Dieci grandi battaglie che hanno fatto la storia del cinema
Dal 1968 al 2007, da Tony Richardson a Zack Snyder, Balklava, Waterloo e le Termopili: dieci grandi battaglie della storia del cinema in film ad alto budget raccontate in ordine cronologico.
“Lance saranno scosse, scudi frantumati, un giorno di spade, un giorno rosso prima che sorga il sole!”
La storia delle battaglie sul grande schermo è lunga e trasversale. Essa si lega indissolubilmente a un cinema ad alto budget, un cinema dalla grande complessità produttiva.
Detto ciò, ecco dieci imperdibili film con grandi scene di battaglia, e che hanno fatto la storia del cinema, girati nei quarant’anni che vanno dal 1968 al 2007
Non parleremo della saga de Il signore degli anelli (2001-2003) né di quella de Lo Hobbit (2012-2014) che richiederebbero un testo a parte per essere affrontate in maniera approfondita, né dei film successivi al 2008 dove l’impatto della CGIe l’ampliamento del sistema produttivo rendono il discorso molto più articolato e complesso.
1. I Seicento di Balaklava (The charge of the light brigade– 1968) di Tony Richardson
“There… there my lord, there is your enemy, there your guns!”
Riscrittura in chiave critica e anti militarista del precedente The charge of the light brigade(1936) di Michael Kurtiz.
I Seicento di Balaklava mette in scena uno degli episodi più ambigui della storia militare inglese.
L’anno è il 1854, nel corso della battaglia di Balaklava durante la Guerra di Crimea. Una divisione di cavalleria leggera dell’esercito britannico viene spinta ad una carica suicida contro i cannoni russi.
L’episodio, riportato dalla stampa coeva in patria, farà grandissimo scalpore venendo mitizzato o additato come inutile massacro, dividendo l’opinione pubblica a tal punto che, molti anni dopo, sarà fonte di ispirazione per il pezzo The trooper (1983) degli Iron Maiden.
Il film di Tony Richardson si inserisce nel filone del Free Cinema inglese costituendosi come uno dei lavori con più alto budget. Nella scena della carica vediamo il capitano Nolan (David Hemmings), in preda a follia suicida, intimare al suo superiore Lord Cardigan (Trevor Howard) di guidare il fatidico attacco contro il nemico.
La potenza della scena sta nel montaggio: attraverso una combinazione di soggettivee campi lunghi viene enfatizza la consapevolezza dell’imminente massacro.
La brigata comincia ad avanzare al trotto sotto lo sguardo sgomento degli stessi soldati nemici. Presto le granate cominciano ad esplodere da ogni direzione falcidiando uomini e cavalli; il primo a cadere è lo stesso Nolan che, trafitto dalla scheggia di uno sharpnell, precipita al suolo emettendo un grottesco lamento mentre il sangue gli riempie la bocca.
2.Waterloo (Waterloo -1970) di Sergej Fëdorovič Bondarčuk
“Rise high black flags children”
La storia segue le vicende del Governo dei cento giorni e culmina con la sanguinosa battaglia che vede la sconfitta definitiva di Napoleone (Rod Steiger) per mano del generale Wellington (Christoper Plummer).
Ciò che colpisce del film è il massiccio utilizzo di comparse( nell’ordine di decine di migliaia!). Il rumore dell’artiglieria diventa una costante dal punto di vista sonoro, così come i tamburi, i flauti e le cornamuse; la colonna sonora composta da Nino Rota ricalca con sapienza le marce militari dell’epoca.
L’impressione visiva è quella di assistere a qualcosa di epico e immenso, campi lunghie lunghissimi catturano il movimento dei battaglioni lanciati all’assalto, mentre i primi pianie i dettagli racchiudono momenti di morte e dolore, isolando singoli uomini dalla massa indistinta e catapultandoci costantemente dal piano epico a quello umano.
La fine di Napoleone avviene in un bagno di sangue quando, preso alle spalle dall’esercito prussiano, l’imperatore riceve la notizia che la Vecchia Guardia , l’élite del suo esercito, è in fuga di fronte al nemico. A questo punto uno zoom dall’alto sembra schiacciare l’imperatore.
3.Excalibur (Excalibur- 1983) di John Boorman
“O fortuna…”
Spesso si è cercato di portare al cinema la Leggenda di Re Artù, spesso lo si è fatto cercando di storicizzare o attualizzare la vicenda; molto più raramente costruendo, come nel caso di Boorman, una dimensione visiva mitica a cavallo fra il fiabesco e l’estetica degli anni Ottanta.
