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Conversation

‘Io sono Babbo Natale’. Conversazione con Edoardo Falcone

Il film con l'ultima interpretazione di Gigi Proietti è adesso nelle sale

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Presentato come evento di preapertura della Festa del cinema di RomaIo sono Babbo Natale di Edoardo Falcone è al cinema dal 3 novembre grazie a Lucky Red,.

Il film racconta un Babbo Natale diverso da altre volte. Interpreti Marco Giallini e Gigi Proietti, qui alla sua ultima interpretazione.

Io sono Babbo Natale di Edoardo Falcone

Ettore, il personaggio interpretato da Marco Giallini assomiglia a una versione contemporanea dello Scrooge di Canto di Natale. In questo senso mi sembra che uno dei sottotesti del film sia proprio  quello relativo alla trasformazione salvifica  che si innesca  dall’incontro con il Babbo Natale di Gigi Proietti. 

Per come li ho pensati entrambi rappresentano un diverso archetipo umano  Marco rappresenta l’uomo che pensa esclusivamente a se stesso, senza preoccuparsi dei problemi altrui. Esiste solo lui anche in maniera infelice. Gigi è l’uomo evoluto in grado di dare senza  aspettarsi qualcosa in cambio. Io sono Babbo Natale nasce da questo incontro che va oltre il discorso di Scrooge. Cioè, noi non facciamo un discorso specifico sul Natale, distinguendo tra chi lo ama e chi no. Il Natale è preso come cornice di un momento in cui le persone dovrebbero fermarsi per apprezzare le cose belle della vita. Compreso quello di essere una persona migliore.

Mettendo al centro l’egoismo e il suo superamento, crei un legame tra  narrazione e metafora, sovrapponendo la trasformazione fisica di Babbo Natale a quella psicologico-spirituale di Ettore. Alla fine per  diventare come Babbo Natale c’è prima bisogno di un cambiamento di tipo interiore.

Esatto. Infatti per Marco è così fino a quando non si verifica questo scarto. Fino al momento in cui capisce il significato delle parole di Gigi  e cioè che i poteri sono importanti, ma senza una vera trasformazione dell’essere servono solo a fare del male. Questi sono il pretesto per mettere in atto un cambiamento interiore.

edoardo falcone

I film di Edoardo Falcone

Parlavi prima di due personaggi antitetici. Nei tuoi film metti sempre in scena questo genere di coppie. I tuoi di fatto sono una sorta di buddy movie.

Non è stata mai una cosa voluta, però mi rendo conto che dopo il terzo film  qualche sospetto uno può averlo. Giostrare le storie su due personaggi nasce dal fatto che non ne potevo più dei film pieni di caratteri, perché poi mi risultava difficile svilupparne personalità e psicologie in senso compiuto. Il rischio era di mettere insieme troppe cose e trasformare il tutto in un album delle figurine. Dopodiché mi rendo conto che mettere in scena due opposti è funzionale a raccontare due diverse visioni dell’esistenza. 

Per come va a finire il film sembra raccontare seppur sottotraccia il passaggio di consegne tra due generazioni di attori: in particolare tra quella di Proietti  e l’altra, di cui Giallini e tanti altri fanno parte. Per come sono andate le cose, Io sono Babbo Natale risulta addirittura profetico.

Ovviamente nessuno di noi poteva immaginare quello che sarebbe successo. Con questo però non voglio dire che le vecchie generazioni erano migliori delle attuali. Anche nelle prime c’erano persone di un certo tipo e persone di altro. É ovvio che oggi, oppressi come siamo da tante cose, diventa anche difficile trovare una propria interiorità, perché siamo fagocitati da milioni di immagini, suoni e messaggi pubblicitari, correndo il rischio di perdere di vista noi stessi.

Il noir

Parlando dei registri del film, si può affermare che i toni sono quelli della commedia, ma accanto a questi serpeggia un umore noir che tu reinterpreti attraverso due facce come quelle di Marco Giallini e  Antonio Gerardi, nati in quel tipo di cinema. Una scelta che ti permette di rendere più verosimili i cosiddetti lati oscuri della storia.

Ti ringrazio per quello che dici, perché la grande scommessa del film è quella di mescolare la magia del fantasy alla realtà. Nella commedia mi piace sempre rimandare a quest’ultima per evitare di scadere nella farsa e di perdere l’empatia con il pubblico. Ancora di più in questo caso in cui siamo davanti a una storia assolutamente assurda. Averla fatta convivere con uno sguardo surreale ci dava la possibilità di entrare nel cuore dello spettatore; dunque la sfida  consisteva nel far convivere i due aspetti. Alla fine penso di aver raggiunto queste unità.

Nel film richiami uno dei grandi temi del noir come quello dell’eterno ritorno in cui di solito il protagonista tenta di lasciarsi indietro il suo passato criminale. L’originalità di Io sono Babbo Natale sta nel fatto che Ettore non ha nessuna intenzione di cambiare. A lui gli anni di prigione non hanno stimolato alcuna voglia di redenzione.

