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Alla scoperta del mondo, 8 corti animati da non perdere
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3 anni agoon
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TaxidriversIn questo articolo troverete una lista di otto corti animati molto interessanti per dare uno sguardo sul mondo, dall’attualità all’accettazione, all’ umanità più profonda.
Il dolore della perdita, tre sfumature diverse
Se succede qualcosa, vi voglio bene
Regia: Will McCormack, Michael Govier
Durata: 13’
Distribuzione: Netflix
Anno: 2020
Trama
Due genitori non riescono più a comunicare e a vivere serenamente dopo la morte della figlia. Il cortometraggio ci accompagna assieme a loro nel processo di accettazione e al loro riavvicinarsi grazie al ricordo della figlia.
Parlarne oggi per non soffrire domani
Il corto è ispirato ad un episodio successo alla scuola media Marjory Stoneman Douglas di Parkland, in Florida, nel 2018. Persero la vita diciassette persone. Se succede qualcosa ti voglio bene, attraverso animazioni che richiamano la matita e il fumetto, vuole sensibilizzare all’uso improprio delle armi da fuoco, che in America è la seconda causa di morte tra bambini e adolescenti.
Come sarebbe cresciuta nostra figlia se fosse ancora qua? Cosa avremmo potuto fare insieme? Queste sono le domande che si pongono i genitori del corto e che hanno tormentato tantissimi altri genitori in America. In un Paese dove l’uso delle armi è fuori controllo, il pericolo di incorrere in una sparatoria nelle scuole è un rischio più che reale. Un tema molto importante e attuale, un film che, che pur nella sua brevità, invita alla riflessione e chiede disperatamente di porre fine a questa situazione.
Canvas – una tela di ricordi
Regia: Frank Abney
Durata: 9’
Distribuzione: Netflix
Anno: 2020
Trama
Un uomo non riesce più a dipingere dopo una perdita straziante; il corto ci accompagna nella sua guarigione.
Si cresce insieme al dolore
Canvas affronta il dolore della perdita di una persona amata; una sfida decisamente difficile, una condizione che forse non si supera del tutto, ma che si impara ad accettare, a conviverci. Un dolore che segna inevitabilmente, ma insieme al quale però si cresce.
Attraverso una delicata narrazione, il corto ci accompagna attraverso il lutto passando dalla rabbia all’accettazione e alla consapevolezza.
Cops and Robbers
Regia: Arnon Manor, Timothy Ware-Hill
Durata: 7’
Distribuzione: Netflix
Anno: 2020
Trama
“Il pianto è un urlo di un’ ingiustizia nel vuoto.”
Ingiustizie, police brutality e attivismo sono raccontati attraverso spoken word e animazioni realizzate da un ampio team. Il corto ci racconta del Black Lives Matter movement attraverso animazioni uniche e potenti.
Attualità e cambiamento necessario
Cops and Robbers nasce da una collaborazione fra Arnon Manor e l’attore Timothy Ware-Hill. Timothy aveva già scritto in precedenza la poesia recitata nel corto, ma ha deciso di riprenderla in mano in seguito all’omicidio di Ahmaud Arbery, ucciso mentre faceva jogging da due uomini bianchi; da qui, la decisione dell’attore di recitare la poesia durante la corsa.
Il corto è stato creato attraverso una collaborazione fra animatori provenienti da diverse parti del mondo, tra cui America, Europa, Canada, ecc. Gli artisti coinvolti non sono solo professionisti, ma sono stati coinvolti anche alcuni studenti. Realizzato durante la pandemia, il collettivo ha lavorato via internet. Tutti gli artisti hanno contribuito gratuitamente e i soldi ricevuti da Netflix sono stati donati in beneficenza.
Le animazioni ci raccontano una situazione che purtroppo è all’ordine del giorno; una serie di ingiustizie che continuano , ignorate da un sistema che ha un estremo bisogno di essere cambiato. Il corto ci obbliga a riflettere, dando voce a tutte quelle persone che non vengono ascoltate.