In Excalibur assistiamo alla nascita del regno leggendario di Camelot, che mette fine a un epoca di barbarie in Britannia, dopo la morte in battaglia di re Artù (Nigel Terry), il suo fondatore.
Lo scontro finale fra i cavalieri della tavola rotonda e l’esercito del malvagio Mordred (Robert Addie) è lo scontro fra le forze del bene e quelle del male. L’atmosfera è di grande solennità: vediamo gli uomini di Artù cavalcare in mezzo alla natura sulle note dei Carmina Burana di Carl Orff.
Lo scontro è avvolto da una nebbia magica evocata da Merlino (Nicol Williamson) per favorire i cavalieri di Artù. I buoni protetti da armature splendenti si lanciano contro i cattivi, dando vita ad uno scontro violento e sanguinoso, talvolta un po’ troppo confuso, ma comunque di grandissimo impatto visivo.
4. Braveheart- Cuore impavido (Braveheart -1995) di Mel Gibson
“Hooold… NOW !”
Sul campo di Stirling ci sono due eserciti: da un lato i crudelissimi Inglesi di Re Edoardo, armati di tutto punto; dall’altro i ribelli scozzesi guidati da William Wallace (Mel Gibson) disorganizzati ma ferocemente innamorati della libertà.
Braveheart è uno di quei film che dividono: se da un lato pecca di accuratezza filologica (dal kilt che gli scozzesi inizieranno a indossare solo nel XVI secolo fino ai nunchaku), dall’altro Braveheart è sicuramente un film d’autore, dove la visione del suo regista/attore/produttore prende forma senza scendere a compromessi (nemmeno con la Storia!)
Gibson alterna momenti epici, come il discorso iniziale, a momenti comici al limite del grottesco, come quando gli scozzesi alzano i kilt a sfregio del nemico.
La scena della carica di cavalleria è sapientemente costruita su un montaggio alternatocon inquadrature che si susseguono sempre più rapide scandite dalla voce di Wallace. La tensione è palpabile e al momento dello scontro non si risparmiano truculenti effetti visivi.
5. Salvate il soldato Ryan (Saving private Ryan – 1995) di Steven Spielberg
“This is all we got between us and the Almighty!”
Lo sbarco in Normandia il 6 Giugno 1944 segna uno dei punti di svolta della Seconda guerra mondiale ed è proprio da qui che inizia la storia diSalvate il soldato Ryan di Steven Spielberg.
Il capitano John Miller (Thom Hanks) deve guidare il suo plotone lungo la spiaggia di Omaha sotto il fuoco incrociato delle mitragliatrici e dell’artiglieria nemica. I suoi soldati cadono uno ad uno sotto i nostri occhi a un ritmo tale che nemmeno riusciamo ad accorgercene.
I protagonisti inizialmente ci appaiono indistinguibili, vestiti con la medesima uniforme; tuttavia con il proseguire della scena cominciano ad emergere personaggio complessi.
La scena dello sbarco alterna abilmente momenti di grande fragore a momenti di silenzio.
Nel momento in cui vediamo i primi soldati tedeschi le sorti della battaglia si rovescianoe gli americani si abbandonano ad una spietata carneficina. Una scena cruda ma estremamente interessante dal punto di vista della costruzione che non ha eguali nella storia del cinema.
6. Il Gladiatore (The Gladiator -2000) di Ridley Scott
“People should know when they’re conquered!”
Dalla fine del secondo conflitto mondiale, come ogni grande impero, gli Stati Uniti hanno cercato di associare la loro immagine alla magnificenza della Roma Antica.
Il Gladiatore ricordaLa caduta dell’impero romano (1964) di Anthony Mann. La vicenda storica narrata è la medesima, ma a differenza del film di Mann quello di Scott sceglie di trasportare lo scontro politico che dilania l’impero direttamente sulla sabbia dell’arena.
Il protagonista, Massimo Decimo Meridio (Russel Crowe), è un carismatico generale romano di stanza sul limes germanico. Quando entra in scena lo vediamo marciare in mezzo ai suoi soldati come il Colonnello Daxdi Orizzonti di gloria (1957) e in seguito prendere posizione alla testa della cavalleria dietro le linee nemiche.
La battaglia comincia quando i germanici emergono urlando dalla foresta e il loro capo scaraventa nel fango la testa decapitata di un ambasciatore. Fallito ogni tentativo di dialogo i romani scatenano l’inferno sui nemici grazie a mortali macchine da guerra e frecce infuocate. Ne segue una battaglia violenta e caotica al culmine della quale Massimo emerge dalle fiamme alle spalle dei nemici e si getta nella mischia.
