‘La persona peggiore del mondo’ l’età adulta secondo Julie
Il nuovo film di Joachim Trier racconta attraverso gli occhi di Julie, interpretata da Renate Reinsve, l'età adulta e la complessità delle relazioni sentimentali. Ora su Prime Video.
Candidato come miglior sceneggiatura originale e miglior film straniero agli Oscar 2022 e vincitore del premio alla migliore interpretazione femminile al Festival di Cannes, arriva su Prime VideoLa persona peggiore del mondo.
É l’ultimo film di Joachim Trier, un autore che si è fatto notare nelle competizioni più prestigiose del panorama festivaliero mondiale. In questo suo nuovo e atteso lungometraggio il regista scandinavo racconta senza filtri l’età adulta attraverso Julie, una donna alla continua ricerca di sé stessa.
La protagonista è interpretata dalla splendida Renate Reinsve e tra gli attori principali figurano Anders Danielsen Lie e Herbert Nordrum.
Il film, scritto a quattro mani col suo fidato amico e collaboratore Eskil Vogt, è stato distribuito nel nostro paese da Teodora film.
La trama de La persona peggiore del mondo
Julie è una donna libera e in continua evoluzione, alle prese con le difficoltà e le preoccupazioni dell’età adulta. Essa, inoltre, si trova a dover prendere delle dolorose decisioni sentimentali che coinvolgono Aksel, un brillante autore di graphic novel di successo, e Eivind, uno sconosciuto incontrato a una festa. Questo episodio metterà in discussione tutte le certezze di Julie, portandola a riflettere sulla sua stessa esistenza.
Un racconto che strizza l’occhio a Godard
Joachim Trier, con il suo quinto lungometraggio, decide di raccontare l’età adulta attraverso le dinamiche sentimentali. Dolori, compromessi ed egoismo sono alcune delle molte sfumature che emergono dai dodici capitoli che raccontano quattro anni della vita di Julie. Questa specifica suddivisione potrebbe non essere nuova per i cinefili più accaniti. Jean-Luc Godard, sessant’anni fa, aveva diviso con lo stesso numero di tableaux la vita di Nana, nel suo capolavoro Questa è la mia vita. Ed effettivamente le protagoniste dei due film hanno alcune cose in comune. Due donne alla ricerca di sé stesse e in balia di avventure che faranno loro provare un ventaglio di emozioni ampio e variegato.
Peccato, però, che la formula del racconto a episodi sia molto più efficace nel film di Godard che in questo.
Ne La persona peggiore del mondo la brevità e rapidità nello svolgimento di alcuni capitoli non donano compiutezza agli stessi. Questo fa quasi pensare che alcuni siano stati creati per arrivare a una cifra prestabilita, piuttosto che avere un’effettiva esigenza di arricchire il racconto.
Altri invece, quasi per il problema opposto al precedente, risultano ridondanti e spezzano decisamente il ritmo del film, che in alcuni momenti perde di scorrevolezza.
Episodi inaspettati destinati a stravolgere gli equilibri
Di ritorno da una serata formale, Julie si imbatte in una festa di matrimonio nella quale fa la conoscenza di Eivind. Non è affatto un caso che la donna decida di prendere parte all’evento. Il matrimonio è una promessa, un impegno, l’inizio di un capitolo importante nella vita di ogni essere umano. Questo scenario va in antitesi con la vita e la natura stessa di Julie, mutevole e spontanea. La donna cerca con fatica di definire la sua esistenza facendo ordine nelle sue relazioni per trovare una parvenza di stabilità. L’incontro inaspettato con Eivind stravolgerà quel poco di sicurezza che era riuscita a costruirsi con Aksel nei mesi precedenti.
