Decalogo dell’uomo eccezionale. A man’s gotta know his limitation, Callaghan..
Partendo da una delle citazioni storiche dei suoi personaggi, quella di Callaghan: “Un uomo deve conoscere i suoi limiti”, viene da chiedersi se si conoscano però anche i suoi pregi.
Cosa rende infatti un uomo indimenticabile e, nello specifico, Eastwood? Una forte connessione con la propria parte femminile? Sì. Il non prendersi troppo sul serio? Sì. La capacità di imporsi come eccellente professionista, pur rimanendo sempre umile? Sì. La volontà assidua di fare le cose con amore sfoderando grande ironia, soprattutto in momenti inaspettati? Sì. O l’avere una grande anima, compassionevole anche verso i minori? Sì.
No, non state però leggendo il manuale delle 100 domande, scritto da “desperate housewives”, bensì l’accurata descrizione che emerge dalle interviste di 2 ore e 30 con amici, attori, produttori e coloro che hanno avuto la fortuna di interagire professionalmente con Clint Eastwood. Tra di essi Morgan Freeman, Meryl Streep, Kevin Costner, Martin Scorsese, Steven Spielberg e Peter Morgan oltre a grandi collaboratori, colleghi e ammiratori tra cui Mandela, intervistati per l’occasione e probabilmente sinceri.
Personalità camaleontica. Sperimentatore nei generi.
Tipo tosto. Idee chiare. Silenzioso. Ironico. Star dei western. Vincitore di premi Oscar. Grande regista, grande attore. Visionario. Pochi artisti nella storia del cinema hanno lasciato il segno come Clint Eastwood, riuscendo persino a fare un film non voluto. Non capito dai produttori, ingaggiò un orango come attore, che gli fece poi invece guadagnare ben 78 milioni di dollari, in tempi non sospetti per ricavi così stellari. Vero artista fino al midollo, rileggendo generi diversi e facendoli suoi, riusciva a mettere totalmente a proprio agio gli attori con comicità o dando loro quella forza e sostegno che li faceva rendere al meglio. Proprio perché lui stesso un attore, sapeva bene cosa poteva venir meno ai colleghi, anticipandoli e creando sempre un’atmosfera rilassata di accoglienza, mai di giudizio.
D’altro canto una personalità speciale e sensibile riversa, anche nella produzione cinematografica, queste qualità. Un montaggio invisibile, mai un eccesso di teatralità, il prevalere dell’understatement, l’assenza di ridondanze, l’autenticità del racconto e quasi sempre la ricerca di personaggi speciali, che diventano eroi senza percepirsi tali, conferma l’umiltà del grande, che vede anche se stesso allo stesso modo: semplice. Molti dei suoi film come i Ponti di Madison County rimangono proprio capolavori di empatia verso l’altro: sia esso un amore verso una donna, un bambino, un vicino di casa, un compagno in guerra o un pilota d’aereo verso i suoi 155 passeggeri.
In occasione del suo ottavo decennio da protagonista del cinema americano, Warner Bros. celebra quindi una vera e propria icona e le sue doti con una serie di nove documentari che ripercorre l’eccezionale carriera di Eastwood. Gli episodi della serie: The Heart of a Hero, Triple Threat, Courage Under Fire, Fighting for Justice, No Holds Barred, An Actor’s Director, Reinventing the Western, Witness to History, A Director’s Vision.
Commento al documentario
A parte la voce fuori campo impostata e un po’ da cow-boy che spesso imperversa nel racconto di vita e lavoro di Clint e, togliendo anche la musica di genere solenne, molto, forse troppo – American Style – il racconto è interessante, anche se a tratti lungo e in qualche punto ripetitivo. Di sicuro è didascalico, ma d’altro canto il regista è anche un insegnante. Clint Eastwood: a cinematic legacy ha il merito di fa capire a tutti come dietro a un grande professionista di solito, ed è questo il caso, si nasconda innanzitutto un Grande Uomo.
Due parole sul regista
Gary Leva è produttore e regista, avendo fatto più di cento documentari, film sia per il cinema che per la tv. Interessato alla storia del cinema ha ritratto maestri americani come Hitchcock, Kubrick, Scorsese, Coppola, Lucas, Eastwood, naturalmente, e poi Spielberg, Nolan, Lee, Redford e Stone e le dinamiche dell’industria hollywoodiana. Autore di un solo film di finzione, Plan B (1997), ha prodotto i mockumentary R2-D2: Beneath the Dome e 1939: Hollywood’s Greatest Year. È professore aggiunto presso la USC School of Cinematic Arts e la Pepperdine University ed è stato conferenziere presso l’Institute for Advanced Study della Princeton University.