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28 settimane dopo

“L’assassino è sempre il maggiordomo” (sinossi ed epilogo dei film). Rubrica a cura di Francesco Massacces

Pubblicato

il

 

 

Titolo originale: 28 weeks later

Anno: 2007

Regia: Juan Carlos Fresnadillo

Interpreti principali: Robert Carlyle (Don), Jeremy Renner (Doyle), Rose Byrne (Scarlet), Imogen Poots (Tammy), Mackintosh Muggleton (Andy), Catherine McCormack (Alice)

Come visto nel film precedente (28 giorni dopo), un virus ha infettato gran parte della popolazione britannica, trasformando la gente in feroci cannibali.

In un cottage di campagna, un gruppo di sopravvissuti si prepara a mangiare; tra i pochi presenti ci sono Don e Alice, marito e moglie, felici che i loro figli siano salvi, essendo partiti per un viaggio scolastico fuori dai confini nazionali prima dell’epidemia.

Un ragazzino in fuga viene fatto entrare in casa, ma un infetto riesce a contagiare una donna vomitando sangue attraverso la finestra barricata, e presto altri infetti riescono ad entrare: Alice non vuole abbandonare il piccolo, e Don scappa lasciando la moglie al proprio destino; arrivato ad una barca e perso anche l’unico altro compagno scampato all’attacco, l’uomo riesce ad andarsene via fiume.

Vediamo le varie fasi dell’epidemia, con il controllo preso dall’esercito americano e il nuovo piano di ripopolamento e rinascita della nazione.

Alcune persone fanno il loro ritorno in città, tra cui Andy e Tammy, i figli di Don; anche se la situazione è ancora precaria e il maggiore medico Scarlet discute dei rischi di un ritorno dell’infezione con il generale Stone, vediamo che la zona per i civili è attrezzata per una vita quasi normale, ed è presidiata da numerose truppe, compresa una squadra di cecchini di cui fa parte il sergente Doyle.

Don è diventato uno dei custodi principali dell’area, e può dare ai figli una sistemazione confortevole in attesa di una casa definitiva; i ragazzi chiedono cosa è stato di Alice, e l’uomo mente dicendo di averla vista uccidere dagli infetti senza aver potuto fare niente.

Dopo una nottata più o meno tranquilla, passata con qualche scherzo tra Doyle e Flynn, uno degli elicotteristi, Andy e Tammy decidono di uscire di nascosto dalla zona sicura per andare nella loro vecchia casa a recuperare qualche ricordo: nonostante vengano subito individuati dal cecchino, fratello e sorella riescono ad entrare in casa, trovando con grande sorpresa la madre ancora viva; subito dopo, un manipolo di soldati cattura Alice per permettere a Scarlet di studiarla.

Mentre la dottoressa preleva un campione di sangue da Alice, essendosi accorta che la donna è ancora sana nonostante un segno di morso, Don affronta la verità di ciò che è successo con i suoi figli, che non possono credere che il padre gli abbia mentito.

Scarlet rivela a Stone che Alice è diventata una portatrice del virus, un’infetta non aggressiva ma ancora capace di infettare gli altri tramite sangue o saliva, ed il generale è pronto ad eliminarla per evitare problemi.

Don, con la possibilità di accedere alle varie stanze grazie al suo lavoro di custode, riesce a trovare la moglie, chiedendole perdono per averla abbandonata e dandole un bacio: con il passaggio di saliva, l’uomo si trasforma, massacrando la povera Alice legata al lettino medico, per poi scappare attaccando chiunque gli si pari davanti.

Stone annuncia il codice rosso per l’eliminazione di ogni contagiato, staccando anche la fonte di energia principale e lasciando quasi tutto al buio; Scarlet salva Andy e Tammy, ma il ragazzino si ritrova da solo e viene messo in uno stanzone chiuso insieme agli altri civili: Don è lì, e il contagio si estende, con la gente in preda al panico che riesce a scappare fuori.

Messo alle strette, Stone ordina ai suoi uomini di sparare a tutti, ma Doyle non riesce ad eseguire il comando e salva Andy con un proiettile mirato contro un infetto, per poi lasciare la sua posizione per raggiungere il ragazzino.

Doyle capisce che il codice rosso implica l’eliminazione di ogni forma di vita nell’area, e decide di portare Andy, Tammy, Scarlet e pochi altri in salvo; il cecchino fissa un punto di raccolta con l’elicotterista Flynn entro i pochi minuti disponibili prima del bombardamento della  città: un altro tiratore blocca la via di fuga, eliminando alcuni superstiti e ferendo Scarlet, ma Doyle riesce ad evitare la minaccia grazie all’aiuto di Andy che esce all’improvviso allo scoperto per fare da esca.

Il gruppo arriva al punto di incontro, e Scarlet comunica a Doyle che la sopravvivenza dei due ragazzi è essenziale per la ricerca di una cura al virus, poiché potrebbero avere la stessa immunità genetica della madre.

Flynn arriva, rifiutandosi di accogliere anche gli altri sul velivolo: una torma di infetti si dirige verso i nostri, ma l’elicottero falcia i contagiati senza pietà per poi ripartire; Doyle e il pilota scelgono un altro punto di rendez-vous, ed i quattro devono ripassare attraverso una parte di città.

Nella strada, vista una nube di gas e una squadra di soldati con armi chimiche, i sopravvissuti salgono su una macchina che non vuole partire: Doyle affida il suo fucile a Scarlet e scende per spingere l’auto, riuscendo a farla accendere ma sacrificandosi sotto il respiro dei lanciafiamme militari.

Un elicottero da combattimento bersaglia il mezzo in fuga, ed i tre rimasti devono proseguire a piedi per una stazione della metropolitana completamente al buio, dove Scarlet guida i ragazzi usando la visione notturna del fucile di Doyle; la dottoressa viene picchiata a morte con il calcio dell’arma dal redivivo Don, che riesce anche a mordere Andy prima di essere ucciso da Tammy.

è immune come sua madre, ed insieme alla sorella arrivano al zona di incontro con Flynn, che li accetta a bordo dopo aver appreso della morte degli altri.

Ventotto giorni dopo, a Parigi, vediamo l’elicottero abbandonato, senza nessuno a bordo, mentre degli infetti corrono vicino alla Torre Eiffel.

Francesco Massaccesi

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