Direttamente dalla sezione “Cortometraggi” del Rome Independent Film Festival, arriva Fishman. Si tratta di un progetto realizzato dai due giovani filmaker e registi, Raffaele Rossi e Nicolas Spatarella, che avevano avuto già modo di farsi conoscere e apprezzare ai festival con il loro precedente lavoro The Rigor Mortis Show.
Il corto è interpretato dall’astro nascente Filippo Scotti, fresco della vittoria del premio Mastroianni come miglior attore esordiente all’ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. L’ultimo film di Paolo Sorrentino, È stata la mano di Dio, gli ha infatti permesso di vestire i panni del protagonista del film, Fabietto Schisa, e di restituire un’interpretazione intensa e sincera.
In questo cortometraggio, inquietante e suggestivo, è un corriere alle prese con la misteriosa consegna in un luogo dai mille segreti, che lo porterà a entrare in una spirale di delirio.
La trama di Fishman
Un corriere deve consegnare un pacco su un’isola, ma quando giunge sul posto è costretto a fare i conti con uno scenario perturbante e minaccioso. Ciononostante, il fattorino farà di tutto per portare a termine il lavoro, sollecitato dall’incessante allarme proveniente dal dispositivo tecnologico che indossa al polso, pronto a ricordargli che “la consegna è in ritardo”.
Sui sentieri di Avati e Cronenberg
Rossi e Spatarella con questo cortometraggio approdano nei territori dell’horror. C’è un’ appassionata e fremente volontà di giocare col genere, divertirsi e divertire gli spettatori. I due registi attingono a piene mani dalle atmosfere degli horror rurali del cinema di Pupi Avati, in particolare La casa dalle finestre che ridono. Un genere che vive di ambienti inospitali, misteriosi e di personaggi altrettanto difficili da decifrare, inquietanti nella loro normalità.
Fishmansi rifà inoltre al body horror di Cronenberg e dal punto di vista visivo non ha paura di osare e mettere in scena il corpo che cambia forma e si trasforma.
L’amalgama funziona e il cortometraggio diventa un interessantissimo lavoro in cui la tensione fa da padrona. A questo proposito il sonoro è di pregevolissima fattura e restituisce in maniera efficace l’atmosfera misteriosa di questo luogo. Il bip dell’orologio al polso del protagonista è una presenza sonora costante, che sottolinea lo scorrere incessante del tempo. Man mano, però, si trasforma anch’esso in qualcosa di martellante e ossessivo. Entra direttamente nella mente del protagonista e in quella dello spettatore, diventando prima avvisaglia di un declino imminente.
Una interpretazione convincente per una esperienza difficile da dimenticare
La Procida filmata dai due registi è fatta di luci e ombre, e mette in scena l’ambiguità del luogo esplorato dai registi. Si passa da case e strade irradiate da un sole battente a spazi tetri abbandonati e polverosi. È proprio all’interno di queste stanze e di questi vicoli che si muove il protagonista, alla ricerca di un destinatario del pacco che sembra non trovarsi da nessuna parte. Il giovane attore restituisce in modo efficace lo stupore e il terrore trovandosi in un luogo misterioso e indecifrabile.
Assistiamo alla sua ricerca del dottor Pisacane a cui è destinato il pacco e poi alla discesa fino al punto di non ritorno. Il delirio assume una forte connotazione metaforica, rendendo tutto Fishmanstesso una grande metafora. Sta allo spettatore farlo proprio e dare una sua interpretazione di ciò che ha visto. Il corto diventa quindi un lavoro non immediato e destinato a crescere e stimolare curiosità sempre maggiore. Peccato solo che il finale risulti un po’ frettoloso e con un ritmo che non rende giustizia alla meticolosa gestione dei tempi. Si tratta però di un piccolo appunto a un lavoro che convince e lascia il segno, confermando il duo Rossi e Spatarella come un tandem da tenere d’occhio per il futuro.
Qui sotto il link al trailer del cortometraggio e alcune foto dal set:
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