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Rome Independent Film Festival

‘Mía and Moi’ un rifugio e un legame indissolubile per ricostruire le proprie vite

Al RIFF 2021 il racconto di un amore fraterno come unica ancora di salvezza

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Fra i lungometraggi internazionali in concorso al Rome Independent Film Festival, il film spagnolo Mía and Moi celebra il legame di un fratello e una sorella che provano a ritrovare le loro vite dopo la disgregazione della loro famiglia.

Mía e Moi hanno da poco perso la madre, si ritirano nella vecchia casa di campagna della famiglia, isolati da tutto e da tutti. Mía si prende cura del fratello, Moi è chiuso nel dolore, caduto in una depressione sempre più forte. Con Moi arriva anche il suo compagno Biel. Anche grazie al supporto di quest’ultimo tutti e tre trovano il loro equilibrio. La loro quiete, però, viene disturbata dall’arrivo di Mikel, l’ex di Mía.

Mía and Moi 2

Borja de la Vega con questo film ci racconta i legami, quelli con le persone che amiamo, quelli fraterni e non solo, anche quelli che, seppur legami di sangue, possono essere tanto indissolubili quanto dolorosi e rinnegabili. Questi rapporti possono essere malsani, deleteri. Altre volte, come nel caso di Mía e Moi, possono essere l’unica nostra ancora di salvezza.

Il tema della perdita di una persona cara alla genesi del racconto è un elemento che ricorre spesso nel cinema. Pensiamo, nella storia recente, ai film di Pedro Almodóvar, di Xavier Dolan o di Pablo Trapero, che possiamo ritrovare in qualche tratto, in qualche analogia, in questo Mía and Moi.

La perdita e i chiaroscuri di una famiglia

A partire dall’elaborazione di un lutto, il dolore di fondo che si percepisce forte fin dall’inizio del racconto viene sovrastato da altri conflitti del passato più o meno recente. La polvere sulle foto è il ricordo di una storia familiare complicata. Storie difficili di famiglie che furono, elementi che non vengono esplicitati, ma che si fanno sentire eccome, a proposito delle gesta e dei discorsi dei due fratelli. Da qui anche i loro stati d’animo, che si palesano in modo naturale e vero, con le loro forti contraddizioni e insicurezze. Molto bravi i due interpreti, Bruna Cusí e Ricardo Gómez.

Mía and Moi è anche un’opera che destruttura le sovrastrutture, che ci riporta alla necessità di spogliarsi di tutto nel momento della ricostruzione di noi stessi. L’uomo e la (sua) natura, l’uomo che nella sua nudità di anima e corpo incontra il mare, interroga il mare. In più di qualche scena il mare serve da specchio per interrogarsi, ma anche da luogo di depurazione e rinascita. Poi la necessità di liberarsi mediante la meditazione, di cercare un rifugio, di reiterare momenti di riflessione lontano dal caos.

Il rifugio e la ricerca della propria identità

Quello che fanno Mía e Moi, in fondo, è ritrovarsi e ricercare la loro identità, le loro radici, dopo che hanno perso tutto ciò che amavano di più, in un rifugio, che è quella casa in campagna, piena zeppa di ricordi e di cose da rielaborare. I ricordi che sono quel che resta di una famiglia distrutta e la “vivisezione” delle parti che la compongono, come il découpage di Moi con le foto ricordo. Come se vi fosse la volontà di ricostruire qualcosa, di ricomporre il buono eliminando tutto il marcio, per ripartire.

Mía and Moi è un film apparentemente quieto, di riabilitazione alla vita che, dal punto di vista formale, non carica o trasfigura il reale, ma cerca di raccontare il superamento di un dolore con rispetto della storia e dei suoi personaggi, lasciandoli raccolti e meditativi. Questo connubio di anima e corpo e ricerca di sé si propaga nelle giustapposizioni delle inquadrature che seguono i personaggi nella casa, ma anche nei campi lunghi sulla campagna e dinanzi al mare, dove i corpi si lasciano circondare da ampio spazio e trovano un grande significato evocativo.

Le interpretazioni sono molto equilibrate e convincenti, vedi anche Eneko Sagardoy nei panni del fidanzato di Moi, Biel. Ci si misura con una storia molto intima e tradizionale, senza grosse espressioni visive, proprio per valorizzare invece le argomentazioni dei suoi personaggi. Questa è la linea che instaura sia l’autore e che vogliono instaurare anche i suoi personaggi. Poi l’arrivo di Mikel che va a creare una rottura alla quiete dell’opera e alle vite dei protagonisti. Una storia che si spacca in due.

Mía and Moi 3

Mikel, l’ex di Mía, è una persona opportunista e meschina, una persona detestata dal fratello Moi, che si rivelerà tale anche in un momento di dolore. Infatti, invece di entrare in punta di piedi, ripiomba nella vita di Mía con un prepotenza e un egoismo devastante. Un personaggio controverso molto ben caratterizzato e interpretato in modo tanto convincente quanto odioso da Joe Manjón. In un film che ha questa struttura narrativa l’apporto della prova attoriale è determinante. Tuttavia verso l’epilogo c’è un crescendo drammatico e noir.

Le presenze negative del patriarcato

Un’ulteriore sottotraccia, già citata in parte, è quella delle “figure patriarcali”, il tratto polarizzato in negativo del film, il male da cui difendersi. A queste il regista risponde lasciandole fuori dalla scena e raccontando le conseguenze che si sono riversate sui protagonisti. Un esempio è il padre di Mía e Moi, che conosciamo dai ricordi, dalle conseguenze che traspaiono dal rifiuto di accettarlo dello stesso Moi che ne estirpa la sagoma dalle fotografie. Poi c’è Mikel, altra figura patriarcale nell’approccio, probabilmente il prolungamento di un potenziale incubo sulle vite future di Mía e Moi, che in questo caso si prende la scena nella seconda parte del film prima della resa dei conti.

Proprio così. Alla fine il film ci lascia con una punizione estrema e alcuni interrogativi. Tutta questa sofferenza può giustificare ciò? E soprattutto, si può ricostruire un futuro per Mía e Moi estirpando in modo così irreparabile il passato che ha fatto male? Una cosa è certa: rimarrà l’unione indissolubile data dal legame di sangue senza contraddizioni, dall’amore fraterno autentico, cosa che, per il futuro, è una certezza straripante. Se una delle ambizioni di questa opera è di porci un interrogativo, se da ciò che distrugge si può trovare qualcosa che unisce con ancor più forza e per sempre, allora possiamo dire che in questo, con il messaggio che ci lascia, il film di De la Vega ce l’ha fatta.

RIFF 2021 i vincitori della XX edizione

Mía and Moi

  • Anno: 2021
  • Durata: 107'
  • Distribuzione: Yedra Films
  • Genere: Drama
  • Nazionalita: Spagna
  • Regia: Borja de la Vega
  • Data di uscita: 23-November-2021

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