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Festival del cinema di Porretta Terme

Intervista a Luca Elmi direttore del FCP Festival del Cinema di Porretta

Il festival del cinema di Porretta si svolgerà dal 4 all'11 dicembre 2021

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In Concomitanza con la XX edizione del Festival del Cinema di Porretta Terme, Paola Dei ha intervistato Luca Elmi, che ha saputo affrontare la sfida del digitale già dal 2020 regalando e costruendo una edizione che l’anno scorso non ha fatto rimpiangere le edizioni dal vivo.

Energico, entusiasta, desideroso di proporre film di qualità, Luca Elmi ci racconta che il 2020 ha sancito la collaborazione con Mymovies, piattaforma online che, grazie ad un abbonamento, permette di vedere i film dei più importanti Festival Internazionali e non solo.

Luca Elmi ha fatto altre cose nel Cinema ma al momento si dedica costantemente al Festival, è omonimo di Luca Elmi attore e sceneggiatore.

Luca Elmi racconta l’Edizione 2021 del Festival di Porretta che si svolgerà dal 4 all’11 dicembre.

Direttore quest’anno come verrà organizzato il Festival?

L’anno scorso il Festival venne portato avanti completamente in streaming, soprattutto perché nessuno poteva prevedere cosa potevamo fare e cosa no. A settembre era ancora tutto aperto, tanto che inizialmente era stata prevista una versione mista che non fu possibile realizzare. Quest’anno abbiamo già ideato da gennaio una programmazione parallela su Mymovies.it dove ci sarà una parte comune fra chi è in presenza e chi in streaming. Per alcune cose ci sono delle differenze, ma quello che con cambia è il Concorso Fuori dal Giro che è il  nostro Concorso più importante e che verrà presentato sia dal vivo al Cinema Kursaal ogni giorno alle 21,00 in prima serata con gli ospiti e gli attori e allo stesso orario partirà online anche su Mymovies dove sarà visibile per 48 ore.

Abbiamo una sala reale e una virtuale che propongono lo stesso programma del Concorso.

Questa possibilità ci ha permesso di avere un programma particolarmente ricco perché fra cortometraggi e lungometraggi abbiamo oltre 50 proiezioni.

Per un Festival delle nostre dimensioni e in un periodo come quello che stiamo attraversando, in cui il cinema sta soffrendo, è un numero abbastanza importante.

 A Porretta ho sempre visto film di qualità. Come avviene la scelta?

I film vengono scelti attraverso una selezione che va avanti tutto l’anno e che permette di avere in sala anche film meno noti ma che hanno il denominatore comune della qualità. Anche negli anni passati sono arrivati a Porretta film che poi si sono affermati e a volte abbiamo avuto il piacere di avere con noi registi e attori che successivamente sono cresciuti ed hanno avuto modo di dimostrare la qualità delle loro opere, che indubbiamente era già presente nelle opere presentate al FCP. Diciamo quindi che i nostri obiettivi principali sono: avere film di qualità e far conoscere autori meno noti. Le grandi kermesse devono omaggiare i grandi artisti con il tappeto rosso e anche con il glamour, ma i Festival di dimensioni più piccoli devono essere un po’ come i cercatori d’oro e portare avanti autori, registi e opere meno noti. Il nostro compito è quindi durante tutto l’anno, quello di cercare le pepite.

 C’è qualche film in particolare quest’anno nella sezione Fuori dal Giro che ci può segnalare?

Per me sono segnalabili tutti, ma vorrei privilegiare quelli che hanno avuto meno distribuzione e che il pubblico ha avuto modo di conoscere meno. Fra questi cito La Santa Piccola, che è stato presentato a Venezia ma che poi non ha avuto grande risonanza. Inoltre c’è un film-documentario che si chiama Hands of God di Riccardo Romani, che racconta la storia di curdi-iracheni che vanno alle Olimpiadi con la squadra nazionale di boxe. Si parla di pugilato ma anche di come possono vivere i giovani atleti in un paese martoriato come l’Iran. Il docu-film è prodotto da Alfonso Cuaron.

 Un modo per riscattarsi ed uscire dalla loro situazione, almeno per un po’ ed è molto utile che il cinema faccia conoscere queste realtà.

É un film che racconta le difficoltà della vita quotidiana, che per noi sono impensabili, e un grande sogno. É un documentario che colpisce molto e lo consiglio senz’altro.  Poi abbiamo Occhi blu, un  film particolarmente avvincente.

Io sono di parte ma ritengo che sia stata fatta una scelta molto attenta e accurata.

La stessa cosa avviene per la sezione dedicata a Elio Petri, dove una giuria composta di ragazzi molto più giovani di me hanno selezionato opere di indubbio valore artistico.

Al FCP è anche molto interessante la tradizione che viene mantenuta con la sezione dedicata a Elio Petri. Trovo anzi molto utile che siano i ragazzi giovani a scegliere i film di questa sezione perché permettono a chi lo ha conosciuto meno di rendersi conto dell’opera di questo artista. Queste figure che hanno dato tanto alla cinematografia contribuiscono a far conoscere la storia del cinema.

