Dal 19 novembre 2021 su Prime Video (in più di 240 Paesi e territori nel mondo), La Ruota del Tempo si basa sull’omonima saga di romanzi best-seller di Robert Jordan, tra le più lette e longeve di sempre.
La Ruota del Tempo | La trama della saga
In un’epoca lontana (e non ben definita), gli uomini hanno avuto l’arroganza e la presunzione di poter imbrigliare le tenebre. Eppure, le loro gesta hanno condotto il mondo sull’orlo del baratro, distruggendolo sin nelle fondamenta.
Il mondo è spezzato.
Solo un nuovo nato, ribattezzato il Drago, potrà riportare l’equilibrio e fronteggiare la minaccia che incombe ormai da tempo. A patto che non venga prima raggiunto dal male, incarnato dalla figura del Tenebroso. Le Aes Sedai, donne dotate di poteri magici e incaricate di rintracciarlo, si mettono sulle tracce di possibili candidati.
In particolare Moiraine (Rosamund Pike) scova nella comunità di Two Rivers ben quattro giovani che rispondono alle caratteristiche prefissate. Dopo essere scampato a un attacco trolloc, che ha messo a ferro e fuoco il villaggio e i suoi abitanti, il gruppo – di cui fa parte anche il fedele Lan Mondragoran (Daniel Henney) – si dà alla fuga, ma Moiraine è ferita e sempre più debole.
Le suggestioni fantasy per un effetto vincente
Un potpourri di suggestioni fantasy va a comporre il quadro in cui si sviluppa La Ruota del Tempo. Da The Witcher a La spada della verità, a Il signore degli anelli, dalle leggende di Re Artù ai cacciatori di streghe. Si susseguono talmente tanti elementi che è impossibile elencarli e riconoscerli tutti. Se non altro, l’effetto finale è quello di un prodotto ricco e accattivante.
La ruota del tempo gira e le epoche si susseguono, lasciando ricordi che divengono leggenda. La leggenda sbiadisce nel mito, ma anche il mito è ormai dimenticato.
La partecipazione di una star del calibro di Rosamunde Pike dà poi l’idea delle aspettative e delle ambizioni. Ma a ben vedere non è l’unico nome di richiamo, essendo affiancata per metà della stagione (quattro episodi) da uno dei protagonisti de La casa di carta, Álvaro Morte.
Se a livello visivo La Ruota del Tempo ha davvero poco da invidiare al resto dei suoi simili, dal punto di vista narrativo gli spunti appaiono forse troppo utilizzati. Il percorso che condurrà uno dei giovani a incarnare il ruolo di salvatore dell’umanità sa di già visto, così come le prove che saranno costretti ad affrontare.
L’elemento femminile in relazione alla Madre Terra
Interessante invece la concezione degli elementi naturali e del loro modo di interagire con alcuni particolari soggetti: il vento, la luce, l’acqua originano un’energia primordiale, inarrestabile e potente. Foreste, fiumi, animali selvatici contribuiscono a rendere l‘immagine di una madre terra benevola, risorsa preziosa e protettiva.
Non vi è né inizio né fine al girare della ruota del tempo.
Convince (ed è decisamente al passo coi tempi) anche l’importanza riservata ai personaggi femminili, fonti di magia e di una forza in crescendo. Il loro sguardo abbraccia gli scenari, le loro azioni cambiano il corso degli eventi.
Nell’universo creato da Jordan, il potere appartiene – e può appartenere solo – alle donne, dal momento che, non appena gli uomini vi entrano in possesso, lo contaminano una volta e per sempre. Ma chi sceglie di intraprendere un cammino volto alla sapienza e all’apprendimento ha, davanti a sé, un’esistenza solitaria.
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