Primo film in concorso alla 39esima edizione del Torino Film Festival, La chica nueva, dell’esordiente regista argentina Micaela Gonzalo, è una storia di crescita umana e presa di coscienza in un mondo desolato e abbruttito.
La chica nueva: Trama
La giovane Jimena (Mora Arenillas) raggiunge la Terra del Fuoco per chiedere ospitalità al fratellastro Mariano (Rafael Federman). Dopo un viaggio di fortuna, quello che si trova davanti è, però, un mondo tormentato dal vento, dal freddo e da una crisi economica galoppante. Sarà l’inizio di una nuova presa di coscienza di sé come donna e come lavoratrice.
Ancora un viaggio di formazione
Ha tutti gli elementi del classico coming of age La chica nueva, opera prima di Micaela Gonzalo. Un viaggio frenetico nella vita solitaria e disperata di una ragazza in cerca di una svolta e di un cambio di prospettiva. È con questa frenesia che la regista ci presenta Jimena, una donna inquieta ed errante come la macchina da presa – mobilissima – che la pedina insistentemente. È lei, infatti, il centro attorno a cui ruota un mondo altrettanto smarrito e al capolinea. Una Terra del Fuoco qui emblema della crisi economica e di un capitalismo sempre più disumanizzante.
Verso una nuova coscienza sociale
Non poteva che essere una fabbrica, allora, il luogo elettivo della trasformazione della protagonista. È qui infatti che, messo da parte l’egoismo profittatore del fratello, Jimena si confronta con una realtà nuova e con una solidarietà forse ancora possibile per lei e i suoi simili. Individuale e sociale si incontrano e scontrano, dunque, nel film della Gonzalo. Due forze condensate però in un percorso schematico non sempre felice. Perché se a tratti il film sembra guardare a esempi alti come In guerra di Stéphane Brizé, è la dimensione privata quella che conta e che resta predominante.
La chica nueva si accontenta così di fotografare una presa di coscienza interiore servendosi (anche) degli stilemi di un cinema che non gli appartiene. Un viaggio di formazione convenzionale che passa per il sociale ma ne lascia sullo sfondo il dramma e l’indignazione.
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