Le monde en soi, Mijo tiene un dinosauro, Stereotype, Stone heart: uno sguardo alla categoria animazione passata in concorso all'ultimo Rome Indipendent Film Festival 2021
Mentre sta preparando la sua prima mostra, una giovane pittrice si impegna così tanto per le sue creazioni che perde il senso della realtà e discende in un caos allucinogeno. Confinata in una clinica, ricostruisce progressivamente se stessa attraverso la pittura e l’osservazione giornaliera di uno scoiattolo fuori dalla finestra.
L’arte come mezzo per costruire se stessi
Nella ricerca delle opere d’arte perfette da poter presentare in mostra, l’artista viene inghiottita nel mare delle emozioni e del colore.
Perde il senso della realtà che la circonda, soffocata dai propri pensieri e da quelli delle persone che le stanno accanto. Travolta da questo mare di esperienze umane, l’artista si ritrova disorientata.
Cerca di risalire dalla confusione e di ritrovare il senno, ma è difficile. Ancora troppo ancorata alla perfezione e alla ricerca, si sente più volte in trappola.
In clinica, si trova a ricostruire se stessa attraverso l’arte; un’arte che stavolta è libera, staccata da regole imposte, che si lascia influenzare dalle piccole e semplici suggestioni, come ad esempio, l’albero fuori dalla sua finestra o lo scoiattolo che spesso le fa visita.
L’arte, usata come solo mezzo di sfogo ed espressione, le consente di ritrovare la verità, se stessa e di comprendere il mondo esterno.
Lo stile
Il corto presenta uno stile davvero interessante; la freddezza della clinica è rappresentata attraverso il disegno digitale bianco e nero, impersonale, asettico.
A questa prima parte di animazione si contrappongono i colori forti, le linee più libere, uno stile che ricorda la colorazione a pennarello, delle scene del mondo esterno.
Il culmine dell’ allucinazione dell’artista è invece rappresentato sempre con colori forti, ma anche attraverso linee che si scollegano fra loro, che si fanno più confuse, personaggi che si decostruiscono pian piano.
Mijo tiene un dinosauro
Regia: AlfredoSalomón
Paese: Messico
Anno: 2021
Durata: 5’
Trama
Il corto racconta la separazione di due genitori e le ripercussioni che tale evento ha avuto sul figlio.
Con il passare del tempo, il padre è allontanato dal bambino da una figura spaventosa che agisce assieme alla madre: una specie di mostro, un dinosauro che viene chiamato Karma.
Karma comincia a presentarsi alle partite di calcio del ragazzo, per poi essere presente ai compleanni, alle feste scolastiche, a tutti gli eventi importanti che segnano la sua vita. Il padre cerca di ricongiungersi al figlio: dialoga, chiede aiuto alla giustizia, lascia indizi, ma per loro è difficile vedersi.
Karma è ormai diventato così grande che sembra sia anche la terra su cui camminano, il mondo che li circonda. Una convivenza soffocante che penalizza entrambi.
Il corto si conclude con l’augurio del padre, che spera un giorno di poter rincontrare il figlio in serenità e di poter ricongiungersi a lui, di poter recuperare il tempo perduto.
Denuncia e sfogo
L’animazione del corto è bambinesca, con una ristretta palette di colori freddi. I disegni hanno l’aspetto di essere fatti a mano e poi animati in digitale. La narrazione è più importante rispetto alle immagini utilizzate, ma questo non penalizza affatto il corto, anzi dà maggiore valore alle parole. Un racconto che sembra una pagina di diario, uno sfogo dell’autore, che oltre a denunciare, cerca di guarire da questo doloroso evento.
Si conclude con la speranza che un giorno la situazione sarà diversa e una frase
Negare ai bambini la presenza di uno dei loro genitori è la più sottile forma di abuso sui minori
-Yobana Carril
La citazione denuncia la violenza subita, sia da lui che dal figlio, centro di tutta la narrazione e delle attenzioni del padre.
Stereotype
Regia: Nahyun Beak, Dahyun Beak
Paese: Corea del Sud
Anno: 2021
Durata: 11′
Trama
La guerra fra due popolazioni è terminata, ma fra loro è ancora presente una forte tensione.
Perché combattere ancora?
The grounds are bound together, like you and me
Il corto ci mostra come due popoli che combattono siano molto simili fra loro. Personaggi rossi che in realtà possono essere blu come il protagonista e viceversa. Persone con le stesse ambizioni, con le stesse paure, con la stessa umanità, non hanno più bisogno della guerra.
Stone heart
Regia: Humberto Rodrigues
Paese: Brasile
Anno: 2021
Durata: 9′
Trama
Guerre, epidemie, scarsità di risorse e collasso sociale hanno trasformato gli esseri umani in figure di pietra deformate e intrappolate nei loro peggiori vizi. Improvvisamente un fiore appare e libera uno dei “camminatori di pietra” dall’isolamento.
Condividere la bellezza e prendersene cura
Il protagonista, dopo aver trovato un fiore, si libera dalla roccia che lo avvolgeva e recupera la propria umanità. Inizia a prendersi cura della piccola piantina, ma presto comincia ad esserne geloso. Respinge gli altri camminanti di pietra, tanto da costruire un muro di ferraglia attorno al fiore; così facendo, non solo si assicura che nessun camminante lo tocchi, ma finisce per rimanerne diviso anche lui, trasformandosi nuovamente in pietra.
Chissà cosa sarebbe successo se avesse condiviso la bellezza del fiore, chissà se gli altri camminanti di pietra si sarebbero trasformanti anch’essi in persone, chissà cosa sarebbe successo se si fossero presi tutti cura del piccolo fiorellino.
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