Presentato alla stampa, dal regista Uberto Pasolini, Nowhere Special, in uscita nelle sale l'8 dicembre 2021. Il film è tratto da una storia vera e vede come protagonisti James Norton e il giovanissimo Daniel Lamont.
In occasione dell’arrivo in sala di Nowhere Special – distribuito da Lucky Red l’8 dicembre 2021 – il regista Uberto Pasolini ha presentato il film alla stampa. Con grande umanità, il cineasta nato a Roma, ma attivo soprattutto sul territorio internazionale, ha raccontato la nascita e lo sviluppo dell’emozionante progetto.
Presentato alla 77esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e all’interno della sezione Sintonie di Alice nella Città 2021, Nowhere Special è la storia di John e Michael (interpretati da James Norton e dall’esordiente Daniel Lamont), rispettivamente padre e figlio alle prese con una situazione tra le più complicate in assoluto.
John è infatti alla ricerca di una famiglia affidataria per il suo bambino, dal momento che la malattia lo separerà presto da lui, una volta e per tutte.
Nowhere Special | Uberto Pasolini racconta come è nata l’idea del film
Il film è tratto da una storia vera, ma come nasce l’idea? Cosa l’ha colpita in particolar modo?
Tutto è partito da un articolo di giornale, dove ho trovato la storia e ne sono rimasto colpito. Sono genitore anche io, per cui mi ha attratto l’idea di questo padre che avverte l’obbligo di trovare una soluzione alla vita del figlio e al tempo stesso la necessità di comunicargli la situazione.
Ho contattato i servizi sociali dell’epoca, ma non ne ho saputo molto di più rispetto a quanto letto: l’uomo era un padre single, senza famiglia, che aveva deciso di dedicarsi completamente da solo al bambino. Dalla curiosità iniziale, ho provato a capire cosa volesse dire essere nei suoi panni. E mi sono interrogato sulla forza di questa unione separata dal resto del mondo.
Siamo di fronte a una dedizione particolare, esclusiva.
Quindi ho fatto numerose ricerche sull’adozione, dal punto di vista pratico ed emotivo, contattando gente coinvolta nella questione. Come si cerca, come si identifica la famiglia giusta? Ho provato a ricreare il viaggio psicologico e pratico di un padre.
Il tema dell’adozione
Come ha fatto a rendere questa realtà dell’adozione e cosa ha scoperto sulle persone che ne fanno ricorso?
Io non ho nessuna immaginazione, per cui ho dovuto rubare alla realtà questi profili di intenzioni, di modi di avvicinarsi, che diventano poi tutti gli esempi che il padre deve analizzare. Attraverso il viaggio di conoscenza e incontri, c’è un’evoluzione che porta l’uomo a domandarsi quale sia la cosa giusta e ad abbandonare le sue certezze.
Penso che l’amore si basi sulla curiosità.
Senza di essa perdiamo l’opportunità di capire e amare veramente le persone che abbiamo accanto. Questo è il vero viaggio d’amore. Un viaggio di scoperte, durante il quale le debolezze devono essere accettate.
Fondamentalmente ogni coppia o single arriva alla decisione di adottare con ragioni diverse, non esiste una regola e non esiste la famiglia perfetta. Tutte quelle che incontra John avrebbero potuto offrire una buona vita a Michael, sono tutte speciali a modo loro.
Il film non vuole giudicare, non vuole dare risposte. Il cinema non dovrebbe dare lezioni, almeno io non lo concepisco così. È la condivisione di un viaggio, delle esperienze, dubbi ed emozioni.
La scoperta di un giovane talento
Cosa può dirci riguardo alla scelta di fare del protagonista un lavavetri?
Il mestiere del protagonista era scritto nella sceneggiatura. L’idea del lavavetri rimanda a qualcuno che osserva le vite degli altri. In questo modo John è obbligato a farlo per lavoro e per provare a capire come “funzionano” le famiglie.
Come ha trovato il piccolo e bravissimo Daniel Lamont?
Per fortuna, o grazie agli Dei del Cinema, non so… Avevo molte poche regole: doveva essere un bambino che non avesse mai lavorato con nessun altro, nemmeno con la maestra di scuola, che scoprisse giorno per giorno come diventare un professionista.
Ho provinato 100 bambini a Belfast, ma appena ho incontrato Daniel ho visto qualcosa di speciale.
Ho trovato un po’ quello che avevo scritto in sceneggiatura, questa capacità di osservazione e silenzio. Ho chiesto a James (Norton, ndr.) di passare del tempo con lui, per creare una facilità di rapporto. Alla fine ci ha passato giornate intere, creando e facendo nascere una vera amicizia. L’affetto che voi vedete sullo schermo è vero, credibile. Ma la qualità del film non è l’aver creato nel montaggio qualcosa di falso, ma di aver catturato una realtà, una vera emotività.
Se ci fate caso, le scene più importanti tra padre e figlio sono piani sequenza, lunghi, vissuti nella realtà. James ha capito che la forza del film si sarebbe basata sull’unicità di questo rapporto padre e figlio.
Nowhere Special | Uberto Pasolini svela perché ha scelto James Norton
Cosa l’ha convinta a scegliere James Norton?
Due ragioni. La prima è che ho deciso di scrivere una sceneggiatura con meno enfasi e meno spiegazioni di ciò che accade nella testa del padre possibili. Il padre non ha amici, da qui anche la decisione di scegliere il mestiere di lavavetri, che si può fare da soli, senza colleghi. Colleghi che sarebbero stati normali interlocutori della situazione, dei drammi, delle emozioni del padre.
Per cui avevo scritto la sceneggiatura priva di spiegazione in forma di dialoghi delle emozioni di John, soprattutto all’inizio del viaggio. Avevamo bisogno di un attore in grado di comunicare una vita interiore, molto profonda, senza dialogo, senza grandi momenti di recitazione. E io sapevo che James era capace di fare questo.
E l’altra cosa che mi premeva, era rafforzare questa situazione: un padre che aveva dedicato la sua intera esistenza al figlio, che non aveva creato altri rapporti al di fuori del rapporto col figlio. Mi sembrava rafforzabile nell’uso di un attore come James, che è bello, prestante, giovane e forte.
Lo spettatore, consciamente o inconsciamente, può immaginarselo in un’altra vita, in altri rapporti, con donne, amici. Questo giovane, in questa fisicità così attraente, ha una sola vita, un solo amore, un soloaffetto, che è il figlio.
La tecnica, la capacità, la profondità della recitazione che James può offrire, e proprio questa sua fisicità, mi hanno fatto pensare che fosse la scelta giusta.