Michele Rosiello è su Netflix tra i protagonisti della nuova serie italiana Guida astrologica per cuori infranti (qui per la recensione) e interpreta il tenebroso Davide Sardi. Ma dietro questa “maschera” c’è molto di più. E, proprio per questo, gli abbiamo fatto qualche domanda.
Guida astrologica per cuori infranti raccontata da Michele Rosiello
Com’è stato prendere parte a questo progetto? Cosa ha significato per te essere uno dei personaggi della serie?
In realtà, anche con gli altri attori, solo ora me ne sto rendendo conto. Era un progetto che ci ha entusiasmato fin dall’inizio, ma non avevamo idea di come il pubblico potesse rispondere. Perché si tratta di una commedia romantica dove ci sono delle cose che sono classiche di questo genere e, quindi, da una parte era difficile stupire, ma dall’altra parte, secondo me, in Italia mancava un prodotto così. Ed è questo che mi ha incuriosito. Grazie al filo della guida astrologica e grazie ai personaggi, soprattutto quelli più colorati, che sono stati costruiti con più strati, la serie si è saputa distinguere. Quanto al mio personaggio non doveva essere solo il nuovo capo affascinante e misterioso, ma doveva lasciar trapelare un’inquietudine che capiremo nella seconda stagione. Per il momento ci sono stati alcuni elementi e alcune scene che hanno fatto trapelare qualcosa.
Penso, quindi, che tutti questi elementi, l’astrologia e il dare profondità ai personaggi abbiano permesso di renderla una serie originale, senza pretese e molto onesta. E il riscontro che si è avuto in tanti paesi ne è la testimonianza. Ho scoperto, infatti, che eravamo nella top ten in più di venti paesi al mondo. Una cosa inaspettata che ci ha colto di sorpresa.
Com’è stato e com’è il tuo rapporto con il resto del cast e con le registe?
C’è stata, fin da subito, una forte alchimia tra noi del cast, sia con la troupe che con le registe. Per esempio, con gli interpreti dei personaggi di Tio e Carlo si è creato un forte legame e siamo diventati molto amici. Ma anche con tutti gli altri.
Dal libro alla serie tv
Guida astrologica per cuori infranti è tratta da un libro.
A tal proposito ti racconto, prima di tutto, della regista, Bindu de Stoppani, e di com’è nata in lei l’idea. Bindu è cresciuta e vissuta all’estero, ma ha dei parenti a Napoli. E proprio in un viaggio di ritorno da lì si è imbattuta in questo libro. Era in auto, si era fermata in autogrill e cercava qualcosa da leggere in italiano, di leggero. Tra le tante proposte è stata attratta subito dalla copertina di questo libro. Lo ha letto immediatamente e ha pensato che fosse perfetto per una serie (con dodici episodi, uno per segno). Quindi si è messa subito all’opera e così è nata la serie.
Conoscevi il libro prima di fare il provino? Lo avevi letto? O lo hai letto durante le riprese?
No, non lo conoscevo. Appena sono stato preso per la serie, l’ho comprato e ho iniziato a leggerlo, ma la regista mi ha avvisato che avrebbe cambiato qualcosa. La base è rimasta la stessa, ma, per esempio, il mio personaggio inizialmente doveva apparire come il tagliatore di teste che è rimasto solo in parte. Per questo motivo ho preferito evitare di leggerlo. Ho girato la prima stagione e, solo dopo, me lo sono letto. L’ho finito e poi abbiamo girato la seconda stagione.
Il personaggio di Davide Sardi
Nonostante la leggerezza della serie, vengono comunque trattati diversi temi. Per esempio, come dicevamo prima, tu sei il capo un po’ temibile, sia per il ruolo sia per l’atteggiamento iniziale. Ma poi emerge la tua bontà anche semplicemente con la possibilità che dai ad Alice di farsi valere, perché fin da subito sembri avere fiducia in lei senza farti influenzare dai giudizi degli altri. E non ti rivolgi nemmeno a Enrico che, prendendosi i meriti del lavoro di Alice, potrebbe sembrare quello a cui rivolgersi. L’ho trovata una cosa molto importante perché questo atteggiamento non è affatto frequente.
È stato un lavoro interessante perché abbiamo cercato di raccontare, in piccola parte, proprio questo tema. Siamo andati a raccontare la generazione dei trentenni/trentacinquenni e quindi l’approccio al mondo del lavoro, alla carriera. E quello che doveva arrivare di Davide è proprio che lui è un grande osservatore. Parla poco, ma cerca di trovare le potenzialità nelle persone con le quali ha a che fare. In questo caso, in particolare, con Alice che inizialmente è l’ultima ruota della Dora Tv. Lui individua un potenziale forte e quindi, al di là di quella che poi diventerà ovviamente un’attrazione sentimentale, lui crede in lei e le dà una possibilità.
E del suo rapporto con Alice cosa pensi?