Il premio Petri quest’ano è arrivato alla terza edizione. Lo abbiamo realizzato in accordo con la famiglia, con la vedova di Petri e con tanti amici che hanno sentito la necessità di omaggiarlo e ricordare la sua passione nel fare cinema. Lui presentò a Porretta il Film La classe operaia va in Paradiso con le musiche di Ennio Morricone e la scenografia di Dante Ferretti. Il film vinse la Palma d’Oro al Festival di Cannes. La figura di Elio Petri è una delle sue più autorevoli ma anche meno conosciute. E se vogliamo aggiungere un’altro obiettivo ai due di cui abbiamo parlato prima, direi che è quello di far conoscere i grandi cineasti degli anni precedenti alle generazioni più giovani. Ecco perché nella sezione a lui dedicata  cerchiamo di trovare nuovi autori che raccontano la realtà del quotidiano con la stessa lucidità che aveva Elio Petri. Non è semplice ma bisogna tentare.

A proposito di giovani mi sembra che la scelta della giuria composta da giovani sia molto importante. Oggi viviamo in una società esteriorizzata ma che molto spesso non conosce il cinema paradossalmente.

Noi ci accorgiamo che il cinema, soprattutto nelle nuove generazioni, non è molto conosciuto ma allo stesso tempo c’è una grande attenzione per il cinema.

Va quindi raccontato quello che è meno conosciuto ma va anche proposto quello che riescono a creare le nuove generazioni. Non bisogna pensare troppo al passato ma non bisogna neppure dimenticarlo. Queste sono le due linee sulle quali viaggia il nostro Festival.

Bisogna cercare di far conoscere il cinema come uno degli elementi artistici.

Ricordo nel 2019 di aver visto al FCT la moglie di Elio Petri. Fu decisamente una presenza molto significativa.

Si, venne ad inaugurare l’Edizione di quell’anno. Il Premio ha una storia molto particolare. É una statuetta che fu regalata a Elio Petri quando girò La classe operaia va in Paradiso. É un albero di Natale realizzato con il tornio dagli operai dove venne girato il film. A noi è piaciuta l’idea di riprodurlo per  il Premio e la moglie ha sposato subito questo pensiero.

Gli operai lo regalarono a Petri perché quando il film fu presentato era il periodo delle festività natalizie. A noi lo ha riprodotto una azienda meccanica del territorio dove andarono a parlare Elio Petri con Volontè la serata in cui l’opera fu molto criticata dai critici e da altri registi. Petri e Volontè erano presenti, Jean Jily, un critico di fama Internazionale, che era presente quella sera, ricorda molto bene l’evento. Il regista e l’attore  se ne andarono e si recarono dagli operai della fabbrica di ascensori dove era stato girato il film e gli operai stessi gli regalarono l’albero di cui abbiamo parlato.

Volontè era e rimane uno dei migliori attori della cinematografia Internazionale.

Si è vero, Volontè come Petri era un amico del Festival e venne con piacere a presentare il Film, ma quando le critiche furono troppe si inalberò molto. Lui e Petri uscirono dalla sala e andarono via.

L’Anno  scorso c’era Steve della Casa, sarà presente anche in questa Edizione?.

Si c’è anche quest’anno e presenterà il primo film di Alfonso Cuaron. Abbiamo avuto la capacità e la fortuna di avere registi affermati che, come tutti noi, quando hanno iniziato, hanno realizzato film che spesso non sono stati distribuiti

Anno scorso avemmo un film di Pablo Larrain che poi fu presentato su Mymovies; mai visto prima in Italia. Un film eccezionale dove la capacità di Larrain era già molto visibile. E quest’anno Cuaron ci ha fatto il grande regalo di poter presentare il film in anteprima nazionale. Lo ha girato trenta anni fa. Ha elementi un po’ noir e viene introdotto da Steve della Casa. Purtroppo non possiamo farlo vedere in streamig perché é arrivato dalla cineteca del Messico alle cineteca di Bologna e potrà essere visibile solo  in sala.

Complimenti anche per questa idea che trovo molto interessante. Alfonso Cuaron sarà presente?

No, perché è in pre produzione con un’altra opera; ci manderà un video. É nel momento più critico per il suo lavoro, oltre al momento critico sanitario che stiamo attraversando.

Ricordo che fate anche presentazioni di libri. Ci saranno anche nel 2021?

Quest’anno presentiamo due libri: uno il 5 dicembre su Sciascia e il cinema e presenzieranno gli autori. É un racconto fra il cinema e la scrittura di Sciascia. É importante sapere che Sciascia e Petri si conoscevano e fra loro c’è stato un legame molto forte. Presenteremo poi Parola solenne. Dialoghi e visioni nel Cinema di Elio Petri di Natale Luzzagni che sarà con noi. Il libro sarà presentato il giorno 11 durate la serata finale. Quest’anno si festeggiano i 50 anni dall’uscita de La classe operaia va in Paradiso. Abbiamo pertanto creato un evento- incontro con il titolo: Il cinema racconta il mondo del lavoro che vogliamo organizzare con esperti, sceneggiatori, critici per affrontare questo tema.. Ci piacerebbe fare un ragionamento a tutto tondo su questo; come il cinema ha raccontato il mondo del lavoro, quando lo ha raccontato in altre opere e se lo ha raccontato in modo reale.

 

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