FESTIVAL DI CINEMA

‘The Blue Years’ il film di Sofía Gómez-Córdova con cinque giovani e un gatto

In concorso allo Sguardi Altrove Film Festival 2021, il film messicano della regista Sofía Gómez-Córdova racconta la storia di cinque giovani quasi adulti.

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In concorso allo Sguardi Altrove Film Festival 2021, The Blue Years è un film di Sofía Gómez-Córdova sulla vita di alcuni giovani messicani che vivono praticamente sotto lo stesso tetto.

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The Blue Years: la trama del film

Cinque giovani abitano una casa con cortile in stato di precaria conservazione, a Guadalajara . Ognuno di loro ha la responsabilità di mantenerla, il più possibile, integra contribuendo, oltre che al non danneggiamento, anche all’eventuale riparazione di alcuni elementi. Ad osservarli c’è una presenza costante: quella di un gatto. Un gatto che, girando tra una stanza e l’altra, è di tutti e di nessuno. La convivenza non risulta, però, molto facile, soprattutto dopo l’arrivo di Diana che porta un po’ di “scompiglio”.

La casa come filo conduttore

I protagonisti sono sicuramente i cinque giovani. Ma al centro di tutto c’è la casa da loro abitata. Il luogo che, più o meno direttamente, i cinque condividono è il fulcro attorno al quale ruota l’intera vicenda. Con il film The Blue Years, la regista Sofía Gómez-Córdova descrive un particolare momento della vita attraverso un elemento comune. Ogni personaggio vive, cresce e matura all’interno di uno spazio che non è solo fisico. L’evoluzione di ognuno dei protagonisti dipende principalmente dal luogo in cui trascorrono la maggior parte del tempo. Ed è in questo luogo che si creano anche dinamiche che non avrebbero senso altrove. O che non sarebbero maturate allo stesso modo.

I personaggi del film The Blue Years

Nessuno dei cinque personaggi prevale sull’altro. Di ognuno vengono descritte le caratteristiche principali che lo rendono “umano”. E soprattutto, ogni personaggio si ritrova ad attraversare i propri blue years, cioè quegli anni che segnano il passaggio dall’adolescenza all’età adulta e che,  porta inevitabilmente con sé la necessità di compiere scelte non sempre semplici. Abile il regista nel mostrare il diverso approccio di ognuno nei confronti del proprio  futuro, prossimo o lontano. Un futuro che potrebbe essere roseo o che, come sembra indicarci, viaggia in parallelo con lo status dell’abitazione dei giovani. Un po’ malandata, ma comunque, ma viva in qualche modo.

La regista come una gatta

Non si può non citare un altro personaggio del film The Blue Years, perché lo è a tutti gli effetti:  il famigerato gatto che non appartiene a nessuno, ma che è un po’ di tutti. Quello che all’inizio viene descritto come «della casa». Un gatto che si insinua nella vita di ognuno dei personaggi, come se prendesse per mano lo spettatore per guidarlo all’interno di un luogo che lui conosce a menadito. Fa un po’ le veci della regista che si insinua nella vita e negli ambienti dei protagonisti per spronarli, per far aprire loro gli occhi e per gridare che fuori c’è tutto un mondo da scoprire.

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