Une Famille di Cristian Carmosino Mereu è in concorso al RIFF Roma Independent Film Festival.
È un documentario che svolge un’interessante indagine sociologica. Cristian Carmosino Mereu ci svela un lato inconsueto dell’Africa, raccontando la storia di chi ha deciso di restare, investendo il proprio futuro per migliorare la condizione del proprio paese. Une Famille non si limita a essere un’opera con un esplicito messaggio sociale, ma riesce anche a raccontare l’intimità dei protagonisti, narrando i loro sogni.
La trama
Missa, Adama, Nafisa e Irene sono quattro giovani africani che studiano all’Università Joseph Ki Zerbo di Ouagadougou (Burkina Faso). Frequentano il Master Agrinovia, un programma di alta formazione professionale sull’innovazione e lo sviluppo rurale. I giovani protagonisti iniziano un lavoro di ricerca sul campo che permette loro di apprendere le competenze e le difficoltà quotidiane di tanti contadini e contadine burkinabé. Si interrogano sul proprio ruolo a sostegno dello sviluppo del paese e sul loro futuro professionale.
La genesi del film
Dal 2011, l’Università di Roma Tre, con il supporto dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, sostiene Agrinovia, un Master di alta formazione dell’Università di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso.
Une Famille nasce proprio in questo contesto accademico. Cristian Carmosino Mereu, oltre a essere regista e produttore, è anche responsabile tecnico del Centro di Produzione Audiovisivi dell’Università di Roma tre.
Al regista era stato richiesto di realizzare degli audiovisivi all’interno del progetto Agrinovia, ma nel 2017 decide di realizzare un lavoro più approfondito, seguendo il percorso formativo di quattro studenti africani.
“ Fare questo film per me è stato non solo scoprire la complessità della vita di chi proviene da uno dei paesi più poveri al mondo, ma anche la dimostrazione lampante che esistono molti stereotipi da demolire quando si parla di Africa”.
Sono queste le parole del regista di Une Famille, il quale sottolinea l’aspetto più originale della sua opera. Il documentario, infatti, narra un aspetto dell’Africa poco conosciuto in Occidente.
La normalità africana
La stampa e la televisione ci raccontano di giovani africani e africane con il sogno di abbandonare il loro paese emigrando in Europa, ma non è sempre così.
Une Famille testimonia una realtà diversa, che secondo Cristian Carmosino Mereu, ha l’obiettivo di portare un po’ di normalità africana dentro il nostro immaginario.
Missa, Adama, Nafisa e Irene non vogliono lasciare il Paese natale e hanno deciso, con coraggio, di investire nel loro futuro per migliorare le condizioni della loro comunità.
La realtà in cui vivono non è certo semplice. Il Burkina Faso è tra i territori più poveri al mondo; inoltre, da anni, è teatro di violenze perpetrate da gruppi jiadisti.
Il messaggio sociale e politico del documentario è esplicito. Il continente africano sarebbe una terra ricchissima se le risorse fossero utilizzate per migliorare la situazione in loco, piuttosto che essere sfruttate dalle potenze occidentali.
Une Famille mostra il miglior modo di aiutare la popolazione africana a casa propria.
Una trilogia in corso
Ma il documentario non offre solo l’aspetto sociologico dell’argomento. Il regista, infatti, con discrezione, conservando una certa distanza tra i protagonisti e la macchina da presa, mostra anche un aspetto più intimo, raccontando le speranze e i timori dei giovani protagonisti.
Il Burkina Faso è una costante nella filmografia di Cristian Carmosino Mereu e Une Famille sembra essere il secondo capitolo di una trilogia ancora in corso.
Nel 2015, infatti, il regista realizza Pieds Nus, incentrato sulle rivolte spontanee nate nel paese africano contro il regime dittatoriale di Blaise Compaoré. È ancora in fase di lavorazione, invece, Land of Upright People, che racconta il travagliato percorso di democratizzazione del Burkina Faso.
Une Famille è prodotto dall’Università di Roma Tre in associazione con l’Università Joseph Ki – Zerbo. Inoltre hanno sostenuto il progetto l’Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e il Ministero degli Affari Esteri. Altre produzioni coinvolte sono: La Ruche, Terre des Hommes Suisse, Wascal e Watinoma Onlus.