La rappresentazione dell’autismo nei cortometraggi Disney Pixar, SparkShorts
Gli SparkShorts sono cortometraggi realizzati dai dipendenti della Pixar a cui sono concessi pochi mesi di produzione e un budget ridotto. Spesso affrontano temi più maturi rispetto alle produzioni tradizionali.
Float
Regia: Bobby Rubio
Durata: 7’
Distribuzione: Disney+
Anno: 2019
Trama
Racconta la storia di un padre e di suo figlio che, diversamente dagli altri bambini, sa volare. Il padre cerca di nascondere questa caratteristica, tanto da mettere delle zavorre nello zainetto del bambino. Il figlio però riesce presto a sfuggire al controllo del genitore e comincia a volare per il parco giochi.
“Perché non puoi essere normale?”
Dopo un momento di crisi, il padre realizza che suo figlio ha bisogno di una figura amorevole che lo faccia sentire amato e accettato.
Il mondo fuori misura
Float affronta la difficoltà che una figura genitoriale può vivere quando è chiamata a prendersi cura di un bambino considerato diverso rispetto agli altri. Il figlio è affetto da autismo e si trova a dover crescere in un mondo che non rispetta i suoi bisogni; per molte persone questa condizione può rappresentare un ostacolo, una difficoltà. Il padre del corto, però, si rende presto conto che il figlio in realtà rappresenta un mondo diverso dal resto, ma bellissimo anche se a volte complicato.
Il corto ci porta a riflettere su quanto l’ambiente che ci circonda sia costruito per una categoria precisa di persone; ciò che per molti potrebbe non procurare difficoltà, per altri potrebbe costituire grandi sfide. Un mondo fuori misura, ma che possiamo cambiare con accorgimenti, informazione e voglia di migliorare.
Loop
Regia: Erica Milsom
Durata: 9’
Distribuzione: Disney+
Anno: 2020
Trama
Loop ci introduce al mondo dell’autismo non verbale; Renè vive in modo diverso dagli altri. Il cortometraggio ci racconta come si possa entrare nel mondo altrui attraverso la comprensione e l’accettazione.
Un’importante rappresentazione
Il corto ci mostra molti aspetti che caratterizzano la quotidianità delle persone con autismo non verbale, ponendo l’attenzione sulle difficoltà di comunicazione che si possono incontrare. Renè, infatti, non riesce a comprendere bene i discorsi del suo compagno di canoa, le parole le sembrano lontane e ovattate. Questo però non ferma i due dal provare a comunicare l’uno con l’altro. Fra di loro, il muro di incomprensione comincia a essere scalfito dalle immagini che Renè usa per comunicare ciò che vuole dire; Markus piano piano abbandona i codici convenzionali e inizia a comprendere ciò che la ragazza vuole comunicare. Uno sforzo da parte di entrambi diventa fondamentale, perchési trovino sullo stesso piano e possano capirsi; sforzo che è ripagato con un grande arricchimento personale.
Markus, dopo aver compreso che Renè diventa felice quando sente i suoni prodotti dal suo telefonino, decide di portarla all’interno di un tunnel, dove i suoni risultano più forti e avvolgenti. Purtroppo, Renè si ritrova in preda ad un sovraccarico sensoriale e va in crisi. Markus le sta accanto durante questo momento di difficoltà. Loop, in questo modo, aggiunge un’altra sfumatura, rappresentando una delle tante difficoltà che le persone autistiche si trovano ad affrontare in un mondo tarato per persone non affette da questa condizione.
Persone e mondo secondo Gobelins, école d’image
The sololists
Regia: Mehrnaz Abdollahinia, Feben Elias Woldehawariat, Razahk Issaka, Celeste Jamneck, Yi Liu
Durata: 8′
Distribuzione: GOBELINS l’école de l’image (Visibile su YouTube)
Anno: 2021
Trama
In un piccolo villaggio governato da regole ridicole, tre cantanti sorelle e il loro cane si preparano per il festival annuale d’autunno. Un evento inaspettato cambierà i loro piani.