Non è altrettanto casuale che una parte della conversazione tra i due avvenga in una stanza adibita a guardaroba di fortuna. I giubbini di tutti i partecipanti della festa, ammucchiati uno sull’altro sopra il letto, rendono la camera stessa un luogo trafficato e poco adatto a una conversazione intima e privata. In Oslo, 31 August(secondo lungometraggio di Trier) il protagonista Anders entrava in una stanza con la stessa funzione e frugava nei portafogli cercando il denaro per comprarsi la droga. Nel film in questione, invece, questo luogo movimentato, che si riempie e si svuota in continuazione, diventa estensione della persona di Julie, che ancora fatica a trovare tranquillità e stabilità nella sua vita. Inoltre rimarca l’intrusione improvvisa di Eivind, destinato a non uscirvi con altrettanta facilità.
Una ricchezza che rischia di diventare eccesso
Un pregio de La persona peggiore del mondoè sicuramente quello di essere un film ricco. Ricco di situazioni, di spunti e di un’ampia gamma di emozioni. L’obiettivo è certamente quello di creare un affresco quanto più completo possibile sulla vita di coppia, sulla realizzazione dell’individuo e sull’insoddisfazione.
Il titolo è anch’esso estremamente efficace, in quanto non allude a un particolare personaggio del film, quanto più a un momento specifico, una sensazione. È capitato a chiunque nella propria vita di fare qualcosa che lo faccia sentire la persona peggiore del mondo. Sono momenti di scarsa lucidità e debolezza che fanno parte della nostra natura.
Il film, però, dietro questa abbondanza di tematiche e di sfumature, nasconde una difficoltà a trovare il vero fulcro della sua narrazione. A visione finita ci si rende conto che è mancata una direzione chiara del racconto, persa forse nel tentativo di essere esaustivi su quanti più argomenti possibili. Oltretutto, la velocità con cui vengono toccate e non più riaffrontate certe riflessioni porta ad avere la sensazione che il film sfugga e non attecchisca. Si fa quasi fatica ad affezionarsi ai personaggi, protagonista inclusa, di cui viene detto tanto, forse troppo e in modo maldestramente sbrigativo.
Renate Reinsve in una performance convincente
Julie è una donna che ha aspirazioni per il futuro e ha una forte immaginazione, ma si ritrova a fare i conti con una realtà che non asseconda le sue fantasie. Come il protagonista di Oslo, 31 August,è circondata da persone apparentemente realizzate nella vita, ma che in fondo hanno dovuto fare pesanti rinunce. Si interroga su questo delicato equilibrio prendendo lentamente coscienza del passare del tempo e dei propri limiti di essere umano. Julie sembra sempre volere di più, o addirittura volere qualcos’altro, ma neanche lei sa mai bene cosa sia. Cerca qualcosa negli altri, ma forse vorrebbe solo di più da sé stessa.
C’era bisogno di una brava attrice che sapesse portare sulle sue spalle tutto l’enorme carico che il film richiedeva. Renate Reinsve ci riesce magnificamente, regalando una prova attoriale superba, giustamente premiata con la Palma D’Oro all’interpretazione femminile. La trentatreenne scandinava raccoglie tutto ciò che il film contiene e lo riversa in una performance che restituisce a pieno le emozioni che Julie vive. Emozioni sentite, vive e pulsanti, a volte trasmesse solo da sguardi e silenzi.
Una regia solida e variegata che conferma il talento di Trier
Joachim Trier dirige con misura e sapienza la pellicola, andando addirittura a giocare coi generi. Si passa da sequenze uscite da una rom-com sognante e fantastica, a momenti horror che ricordano Get Out, arrivando anche al dramma pesante e una piccola parte in animazione. Il passaggio fluido tra i vari registri dona sicuramente brio a una narrazione già di per sé varia negli scenari che propone. Una menzione speciale va alle musiche, originali e non, che danno un contributo prezioso ai momenti chiave del film.
La persona peggiore del mondo è un film che stimola, coinvolge e merita di essere visto. L’attrice protagonista vale da sola il prezzo del biglietto, regalando una performance intensa e travolgente. La vera grande pecca risiede nel fatto che l’eccessiva ricchezza dei sottotesti e delle sfumature lo rendano una visione non del tutto appagante e che fatica a sedimentare dentro lo spettatore.
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