Le grandi scene di battaglia sono ulteriormente amplificate dalla possente colonna sonora di Hans Zimmer.
7. Alexander (Alexander -2004) di Oliver Stone
“Zeus be with us!”
Quello diOliver Stone su Alessandro Magno è un vero e proprio kolossal moderno.
Il film segue la vita del giovane re macedone (Colin Farrell) fin dentro uno dei campi di battaglia più memorabili della storia del cinema.
A Gaugamela l’esercito macedone incontra quello persiano al comando del gran re Dario (Raz Degan). La battaglia che ne scaturisce si svolge come una gigantesca partita a scacchi.
La scacchiera è una gigantesca e polverosa pianura che vediamo seguendo il volo di un’aquila.
I due contendenti mantengono un atteggiamento diverso, mentre Alessandro è sempre in movimento, cavalca alla testa delle sue truppe, cade, uccide, si sporca di sangue; Dario è statico, comanda dal centro del suo schieramento limitandosi impartendo ordini con eloquenti gesti delle mani, i due sono spesso contrapposti a livello di montaggio.
Le pedine sono variegate: cavalieri, fanti, cammelli e carri da guerra, una pluralità di truppe sono dispiegate da ambo le parti; spesso ci si avvale di didascalie per capire in che punto della battaglia ci troviamo.
Anche in questo caso, come in molti precedenti, la musica gioca un ruolo fondamentale con il pezzo Drums of Gaugamela, composto da Vangelis che sembra scandire la frenetica cavalcata di Alessandro verso il suo nemico.
8 e 9. La bandiera dei padri e Lettera da Iwo Jima ( Flags of our fathers e Letter from Iwo Jima- 2006) di Clint Eastwood
“I can’t take them calling me a hero. All I did was try not to get shot”
Due film che raccontano una stessa battaglia. L’isola di Iwo Jima, un atollo vulcanico nel Pacifico, nulla più che uno scoglio, una terra inospitale che sembra non essere adatta all’uomo.
Nonostante ciò Iwo Jima diventa teatro di una delle più sanguinose battaglie della Seconda guerra mondiale.
Flag of Our Fathers e Lettera da Iwo Jima seguono le vicende di due gruppi di soldati, il primo Americano e il secondo Giapponese.
I due film, forse meno epici e spettacolari rispetto ai precedente, si configurano come un unico atto di accusa alla guerra.
Indipendentemente dal colore delle divise, gli esseri umani sul campo di battaglia sono tutti nella stessa terribile situazione.
Clint Eastwood ci racconta una storia che va oltre la classica narrazione manichea di bene e male. I problemi, le paure e le sfide che i due gruppi di soldati devono affrontare sono gli stessi, e i protagonisti non sono altro che individui schiacciati da un sistema oppressivo che li costringe a farsi la guerra trasformandoli in eroi o vittime a seconda della convenienza.
Un tentativo che ha un precedente in Gettysburg (1993) di Ronald Maxwell, in cui la più sanguinosa battaglia della guerra civile americana viene raccontata alternando il punto di vista dei nordisti a quello dei sudisti.
10. 300 (300– 2007) di Zack Snyder
“Come and get them!”
Adattamento cinematografico della celebre graphic noveldi Frank Miller, 300 è ambientato in una Grecia arcaica, un mondo violente e oscuro dove vige la legge del più forte.
Leonida (Gerard Butler) è il re della città guerriera di Sparta minacciata dall’invasione persiana. Lui e altri trecento guerrieri si sacrificheranno per difendere la libertà della Grecia, affrontando gli invasori al passo delle Termopili.
Le premesse sono semplici: tutto in questo film sembra condurre alle spettacolari scene di battaglia. Al centro dell’azione stanno gli spartani, o meglio, i loro muscolosi corpi, corpi temprati dall’ agogé.
Lo scontro fra greci e persiani si svolge con differenti ondate, come in un videogame. Ogni volta gli avversari sono sempre più duri da sconfiggere. Attacco dopo attacco, i persiani si infrangono contro il muro di scudi spartano.
Ogni volta che la formazione si rompe e dalle lance si passa alle spade, ecco intervenire un rallenty che mette in evidenza la dinamica delle scene, con un effetto che vorrebbe richiamare (almeno nell’intento) il bullet time di Matrix(1999) .
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