Tutta la serie si basa sul classico incontro-scontro tra questi due personaggi: Davide e Alice che sono veramente agli antipodi. Da una parte c’è lui, super sicuro, determinato e apparentemente risolto. Dall’altra parte c’è lei, l’esatto opposto: super fuori come persona, buffa, la classica persona che dice la cosa sbagliata al momento sbagliato. Ma, nonostante le differenze, insieme trovano un equilibrio. Anzi sembra che solo quando sono insieme riescono a tirare un po’ giù la maschera che la vita ha messo loro.
In effetti si nota questa maschera dietro la quale Davide Sardi si nasconde. In realtà, però, è un buono. Come hai costruito il personaggio?
Quello che abbiamo fatto, tornando al lavoro a 360° al quale ci siamo dedicati, è stato analizzare e approfondire tutto. Anche dove non c’erano elementi e anche se non verranno fuori dalla storia, abbiamo indagato la vita del personaggio, da dove viene, la famiglia, gli studi. Queste sono domande che l’attore ha bisogno di fare. Al pubblico non interessano, ma a me sono servite tanto per costruire il personaggio di Davide. In particolare abbiamo lavorato sugli animali e io ho lavorato sul lupo. Perché Davide è uno che riesce a fare branco: al lavoro crea una sorta di squadra, ma allo stesso tempo sta molto da solo e ha bisogno di stare da solo.
Il rapporto Michele Rosiello – Davide Sardi
Quanto c’è di Michele Rosiello in Davide Sardi e quanto di Davide Sardi in Michele Rosiello? Ti ritrovi in alcune sue scelte?
Io sono dell’idea che, anche se rappresentiamo dei personaggi molto lontani, dentro di noi abbiamo una tavolozza con tutti i colori e da lì dobbiamo attingere. In questo caso, Davide non era lontanissimo da me. Ha delle caratteristiche in cui mi sono ritrovato. Per esempio una forte responsabilità nei confronti un po’ di tutti. Il suo obiettivo primario è che gli altri stiano bene e che si realizzino. E questo fa stare bene lui. Mette davanti a sé stesso gli altri, a volte anche a discapito di sé. In generale ho ritrovato un approccio abbastanza generoso, una determinazione in quello che fa, nel suo lavoro. Quello su cui, invece, ho dovuto lavorare è stato l’essere inquieto e misterioso.
Qual è il tuo rapporto con l’oroscopo? Ora che hai preso parte a Guida astrologica per cuori infranti sei più attento a leggerlo o sei un po’ come Davide Sardi nella vita?
Prima ero uno di quelli che se gli capitava l’oroscopo lo leggeva e si divertiva anche a cucirci su la giornata. E sapevo solo di essere acquario. Da quando abbiamo girato la serie la mia curiosità è cresciuta. Anche perché, oltre ai segni zodiacali e all’ascendente, ho scoperto che c’è anche da considerare tutta una serie di elementi a partire dalla carta astrale. Quindi sicuramente mi ha avvicinato a questo mondo.
La veridicità della serie
Vorrei chiederti di una scena in particolare, quella che forse è una delle mie preferite. Quella in cui Davide si rapporta con il figlio di Enrico. Lì si vede il lato buono e dolce di Davide. Lo scopre Alice, ma lo scopre anche il pubblico e lui stesso. Com’è stato girare quella scena? E come la descriveresti in relazione al tuo personaggio?
Quella era una delle scene che ho portato al provino perché rappresenta un punto di svolta che mostra la fragilità di Davide. Era importante sottolineare che Davide si prende cura del bambino. Ma era importante riflettere sulle domande che gli vengono fatte. È lì che sentiamo che c’è qualcosa che scricchiola dentro di lui. C’è qualcosa che non ha superato, ma che nasconde perché comunque è adulto. E per Alice è importante scoprire questo. A tal proposito nel momento in cui lei gli dice, a fine puntata, che è stato tenero, Davide si chiude a riccio. In questa prima stagione è un po’ criptico e ho dovuto lavorare molto su questo anche perché la storia è raccontata dal punto di vista di Alice. Ed avendo anche poche scene non potevo nemmeno appoggiarmi alle battute.
E quindi come ti sei comportato?
Con le registe, sia in generale su tutta la stagione sia scena per scena, abbiamo cercato di lavorare intorno al personaggio e soprattutto a: cosa dice, cosa pensa, cosa sente e cosa fa. Cose che non sempre nella vita reale coincidono. E lavorare su questo, secondo me, dà verità nonostante i toni accesi della serie. Il pubblico, in questo modo, riesce a riconoscersi nei personaggi.
I riferimenti e gli omaggi
Sempre riguardo Guida astrologica per cuori infranti, oltre alle importanti tematiche, ci sono anche tanti riferimenti alla contemporaneità. Dal quotidiano al cinema e alla tv. Da Bridget Jones a New Girl. Sei d’accordo?
