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Perchè ‘The Eternals’ è un film da vedere: la recensione del film di Chloe Zhao
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3 anni agoon
The Eternals di Chloe Zhao è il ventitreesimo film del Marvel Cinematic Universe, uscito il 3 novembre 2021.
La Fase Quattro dell’MCU si è aperta ufficialmente con Black Widow, film deboluccio che forse ha scontato, più di altri, lo scotto di uscire durante/dopo la pandemia Covid 19; e con Shang Chi, debutto del primo eroe asiatico dal quale tutti si aspettavano molto meno e che invece si è rivelato un ottimo wuxiapian però poco collegato con la profonda mitologia Marvel.
Eternals, pur essendo il terzo, è invece un vero e proprio trionfo dell’estetica Marvel Comics e del Marvel Cinematic Universe, nonché un’incredibile svolta per la produzione, in termini di scrittura, di regia e di svolgimento.
Dopo gli eventi accaduti in Avengers: Endgame, una tragedia inaspettata obbliga gli Eterni a uscire dall’ombra e riunire le forze contro il più antico tra i nemici dell’umanità, i Devianti.
Dovranno scontrarsi con i loro nemici naturali ma anche contro loro stessi, cambiando il corso della storia del mondo mentre cercano affannosamente le risposte sulla loro vera e più profonda identità.
Nella carta stampata, gli Eterni sono una specie di esseri sovrumani ideati dal leggendario artista Jack Kirby (testi e disegni) apparsi per la prima volta in The Eternals del luglio 1976. Esseri nati da manipolazioni genetiche dei potentissimi e giganteschi alieni chiamati Celestiali, ognuno dotato di poteri straordinari. Vivono a Olympia, città fra le montagne della Grecia, e combattono contro i Devianti, anche loro creati sulla Terra dagli esperimenti celestiali, che invece risiedono nella città sommersa di Lemuria, guidati da Kro, signore della guerra.
Kirby li ideò tornando alla Marvel dopo il suo celebre esodo in DC Comics: l’autore aveva lasciato incompleta nella casa editrice di Batman e Superman la Saga del Quarto Mondo, ma aveva ancora voglia di sperimentare storie di dèi spaziali e conflitti cosmici. La sua serie ongoing non durò molto (solo 19 numeri), ma i personaggi gli sopravvissero tornando con tre mini a loro dedicate (e solo in tempi relativamente recenti, scritte una da Neil Gaiman, autore di Sandman, una da Charles Knauf, e una uscita nel 2021 scritta da Kieron Gillen).
Abituati a riletture e adattamenti quasi mai letterali ma sempre lucidi e intelligenti, i creativi dell’MCU hanno messo mano ai personaggi e alle storie donandogli un background aggiornato ma soprattutto inserendoli in maniera sottile e sofisticata nell’enorme affresco che i Marvel Studios stanno creando dal 2008 con il primo Iron Man di Jon Favreau, affidando la regia di questo film mastodontico a Chloe Zhao, premio Oscar 2021 per Nomadland. Una scelta che ha fatto non poco scalpore, ma che è perfettamente in linea con la voglia degli studios di restare fermi e ben piantati in un contesto action. Questo senza mai dimenticare la qualità e una struttura drammaturgica e narrativa di alto livello.
Ed Eternals conferma allora la volontà di restituire dei testi cruciali che leggono l’apocalisse del nostro presente attraverso la declinazione superomistica equidistante dal superessere nietzschiano e dal supereroe con superproblemi di Stan Lee, muovendosi contemporaneamente verso nuove direzioni e nuove ambizioni già messe in chiaro dai serial proposti su Disney Plus (in prima linea, il geniale e miliare WandaVision).
Oltretutto, se fino al precedente Shang Chi si era proposta un’interessante rilettura/aggiornamento dei generi cinematografici, con la Zhao si va un po’ più in là proponendo qualcosa di abbastanza inedito, che si ricollega all’estetica e alla filosofia wachowskiana ma che fa proprio il latente misticismo di alcune tra le opere più importanti del nuovo millennio.
La Tecnologia è un aiuto necessario all’evoluzione
dice l’Eterno Phastos che ipotizza vie sostenibili all’estinzione come la migrazione spaziale, in contrasto con il compagno Druig, capace di controllare la mente umana e per questo non dissimile dalle derive dove i tecnocrati cercano di impiegare dispositivi di massa (vedi la dipendenza di Sersi per lo smartphone).
Trans umanesimo, coscienza ambientalista, antinaturalismo, sovrappopolazione: alla faccia di chi ancora pensa che la Marvel (leggi Disney) sia sinonimo di prodotti di facile consumo per adolescenti tardoni. L’Infinity Saga ha mostrato che oggi non ci sono testi più lucidi di film come Winter Soldier, Endgame o proprio Eternals per leggere, decodificare e capire le istanze del disastro del nostro presente: è la modalità, quella sì, ad essere popolare o mainstream, come ha insegnato dagli anni Sessanta il Sorridente Lee, per poter parlare proprio a tutti e per essere comprensibili ad ogni fascia d’età quando si tratta di diritti civili, droghe, futuro.
Chloe Zhao, in quest’ottica, non poteva essere un nome migliore per mantenere il tono alto che si vuole adottare, per la missione -non impossibile- di aggiustare il tiro delle prossime opere: dai vulcani all’Amazzonia (location ideali per alcune tra le sequenze più importanti di Eternals) alle strade d’America di Nomadland il passo è brevissimo, se si vuole raccontare l’annessione definitiva del panorama industriale allo sfondo naturale ancestrale del mondo.
La natura è un luogo oramai impossibile da decontaminare, tutto è parco nazionale e quindi artificiale così come la nostra relazione con l’immagine del mondo; è per questo che la regista cinese deframmenta l’azione girando un film di due ore e mezzo abbondanti che non sembra un cinecomic ma lo è (è questo il motivo per cui su Rotten Tomatoes ha avuto il giudizio più basso ancora peggio di Thor The Dark World, altro gioiello incompreso dai più), dal ritmo lento e meditativo e che si sposta di continuo fra passato e presente senza per questo lasciare la zona fumetto, con due scene post credit fondamentali per il futuro del franchise.
E rimane centrale, alla fine, il linguaggio Asl usato da Makkari (Lauren Ridloff): un linguaggio che si ipotizza esistere fin dall’origine dell’uomo, e che quindi, uscendo di metafora, mostra come le immagini e le idee e le teorie che vediamo nel MCU possono astrarsi in una forma universale, sempre leggibile e sempre presente, anche se comprensibile non sempre, non subito e non da tutti.