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Alice nella città

‘Lamb‘: una misteriosa creatura sconvolge la vita di due coniugi

La vita rurale di due coniugi sconvolti dalla nascita di un essere ibrido

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Lamb di Valdimar Johansson, in anteprima ad Alice nella città, è un film fuori dagli schemi che racconta una storia insolita. Presentato nella sezione del Festival di Cannes 2021, Un certain regard, il film, in Italia, sarà distribuito da Wanted.

Lamb: una nascita miracolosa

Maria (Noomi Rapace) ed Ingvar (Hilmir Snaer Gudnason) sono una coppia di allevatori che vive in una fattoria isolata dell’Islanda.

La loro routine quotidiana è scandita dai ritmi della natura e dai suoi silenzi, interrotti solo dal belare delle loro numerose pecore.

Un giorno accade un vero e proprio miracolo: una pecora partorisce una creatura ibrida, per metà essere umano e per metà animale. I due coniugi si prendono cura della nascitura, Ada, come se fosse la loro bambina.

Questo evento, al di fuori di ogni spiegazione scientifica, destabilizza le loro vite, già precedentemente turbate dalla perdita della figlia.

Lamb è un film spiazzante, a tratti sconcertante, con un elemento soprannaturale insolito. Noomi Rapace, nei panni di una madre affranta dalla morte della sua piccola, è impeccabile nel rappresentare tutte le sfumature di emozioni con il solo sguardo, profondo come la terra che la contadina Maria scava ogni giorno.

Lamb: il “perturbante” e l’elaborazione del lutto

Il regista Johansson declina il tema del “perturbante” freudiano che nella letteratura di Hoffman trova la sua massima espressione, attingendo a piene mani dal folclore oscuro delle leggende nordiche.

In psicanalisi, il perturbante è tutto ciò che appare al contempo familiare ed estraneo, generando terrore e angoscia. In pratica, è il riconoscimento di qualcosa che ci appartiene ma che appare inspiegabile e inaccettabile razionalmente.

La strana creatura di Lamb, quasi mitologica nelle sembianze, richiama un altro freak bambino, la marionetta canterina di Annette di Leos Carax, proiettato anch’esso durante il Festival di Cannes 2021.

Forse per la volontà e il desiderio di rappresentare, attraverso la finzione filmica, una nuova umanità, per scavare meglio nelle pulsioni più intime della nostra psiche? Può darsi.

Ma in Lamb ci sono indubbiamente più tematiche e più livelli di lettura: si ripropone, ad esempio, il tema dell’elaborazione del lutto, già presente in altre opere presentate ad Alice nella città, come Ma nouit e Petite Maman, dove entrambe le protagoniste si trovano a fare i conti con la morte di una persona cara.

Maria ed Ingvar hanno perso la loro bambina e da quel momento le loro vite hanno smesso di avere senso, trasformandoli in automi, senza emozioni, senza prospettive, addirittura senza parole da dirsi.

Lamb: il cielo d’Islanda negli occhi di Noomi Rapace

L’arrivo di Ada rappresenta per loro una seconda possibilità, una rinascita; la forza della disperazione li porta ad accettare l’inaccettabile, a sfidare le leggi stesse di quella natura che tanto amano, a tradire l’Universo, ben rappresentato dalla vastità dei paesaggi islandesi, sottraendogli qualcosa che non gli appartiene.

Tutto questo, però, ha un prezzo e anche molto caro. Su questo conflitto si gioca l’intera opera che non si identifica in un genere preciso e mescola dramma, mistero, fantascienza e horror; del resto, lo stesso regista ha detto al pubblico, prima della proiezione:

Guardate questo film e traetene ciò che volete.

Il processo creativo di un’opera continua in sala, nella mente e nel cuore dello spettatore e, sicuramente, Lamb è un film che non si presta a una lettura e un’interpretazione univoche.

Johansson ha realizzato un film visivamente accattivante, generando suspense anche laddove non c’è azione: si sente tutto il freddo dell’Islanda in quei paesaggi deserti e “agghiaccianti”, si percepisce tutta la solitudine e il dolore di Maria negli occhi di Noomi Rapace e si avverte quel senso d’immobilità in cui i personaggi sono intrappolati, cristallizzati nell’unico tempo possibile, quello del dolore.

Maria e Ingvar non possono che affidarsi al cielo, ai cambi repentini di luce e di clima e cercare un segno, un evento prodigioso che li salvi dalla morte, quella subita e quella vissuta interiormente. Un desiderio alimentato da tanta oscurità non può che generare qualcosa di sinistro, fuori dall’ordine naturale delle cose.

Lamb costruisce una dimensione altra, un’illusione di felicità segreta e proibita che rivela tutta la fragilità dell’animo umano e si pone in contrasto con le leggi di una natura madre e matrigna, generosa nel dare ma spietata nel rivendicare.

 

Lamb

  • Anno: 2021
  • Durata: 106'
  • Distribuzione: Wanted
  • Genere: Fantascienza, Horror
  • Nazionalita: Islanda
  • Regia: Valdimar Johansson

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