Sì, ci sono riferimenti legati alla serie e soprattutto al personaggio di Alice. Anche perché il genere al quale si fa riferimento è quello e, quindi, ci siamo ispirati. Per quanto riguarda il mio personaggio, rimanendo su Bridget Jones, anche se più orientato verso Colin Firth, in realtà Davide è un misto tra Hugh Grant e Colin Firth.
Michele Rosiello e la recitazione
Adesso, invece, vorrei chiederti qualcosa riguardo il tuo essere attore. Com’è nato il tuo interesse per la recitazione? Googlando “Michele Rosiello” risulta che sei ingegnere, quindi la strada iniziale era ben diversa.
Devo premettere che sono una persona molto responsabile. Ho una famiglia molto semplice e non avevo le spalle coperte. Dovevo studiare, al liceo ero bravo in matematica e ho proseguito facendo ingegneria. Intanto c’era questa scintilla rispetto al mondo del cinema (non solo come attore, ma anche come regista). E, da autodidatta e coinvolgendo i miei amici, ho fatto un po’ di tutto: regia, scrittura, ripresa, montaggio. Ho iniziato studiando a una scuola di Napoli e dedicandomi alla recitazione. La regia, per il momento, resta solo una porta aperta. Dopo la scuola di Napoli, ho frequentato la neonata Gianmaria Volonté a Roma, dove ho avuto la vera formazione per due anni e mezzo.
Il tuo esordio è stato nell’ultimo film di Ettore Scola. Che ricordi hai di quell’esperienza?
Esatto, l’ultimo film di Scola Che strano chiamarsi Federico, il docufilm su Fellini. Io sono stato scelto per interpretare Agenore Incrocci. E quella è stata un’esperienza importante. Ero molto teso perché era la prima cosa che facevo e con Scola. Però mi ha dato tanto solo il fatto di lavorare con lui che, tra un ciak e l’altro, raccontava un sacco di aneddoti dei tempi che furono del cinema italiano. Io, fra l’altro, vedo di tutto al cinema, ma il tipo di film che guardo di più è proprio quello di quell’epoca (e Scola era tra i miei preferiti).
Le altre esperienze di Michele Rosiello
Poi hai preso parte a diverse fiction. Da La compagnia del cigno a Mina Settembre passando per L’isola di Pietro e Gomorra. Secondo te ci sono dei punti in comune tra i personaggi che hai interpretato?
Dopo Gomorra ho preso parte a L’isola di Pietro dove ho interpretato Alessandro Ferras. A seguire La compagnia del cigno, una serie dove sono stati affrontati con leggerezza temi importanti come l’affidamento. Poi c’è stato Mina Settembre.
Facendo un raffronto con queste quattro cose, secondo me c’è un filo comune che le comprende tutti. Intanto sono fortunato perché sono tutti personaggi diversi. Quello che hanno in comune è che sono tutti personaggi buoni e positivi, ma soprattutto sono spinti dall’amore nel loro percorso all’interno della propria storia.
Il personaggio di Gomorra, che apparteneva a una realtà come quella malavitosa, era mosso da un amore clandestino con la nuora della boss Chanel, il personaggio di Marinella. Lui faceva parte di quel mondo solo perché ci era nato e non aveva scelta. Lo stesso per il personaggio de L’isola di Pietro, Alessandro, commissario della polizia che aveva a che fare con un amore storico di anni prima che andava riconquistato. Poi c’è quello dei due Daniele ne La compagnia del cigno, naturale e sincero che non ha posto l’accento sul fatto che la coppia fosse composta da due uomini. Infine in Mina settembre c’è un amore più scontroso perché il personaggio è più burbero per farsi amare da quello di Titti.
Qual è il personaggio al quale ti senti più legato?
Dico una cosa banale perché, alla fine, restano tutti un po’ dentro. Quando giri una cosa vivi nel macrocosmo di quel personaggio. Lui diventa quasi un tuo amico e quando poi lo saluti una piccola parte resta comunque. Quello che mi ha segnato di più è stato Alessandro Ferras, de L’isola di Pietro, perché era un ruolo da protagonista per due stagioni e, dal punto di vista temporale, ci sono stato tanto in questo personaggio.
Come somiglianza, invece, mi ritrovo in Daniele de La compagnia del cigno. Al di là dell’omosessualità, mi ritrovo in lui come tipo di persona, con origini napoletane, buono, sincero, genuino, ma anche precisino (come il mio animo da ingegnere).
E sulla seconda stagione di Guida astrologica per cuori infranti?
Per l’ultima domanda torno a chiederti della serie perché il finale molto aperto crea grande attesa per la seconda stagione che è già stata girata. Cosa vorresti dire al tuo personaggio in vista della prossima stagione?
Gli direi: «Lasciati andare, molla le responsabilità e segui quello che ti piace. Segui l’istinto anche per te stesso e per la vita. Segui quello che ti fa star bene».
Sono Veronica e qui puoi trovare altri miei articoli