Aspetti creativi
Vi è grande attenzione sulla musica del corto; tant’è che la ricerca dietro è stata molto curata, concentrata sia sul tema musicale, sia sui dialoghi ed effetti sonori. L’animazione è un misto di 3D ed elementi 2D; si è voluto richiamare lo stile dei libri pop up fondendolo con uno stile teatrale attraverso la scelta di particolari inquadrature e ponendo l’attenzione sui dialoghi.
La critica sociale
Il corto espone più che chiaramente la disuguaglianza che molte donne affrontano ogni giorno nel mondo; prima dei titoli di coda troviamo una lista, lunghissima, di cose che sono vietate alle donne in molte nazioni. Un corto che si burla di certe restrizioni, ma che ci porta inevitabilmente a riflettere su un problema sociale attuale e importante.
Blue curry
Regia: Magali Dunyach, Chien-Ju Hung, Jimin Jung, Vajra Pancharia, Léa Pietrzyk
Durata: 6′
Distribuzione: MIYU, GOBELINS l’école de l’image (Visibile su Youtube)
Anno: 2021
Trama
Durante una conversazione, una madre racconta al figlio la bellezza della diversità attraverso la preparazione del Curry.
Aspetti creativi
L’idea nasce da un mito indiano, dove il Dio Krishna, da bambino, va da sua madre con la bocca piena di fango. Lei lo intima di sputare la fanghiglia, ma quando il bambino apre la bocca, la madre vede l’intero universo. Il team ha così deciso di utilizzare metafore visive, passando per la cucina, concentrandosi a tratti solo su forme, colori vivaci, movimenti. Il curry è sembrata la metafora perfetta in quanto presenta la diversità in modo delicato e affettuoso.
La direzione artistica ha voluto dare più importanza al viaggio emozionale di Neel (il bambino) piuttosto che ad una rappresentazione reale del suo personaggio. Così facendo, nel momento in cui la storia si sposta nella sua immaginazione, il suo corpo diventa stilizzato, l’attenzione si sposta sul suo volto, sulle orecchie, sugli occhi, dove risiede la curiosità. Il mondo attorno a lui diventa più organico e complesso. Man mano che i suoi sentimenti diventano più forti, ciò che lo circonda diventa più schizzato, caratterizzato da forti figure e colori.
Contretemps
Regia: Laurine Baille, Gabriel Gerard, Lise Legier, Chloé Mainge, Claire Sun
Durata: 6′
Distribuzione: MIYU, GOBELINS l’école de l’image (Visibile su Youtube)
Anno: 2021
Trama
Anna è affetta da OCD (disturbo ossessivo-compulsivo) e vive la sua vita attraverso un’organizzazione specifica delle cose che la circondano. Questo equilibrio si rompe quando sua sorella dimentica a casa un pezzo del suo strumento musicale. Nel riconsegnare l’oggetto mancante, Anna è chiamata a confrontarsi con il mondo attorno a lei, fuori dal suo controllo, dove le sue paure si materializzano.
Rappresentazione e ricerca
Per rappresentare correttamente l’OCD è stata fatta un’attenta ricerca, attraverso la lettura di articoli, la visione di interviste e documentari. Sono anche state intervistate tre persone affette dal disturbo in tre modi diversi. Gli autori hanno compreso che ogni persona vive l’OCD in modo differente dagli altri, sia per sintomi, sia per metodi di superare alcune crisi, come ad esempio contare, toccare determinati oggetti, ecc.
Aspetti creativi
L’OCD è stata rappresentata nel corto in due modi: i pensieri intrusivi, animati in rosso e nero, veloci, aggressivi, che interrompono la narrazione ogni volta che Anna è disturbata da qualcosa, e l’ansia, rappresentata da dei mostri che crescono man mano che l’ossessione aumenta.
Il disturbo OCD è invisibile; per questo gli animatori hanno voluto dare una forma visiva a ciò che una persona affetta potrebbe provare durante un attacco. Alla fine, Anna non sconfigge i mostri, ma li calma; l’OCD è qualcosa che non si può affrontare e cancellare, ma qualcosa con cui s’impara a convivere.