The Morning Show è un serial disponibile su Apple Tv, prodotto da Jennifer Aniston e Reese Witherspoon, composto di venti episodi: la prima stagione è stata distribuita dal 1 novembre 2019, la seconda è invece arrivata dopo vari slittamenti Covid solo il 17 settembre 2021.
Alex e Mitch sono i conduttori di un popolarissimo programma del mattino: quando lui viene accusato di molestie sessuali e cancellato dal palinsesto e anche dall’America, lei viene mandata a casa perché considerata solo la spalla del presentatore maschile.
Al termine della prima stagione, Alex e la sua nuova co-conduttrice, Bradley, avevano deciso di raccontare in onda la loro verità sull’accaduto, prendendo in ostaggio in un “colpo di stato” televisivo lo studio e le telecamere, con la complicità di Cory, executive del network UBA.
Li ritroviamo adesso, nove mesi dopo, con un nuovo direttivo alla UBA e un nuovo presentatore maschile che affianca Bradley, mentre Alex si è rinchiusa nella sua casa di montagna per sfuggire al caos mediatico e per scrivere un suo libro di memorie.
Una delle caratteristiche più riconoscibili di The Morning Show (uno dei serial più belli e probabilmente colpevolmente meno conosciuti degli ultimi anni) era l’altissimo livello del cast protagonista, con Aniston, Witherspoon e Steve Carrell che si sfidavano in un duello di recitazione a colpi di classe ed eleganza. E se il personaggio di Carrell si defila un po’, ne emerge invece uno nuovo che non ha niente da invidiare ai tre, ovvero la Julianna Margulies direttamente dall’altro capolavoro assoluto, The Good Wife.
Dal punto di vista narrativo, la prima puntata della seconda stagione compie un balzo in avanti, e con un’ellissi efficace e inaspettata porta avanti la storia di nove mesi: continuando però a raccontare l’attualità di un settore forse fin troppo condizionato dalla presenza e dall’influenza maschile dove non mancano discriminazioni di vario tipo.
Di conseguenza, i misfatti compiuti dai protagonisti nella prima stagione sembrano allargare la loro sfera di influenza in cerchi concentrici sempre più grandi aumentando ancora di più il campo d’azione, e mostrando che le azioni di un uomo hanno sempre modo di rimbalzare su qualcun altro che ne deve pagare il prezzo –anzi, più di uno.
Arrivata a due anni di distanza dalla fine della prima, questa nuova annata deve poi fare i conti con la narrazione del Covid, cosa che ultimamente sembra essere diventata un banco di prova fondamentale per le serie tv che pretendono di avere un forte aggancio con il presente: e intelligentemente sceglie di non gettarsi a capofitto in un racconto che rischia moltissimo la banalità e la stucchevolezza di un’ epidemia con cui combatte, ma di affrontare invece l’oggetto in maniera trasversale, raccontando i tre mesi immediatamente precedenti all’inizio ufficiale della pandemia -gennaio/marzo- puntando l’attenzione sui media e sulla politica americana ed esponendo chiare accuse di superficialità (la storia originaria è stata infatti completamente cambiata e riscritta durante il primo lockdown).
Ed è questa una presa di posizione salda e provocatoria, perché sa portare avanti le proprie tesi fino alla fine mostrando(ci) cosa siamo diventati grazie, o a causa, dei social e dei media: dal razzismo all’appropriazione culturale, dalle discriminazioni di qualsiasi tipo ai flame da social.
Tutto questo senza dimenticare mai i personaggi e il loro approfondimento, con le loro storylines perfettamente incastonate nella drammaturgia: Alex, Bradley, Mia, Daniel, Yanko, Mitch, brillano ognuno di luce propria grazie ad una scrittura incisiva e tagliente, sempre scorrevole e fluida, che mostrano il dietro le quinte del giornalismo e in generale dei media come un’arena mortale, dove si combatte per la propria vita -a volte letteralmente- e insieme per distorcere la verità a proprio uso e consumo.
E se in queste dieci puntate i riflettori si accendono sul (magnifico) duello tra Bradley e Alex, nel quale arriva anche il terzo incomodo di Laura Peterson, una storia parallela mostra l’esilio dorato (?) di Mitch alle prese con una giornalista che vorrebbe difenderlo, l’italianissima e sempre brava Valeria Golino.
The Morning Show con la sua seconda stagione continua a essere una preziosa gemma tragicomica, per come intreccia mirabilmente pubblico e privato e per come sa essere avvincente e drammatica senza rinunciare a divertire, restituendo appieno la doppia valenza (comica e drammatica) di un mondo che era già in piena crisi di identità personale e nazionale prima del Covid, ma che durante la pandemia ha dovuto fare i conti con sé stesso, evidenziando in maniera ancora più accentuata come i social abbiano cambiato la quasi totalità delle dinamiche sociali. Senza dimenticare di raccontare anche e probabilmente soprattutto come sono cambiati i mezzi che dovrebbero raccontarci tutto questo.