Esatto. Il rischio di queste operazioni è di cavalcare un certo buonismo. La storia di Io sono Babbo Natale in sé è positiva, però volevo arrivarci attraverso l’ironia, il conflitto e uno sguardo un po’ dissacrante rispetto all’immaginario abituale del Natale, quello visto nella maggior parte dei film. Soprattutto mi interessava trovare uno sguardo italiano all’interno di un plot che è molto americano. Noi siamo molto più ironici ed era questa la strada che mi interessava portare avanti.

Tre versioni

Babbo Natale guarda molto al cinema americano ma lo contestualizza all’interno di un mood tutto italiano. Per esempio, ho trovato efficace che la figura di Babbo Natale faccia da trait d’union su tre diversi momenti della vita di Ettore. Perché è attraverso la bambina che lui riflette sul suo passato, mentre è Gigi a fargli mettere in discussione il suo presente innescando le basi per un futuro diverso  dalla solita vita. Cioè, è come se andassero in scena nello stesso momento tre diverse versioni del protagonista.

 Ti ringrazio per queste parole. La tua visione è assolutamente interessante e rende merito al film e al lavoro di chi vi ha partecipato.

Così facendo il film diventa uno e trino – a proposito del Natale e della sua spiritualità -, nel senso che ha la possibilità di raggiungere pubblici diversi, portando al cinema  grandi e piccini. I bambini ma anche nonni e genitori, ognuno con la possibilità di riconoscersi nei personaggi del film.

Questa era l’altra grande scommessa. Volevo evitare di fare un prodotto solo per bambini, anche perché è una cosa che non mi appartiene. Desideravo che i ragazzi e i  più piccoli si potessero divertire, ma puntavo soprattutto a realizzare  un film rivolto agli adulti, capace  di toccare il bambino presente in ciascuno di noi. E di farlo attraverso la scelta del divertimento. 

In Io sono Babbo Natale c’è una grossa cura dei dettagli. Non mi è sfuggito, per esempio, quando nella scena d’apertura vediamo Ettore bambino e sulla sua scrivania il modellino di un’ automobile rossa, simile alla slitta utilizzata da Babbo Natale.

Sì, proprio cosi, tra l’altro anche quella che a un certo punto ruba è dello stesso colore. Il fatto che tu abbia notato queste cose per me è una grande soddisfazione. É un aspetto che abbiamo curato nei minimi dettagli; per cui, se qualcuno se ne accorge ne sono felice. 

Richiami e ispirazioni per Edoardo Falcone

Senza svelare troppo della trama, quando vediamo Gigi trasformarsi per la prima volta in Babbo Natale la musica che ne accompagna la mutazione sembra venire dritta da quelle create da John William per i film di Steven Spielberg. Per non dire della scena in cui, svelando  i poteri di Babbo Natale, ci ritroviamo in una sorta di grotta che sembra citare Batman e la sua batcaverna.

Beh, qui andiamo sul citazionismo spinto. Su questo sei più preparato di me (ride, ndr). Io sono Babbo Natale ha una visione a tutto campo, anche perché, ti dico la verità,  è stata la Lucky Red a propormi di farlo. All’inizio non ero molto propenso, poi mi sono messo a pensare e ho capito che potevo avere una visione diversa, in cui avrei potuto continuare a parlare dei temi che mi interessano, quelli che mi permettono di parlare dell’essere umano.

Hai messo insieme due attori che sono caratterizzati da una grande versatilità. Volendo distinguere, mi sembra che Giallini lasci maggior spazio all’istinto, mentre Proietti sia più metodico.

La cosa più importante da dire è che scrivendo il film ho pensato subito a loro. Per quanto riguarda la direzione degli attori, si tratta di qualcosa a cui tengo in modo particolare. Quindi tutto ciò che vedi, anche l’apparente naturalezza, è dovuto al grande lavoro fatto con gli interpreti. Ovvio che Marco è un personaggio più anarchico, mentre a Gigi la prima cosa che ho chiesto è stata quella di allontanarsi dal suo immaginario per calarsi in quello del ruolo. Quindi abbiamo lavorato per renderlo come lo vedi, tenero, ironico, umano, e non spumeggiante. Se così fosse stato sarebbe, andato in scena il Gigi Proietti nella versione del grande mattatore. 

Per concludere ti chiedo il cinema che ti piace guardare e a cui ti ispiri.

Rispetto alla cinefilia di molti registi della mia generazione abituati a vedere di tutto io ho dei limiti. Su questi ho creato quello che faccio, nel senso che a me interessa la commedia: non solo comica ma quella provvista di grande profondità. Amo il grande cinema d’autore. Sono molto legato a quello italiano degli anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta. Il mio cuore è rimasto là. Poi, certo, mi piace anche altro, però sono assolutamente lontano dai super eroi, dagli action movie, dal cinema di genere. Solitamente, del cinema mi interessa il fatto che possa diventare catarsi e riflettere la condizione  dell’essere umano.     

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Io sono Babbo Natale

  • Anno: 2021
  • Durata: 95
  • Distribuzione: Lucky Red
  • Genere: commedia
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Edoardo Falcone
  • Data di uscita: 03-November-2021