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‘Agente speciale 117’ il James Bond che smaschera il passato della Francia

Una spy Story che vuol essere una satira della politica francese

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Se James Bond nell’ultimo No Time to Die ha rivoluzionato l’idea stessa alla base di 007, non c’è modo che Hubert Bonisseur de la Bath – nome in codice OSS 117 – si evolva o si emancipi, anzi della sua aderenza ai peggiori stereotipi razzisti e sessisti fa una bandiera, o almeno è così nella serie comica che Michel Hazanavicius aveva inaugurato nel 2006 a partire dai romanzi di Jean Bruce (che avevano già ispirato una serie di film “seri”negli anni ’60). Al terzo film, cambia il regista, ovvero Nicolas Bedos, e si appanna la verve del personaggio.

Dall’Africa con amore

Agente speciale 117 al servizio della Repubblica – Allarme rosso in Africa nera vede de la Bath alle prese con la rivoluzione comunista in Kenya che minaccia di far saltare il governo di un dittatore amico della Francia.

Assieme a 117, parte anche il giovane e prestante agente 1001, ma il loro rapporto complicherà la missione. Scritto da Jean-François Halin col regista, il film continua la missione della serie, ovvero raccontare in chiave comica il passato della Francia, scrollandosi di dosso un po’ di grandeur sciovinista nel mettere in scena i danni della politica coloniale: così, dopo Il Cairo e Rio de Janeiro, tocca alle dittature africane e alle strutture occulte, politiche ed economiche, che dalla decolonizzazione portarono alla cosiddetta Françafrique, ovvero l’imperialismo mascherato.

Dalle parti di Checco Zalone

Su questo sfondo storico  (all’ inizio degli anni ’80), il film non cerca a tutti i costi la parodia dei film di spionaggio alla 007, come in qualche misura facevano quelli degli anni ’60, ma punta alla satira, alla versione comica di una spy-story, per cui al netto dei vezzi d’epoca o della canzone d’apertura che imita For Your Eyes Only (da 007 – Solo per i tuoi occhi), Allarme rosso in Africa nera è un vero film di spionaggio, che non vuole distorcere i meccanismi del genere ma farli abitare da un personaggio idiota, razzista, sessista e fiero di esserlo, come fiera sembra la Francia di condividere certe idee (l’odio dei servizi segreti per Mitterand): una specie di Checco Zalone con licenza di uccidere.

Il cambio della guardia

La sceneggiatura ovviamente mette alla prova gli ideali del protagonista e li fa distruggere dalla realtà, arrivando persino a dubitare dell’eterosessualità e della capacità seduttiva e sessuale del protagonista, ma al di là del meccanismo la mano che dovrebbe farlo funzionare non regge: Bedos (reduce dal successo del riuscito La belle époque) non ha il piglio per un vero film d’azione o il polso per un’opera puramente comica. La distanza ironica con cui racconta dopo un po’ diventa distacco, spaesamento, al film mancano le sorprese e le risate. Insomma, Bedos non è Hazanavicius e anche l’immarcescibile OSS 117 ne risente.

La clip in anteprima

;Agente speciale 117 al servizio della Repubblica-Allerta rossa in Africa nera& Il nuovo trailer

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