Vita Da Carlo è la serie disponibile su Amazon Prime Video ideata, sceneggiata e in parte diretta da Carlo Verdone: una specie di autobiografia comica ma non troppo, piena di guest (da Max Tortora a Monica Guerritore fino ad Alessandro Haber), raffinata e originale. Abbiamo incontrato l’autore per dare uno sguardo dietro le quinte del suo ultimo lavoro di successo.

Sono rimasto abbastanza spiazzato dal tono spietato di sincerità che ho trovato in tantissimi passaggi di Vita Da Carlo: chi ti conosce nel privato ti ritrova nella storia. Quando hai visto i primi montati ti sei visto messo a nudo, indifeso?
No. Siccome mi ritengo una persona assolutamente normale, che non deve nascondere assolutamente nulla, e ho sempre vissuto come se le mie pareti fossero de vetro, perché la gente potesse vedere quello che c’è dentro, che non è mai niente di orrendo, di brutto, di vergognoso… per me non è stato un problema. Mi sono raccontato nella mia vita normale, che cos’è che fa ridere, interessa e tutto? Il fatto che sono una persona semplice, estremamente generosa, ma questa grande generosità mi porta sempre dei problemi: cioè.

Il fatto di darmi in maniera esagerata è una cosa molto bella, che probabilmente mi porterò dietro per sempre, però nonostante ho l’abitudine di darmi molto agli altri raccolgo molto poco per me stesso. Tutto qua: non è un lamento, è una considerazione. Io non mi posso lamentare, perché la mia vita è stata una vita fortunata, nella quale ho dialogato con il pubblico, ho fatto le mie cose nel modo che ho sempre voluto… quindi non sto a lamentarmi, sarei un imbecille se mi lamentassi.
Però volevo dire: guardate che c’è un’altra faccia della medaglia, di Carlo Verdone, perché tanta gente non se lo immagina.
Vedi: oggi ho accompagnato una mia amica in uno studio medico, e c’era un’atmosfera di grande rigore, un grande primario… ad uno ad uno, ad un certo punto, tutti i pazienti che c’erano in sala d’attesa mi hanno chiesto “senta, le posso chiedere…” “cosa, un selfie?” faccio io, “no, un video a mio marito, perché è un grande fan suo, conosce tutte le sue battute, se mi può dire solo un attimo <Magda tu mi adori?>”: siamo andati al bagno e io ho fatto Magda.
Poi ne arriva un altro “senti, la mia ragazza è pazza di Viaggi di Nozze, le puoi dire in un video <’o famo strano?>”, e io ho fatto Ivano.
Stamattina alle nove e tre quarti ho anche iniziato a rendermi conto che il selfie è roba da dinosauri, loro chiedono i video e anche le voci. Allora, se tu ne fai cinquanta al giorno, di queste cose, è una follia. Io vorrei che qualcuno stesse con me. È chiaramente un termometro di grande affetto e di grande amore, intendiamoci, non sono stupido: però tu dai una mano e loro non si prendono il braccio, si prendono tutto perché capiscono che sei un buono, un altruista.

Mi sono raccontato quindi mettendomi a nudo completamente: certo, molto è romanzato per esigenze narrative, certo, ma tante cose appartengono alla verità. La vita di successo di un attore che non si aspettava certamente di aspettare quarantacinque anni (avevo detto dopo Un Sacco Bello “durerò cinque anni, massimo, se mi dice bene”)… poi invece dopo boh, la fortuna, una buona stella, e sono arrivato ad oggi.
È chiaro, aver attraversato tanti decenni entri nel cuore delle persone, c’è chi te ama de più, chi dde meno, però alla fine sono più quelli che ti vogliono bene che i detrattori. Vita Da Carlo alla fine è pieno di metafore, è meno semplice di quello che sembra: quando c’è il dilemma “personaggi/non personaggi” dietro c’è veramente un combattimento spesso su quello che voglio fare e quello che vorrebbero farmi fare, capito?
Il non rendersi conto che il tempo passa (io me ne rendo conto), e la maschera cambia, è un dramma, una battaglia, dove io ho le mie idee e rimango fermo, ma certe volte davvero mi sento assediato, come se non riuscissi ad essere libero fino alla fine di esprimere per quello che sei diventato.
Ti hanno davvero chiesto di diventare sindaco di Roma?
Eccome no!! Quella parte da una cosa vera, come no. Avevo l’80% delle preferenze dei romani, però in mezz’ora c’ho riflettuto e mi sono detto “butto al cesso la mia carriera”… ci vuole passione per fare politica e preparazione. Io sono preparato soltanto a fare il mio lavoro.
Come hai detto tu, Vita Da Carlo comunque è abbastanza stratificato: la tua maschera comica ormai non è in discussione, ma mi è parso che tu demandassi più agli altri personaggi e alle situazioni la parte comica, lasciando per te un ruolo più serioso, riflessivo, intimo…
Io ho fatto quello che mi sentivo di fare. Stavolta nessuno ad Amazon mi ha detto niente, ho scritto e non mi hanno fatto un appunto, un rilievo, niente. De Laurentis ha letto, mi ha fatto i complimenti e mi ha detto di andare avanti. Nessuno ha detto sii più comico, fallo finì bene, questo no, questo sì: mi hanno lasciato libero e ho fatto quello che mi sentivo di fare, con le parti dove si intuisce quella malinconia che è propria del mio carattere, che mi appartiene ormai e viene sempre fuori…

