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Rome Independent Film Festival

‘Le Censeur des Rêves’, il grottesco trionfo del fantastico

Il controllo dei sogni può annullare la forza dolorosa dei ricordi aprendo spiragli verso mondi reali mai considerati

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Léo Berne e Raphaël Rodriguez dirigono una sorprendente opera di cortometraggio liberamente tratta dall’omonimo libro di novelle di Yasutaka Tsutsui. È la messa in scena di una realtà fantastica nella quale la gioia e il dolore flirtano per sedurre l’umanità dormiente della protagonista. Passato in concorso al Rome Independent Film Festival, Le Censeur des Rêves  è prodotto da Iconoclast.

Les Censeur des Rêves, la trama

Ogni notte il censore dei sogni, con tutta la sua equipe, cerca di controllare quelli di Yoko, una donna il cui subconscio è attanagliato da ricordi dolorosi.  Una notte il compito si rivela più complicato del previsto e la manipolazione sembra non riuscire a cancellare il riaffiorare dei drammi del passato. Il censore tenta il tutto per tutto e ricorre all’espediente più estremo.

L’equilibrio

Léo Berne e Raphaël Rodriguez, con la fotografia estremamente accurata di Khalib Mothasseb, creano una linea narrativa che, pur palesando qualche déjà vu, si caratterizza per un elegantissimo senso estetico e la capacità di tradurre il grottesco della trama in un elemento di irresistibile attrazione. In soli 18 minuti si rincorrono generi differenti, dalla commedia al dramma fino al fantastico, senza che nessuno riesca a prendere il sopravvento sull’altro. Ne consegue una suspense immune dagli espedienti comici che, fino all’ultimo istante, conserva la sensazione di una tensione pronta a travalicare ogni altra emozione.

Lucidity Institute

L’idea del controllo dei sogni non è una novità assoluta e nel mondo del cortometraggio francese aveva già di recente fatto capolino con Le Bureau des Réves. Questo lavoro del 2014, a firma Flober, era meno curato negli aspetti estetici, con la parte in commedia predominante, ma sostanzialmente redatto con un’impostazione narrativa simile.  Un tema che affascina e si configura nel filone sperimentale della capacità di declinare con efficacia la nuova frontiera d’indagine sui cosiddetti sogni lucidi. Le Censeur des Rêves  in fondo si concentra proprio su questo, è la sua sottotraccia d’ispirazione. Riusciamo a gestire i nostri sogni? Possiamo crearli noi stessi? Domande che fluttuano all’interno della storia per perdersi nel futile etere del corposo gioco di dialoghi brillanti e all’altezza della situazione.  Berne e Rodriguez creano un loro personale Lucidity Institute e lo ammantano di un’aura ironicamente fantastica.

È necessario continuare a sognare, altrimenti la nostra anima muore

Paolo Coelho

Megaforce

L’imprimatur artistico messo in campo dal duo Berne e Rodriguez è il frutto di un gruppo consolidato di esperienze, comprensivo anche di Clément Gallet e Charles Brisgand, già dedito all’interpretazione dei gusti del grande pubblico attraverso il collettivo Megaforce e le sue realizzazioni in ambito pubblicitario. L’uso dei primi piani e la capacità di sintetizzare efficacemente le presenze in scena, corroborato dall’estrema precisione del montaggio, nello specifico a cura di Laure Saint-Marc,  ai sensi della sintesi del racconto filmico rappresentano un indubitabile rilevante segno caratteristico fortemente vivo in Le Censeur des Rêves.

RIFF 2021 i vincitori della XX edizione

  • Anno: 2021
  • Durata: 18 minuti
  • Distribuzione: Salaud Morisset
  • Genere: Fantastico
  • Nazionalita: Francia
  • Regia: Leo Berne, Raphael Rodriguez

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