‘The Harder They Fall’ Un western atipico e pieno di poesia

Disponibile dal 3 novembre 2021 su Netflix, The Harder They Fall di Jeymes Samuel è un western atipico, con un parterre attoriale di soli afroamericani, e assolutamente godibile, grazie al ritmo sostenuto, alle ottime interpretazioni e alle splendide scelte stilistiche.

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The Harder They Fall | La trama

Il Jonathan Majors di The Lovecraft Country veste i panni di Nat Love, un giovane fuorilegge che ha un unico scopo nella vita: vendicarsi del crudele Rufus Buck (Idris Elba). Quando quest’ultimo viene liberato dai suoi, capitanati da Trudy Smith (Regina King) e Cherokee Bill (LaKeith Stanfield), Love decide di rimettersi sulle sue tracce.

L’amore è la sola cosa per cui vale la pena di morire.

Dopo aver detto addio alla donna che ama (Zazie Beetz), stringe alleanza con lo sceriffo Bass Reeves (Delroy Lindo). Ma il resto della sua banda non vuole abbandonarlo, e così Jim Beckwourth (RJ Cyler) e Bill Pickett (Edi Gathegi) lo raggiungono, pronti a dare il via a una nuova, pericolosa, missione insieme.

THE HARDER THEY FALL (L-R): ZAZIE BEETZ as MARY FIELDS, JONATHAN MAJORS as NAT LOVE. CR: DAVID LEE/NETFLIX © 2021

The Harder They Fall | Poesia ed epica

Poesia ed epica. Si muove su questi due binari il nuovo lavoro di Samuel. Una storia di vendetta che ha la forma perfetta di un cerchio. Il principio e la fine si riallacciano con un’eleganza narrativa e sostanziale disarmanti, potenti, emozionanti. Sebbene lo spettatore più acuto possa forse prevederne l’esito, non può (e non deve) essere messa in discussione la maestria nel giungere a un simile livello di compiutezza.

La chiave sta nel pescare elementi di vario genere e nel combinarli in un modo del tutto originale e soddisfacente. Il western vecchio stampo, con la sua poetica e le sue suggestioni, lascia talvolta il posto a uno stile pop, teoricamente agli antipodi con quanto raccontato in precedenza. Il gusto per l’eccesso trova differenti espressioni, richiamando alla mente grandi esponenti della settima arte come Quentin Tarantino e Zack Snyder.

Il valore aggiunto di una colonna sonora

La colonna sonora – presenza costante ma mai invadente – è un capolavoro a sé, vero e proprio valore aggiunto di una narrazione già di suo incredibilmente buona. Ogni brano sembra scelto e posizionato per caratterizzare un determinato personaggio, uno stato d’animo o una situazione.

THE HARDER THEY FALL (C: L-R): REGINA KING as TRUDY SMITH, IDRIS ELBA as RUFUS BUCK, LAKEITH STANFIELD as CHEROKEE BILL. CR: DAVID LEE/NETFLIX © 2021

Ne consegue uno stimolante appeal che quasi crea dipendenza. Tonalità orientali si mescolano con l’hip hop e il rap; brani di Jay Z e Seal convivono nella medesima partitura. L’ascolto diventa quindi un’esperienza a parte, tanto preziosa quanto memorabile. Lo stesso Samuel ha dato il suo personale contributo nella scrittura delle canzoni.

Il cineasta londinese, al suo debutto cinematografico, è infatti un affermato cantautore e produttore musicale, noto con il nome di The Bullitts. E si deve molto probabilmente ai suoi trascorsi questa vicinanza stilistica al videoclip. A partire dalla grafica di titoli e didascalie, indice di una ricercatezza che trova la sua ragion d’essere nel prodotto finale.

Valori di un’epoca per un gruppo di antieroi

The Harder They Fall esibisce una serie di figure emblematiche e piene di sfaccettature, rappresentando la ricchezza di un progetto che ha come principale obiettivo l’intrattenimento.

Come due facce di una sola medaglia, Nat e Rufus si fronteggiano per tutta la durata del film, che siano copresenti sullo schermo o meno. Il passato, la famiglia, gli incontri avvenuti durante il percorso, determinano chi sono oggi.

THE HARDER THEY FALL (L to R): JONATHAN MAJORS as NAT LOVE and IDRIS ELBA as RUFUS BUCK in THE HARDER THEY FALL Cr. DAVID LEE/NETFLIX © 2021

La linea che divide bene e male appare labile, circostanziale, ma superarla ha delle conseguenze permanenti. La tradizione del western insegna quanto il peso delle azioni e delle scelte gravi su tutto e tutti, per cui è spesso necessario anche il sacrificio di innocenti. Il minimo che se ne può ricavare sono cicatrici di cui un giorno si potrà raccontare la storia, il vero problema sono invece quelle interne, che non si vedono a occhio umano, ma che si manifestano in maniera viscerale, distruttiva, incontenibile.

Rompiamo le catene.

Tra i valori di un’epoca – da tenere ben presenti ancora oggi – la lealtà, l’amore, la libertà, l’amicizia, appartengono in egual misura (o quasi) ai “buoni” e ai villain. Ciascuno di loro è una sorta di antieroe, che merita riguardo e regala emozioni.

*Salve sono Sabrina, se volete leggere altri miei articoli cliccate qui.