Lo dici anche in una puntata della serie, è una nota struggente che veniva fuori naturale fin dai tuoi primissimi film
Ma sì, sicuramente. Sicuramente, c’è poco da fare, questa è la mia anima, il mio modo di sentire le cose, insieme alla risata c’è un fondo di leggera tristezza, una vena leopardiana, ma non depressiva per carità! Leopardiano, contemplativo, momenti talmente miei, privati: poi però alla fine anche in una serie escono fuori, c’è poco da fare.
Hai diviso la regia con Arnaldo Catinari, come avete lavorato insieme?
Benissimo. In genere le serie hanno bisogno di tre, quattro registi, noi siamo stati eroici in due.
Beh, una serie richiede un lavoro immenso, pesante, ci dici come vi siete divisi i compiti?
Fare regista e attore insieme in una serie di dieci episodi è terribile, veramente terribile. Da solo sarei morto dopo tre giorni. Con Arnaldo avevo già fatto tre film, Sotto Una Buona Stella, L’Abbiamo Fatta Grossa e Benedetta Follia, avevo capito che andavamo molto d’accordo. Ci siamo confrontati e parlati a lungo e lui ha capito bene l’umore della serie, e abbiamo anche condiviso certe scelte di cast insieme…. e siamo partiti in piena armonia.
Anzi, è stato sempre molto affettuoso e carino nei miei confronti, quando girava lui cercava di non affaticarmi, poi è chiaro che stavo molto sugli attori, lui ha fatto un grandissimo lavoro dal punto di vista della geometria delle riprese, sulle luci.
Tutti sperano tu possa e voglia replicare la tua esperienza televisiva; ma quando tornerai al cinema, porterai qualcosa del bagaglio tecnico imparato da Vita Da Carlo?
Non sto lavorando ancora né per il cinema né per la serie, sto attendendo… ma visti i risultati credo ci sarà per forza una seconda stagione. Credo sia andata esageratamente bene: e allora dopo la seconda parte della serie tornerò al cinema, questo è ovvio. Se porterò con me qualcosa? Assolutamente sì, perché questa serie mi ha costretto a correre, però a correre con tre macchine in campo che è una cosa difficilissima.

Uno pensa che con tre macchine sei più veloce, ma tu sai bene che non è vero: le tre macchine si possono scontrare, una può scoprire l’altra, e rovina tutto. Ci deve essere nelle riprese, nel muoversi, una coordinazione assoluta, delicatissima, è una cosa delicatissima.
Tre macchine quindi pretendono tre bravissimi operatori, altrimenti uno si muove di più, devi avere professionisti di steadycam… sicuramente, aver lavorato così mi porterà ad essere meno statico, a fare più tagli: c’erano dei giorni che abbiamo fatto qualcosa come cinquantasei tagli, sessanta tagli siamo arrivati a fare, è un lavoraccio. Sfiancante.
Un’ultima domanda: come hai lavorato con Caterina De Angelis?
Benissimo. questa ragazza è talmente preparata, sembra che ce l’ha talmente nel sangue la recitazione… non ha fatto scuola di recitazione, non ha fatto niente, e ha la gestualità giusta, ha un bellissimo primo piano che ricorda un po’ la madre (Margherita Buy, ndr) ma che però la rende originale. E poi è talmente naturale, vera, cambia molto i toni, sembra con esperienza decennale da accademia invece non c’è niente!! È un dono naturale!