsi sentire e non ha niente da dire”. Esordisce così, quel ragazzo che quasi sussurrava le sue canzoni, e che, nella delicata riservatezza, sapeva rendere una protesta mentre gli altri urlavano nelle piazze e sui palcoscenici.

Caterina Caselli-Una vita Cento vite

Luigi Tenco e Dalida

E sempre su RaiPlay, lo troviamo interpretato da Alessandro Borghi nel film Dalida (del 2016) di Lisa Azuleos e da Matteo Mortari che dialoga con Luca Marinelli in Fabrizio De André. Principe libero di Luca Facchini (2018).

Una vita tante vite

Anche Caterina Caselli è una persona che si fa personaggio nella rottura con i modelli di allora. Fuori dall’iperbole di una vita cento vite, Caterina può vantare un’esistenza ricca di esperienze diverse l’una dall’altra, ma ugualmente intense, fino all’integrazione serena nell’età più adulta.

Il passato con i successi che fa tanto piacere riascoltare, l’età del casco d’oro, di Sanremo, del Festivalbar, del Cantagiro, di Un disco per l’estate, e dei musicarelli (di cui parla sorridendo, con tenerezza). Le sue movenze beat, che ci fanno sorridere, ma imitate dai giovani di allora, in pochi anni si fanno sofisticate, com’è più raffinata lei prima di ritirarsi dalle scene. I capelli e i vestiti sono diventati lunghi, la figura più snella, la voce però sempre la stessa.

Poi, il matrimonio con Piero Sugar (cinquant’anni di vita insieme festeggiati l’anno scorso), e l’impegno come scopritrice di talenti: Battiato, Guccini, Paolo Conte, Giuni Russo, Pierangelo Bertoli, i Negramaro, fino ad Andrea Bocelli, un fenomeno unico di successo planetario.

Il figlio Filippo ci racconta la crisi degli anni Ottanta, quando le radio libere sembravano aver ucciso per sempre il bisogno dei dischi; e il superamento di un triste periodo, anche grazie alla determinazione della madre.

Le belle coincidenze di una vita di cento vite

Due belle coincidenze fortunate nella vita della Caselli, alle quali si dichiara immensamente grata: il rifiuto di Nessuno mi può giudicare da parte di Celentano, che invece presenta a Sanremo Il ragazzo della via Gluck e la trascrizione di Insieme a te non ci sto più fatta da Paolo Conte, che l’aveva prima destinata all’Equipe 84.

Caterina Caselli-Una vita Cento vite

Caterina Caselli e Adriano Celentano

In questo riuscitissimo documentario, anche qualche battuta di dialogo intenso con Paolo Conte, a rivivere ora le scelte di allora, e con Francesco Guccini, a godere della sua affettuosa ironia.

E spezzoni di filmati d’epoca (si può dire d’epoca, oramai!) equilibrati nella loro durata. Brevi per non distoglierci troppo dalla Caselli di oggi, ma lunghi quanto basta per regalare suggestioni che, legate le une alle altre, spiegano gli occhi lucidi, l’applauso finale e il desiderio trattenuto di abbracciarla.

Se si vuole sprofondare ancora di più nella nostalgia, consigliamo la trasmissione su Raiplay, Diamoci del tu, condotta nel 1967 da lei e Giorgio Gaber. Davvero un come eravamo che fa sorridere, e che intristisce per la spensieratezza e la libertà sbandierata da chi ha avuto la fortuna di essere giovane in quegli anni.  

Caterina Caselli – Una vita Cento vite è stato scritto da Renato de Maria con Pasquale Plastino.  La direzione della fotografia è di Gianfilippo Corticelli; il montaggio di Clelio Benevento.

 

Caterina Caselli-Una vita Cento vite

  • Anno: 2921
  • Durata: 96 minuti
  • Distribuzione: Nexo Digital
  • Genere: documentario
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Reanto De Maria
  • Data di uscita: 13-December-2021

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