Charlotte è un film d’animazione, diretto da Eric Warin e Tahir Rahna, che racconta la vita travagliata, tra arte e guerra, della pittrice tedesca Charlotte Salomon.
‘Charlotte’: la storia di un’artista esiliata
Charlotte Salomon ha solo vent’anni quando il regime nazista oscura la sua vita e il mondo intero. Charlotte (doppiata nella versione inglese da Keira Knightley e in quella francese da Marion Cotillard) è un’ebrea tedesca che vive in esilio e, perlopiù, è un’artista anticonvenzionale che, col suo personalissimo stile, sfida le imposizioni e precorre i tempi.
Il film di Eric Warin (Ballerina) e Tahir Rahna ripercorre la vita della Salomon, dall’inizio degli anni Trenta fino alla sua morte e lo fa nell’unico modo possibile: attraverso la sua arte, 760 dipinti autobiografici raccolti in una serie dal titolo Life? Or Theatre?.
La scelta dell’animazione 2D intende riproporre sul grande schermo lo stile emozionante e vibrante della pittrice tedesca. Ci riesce? Forse non del tutto.
Vignette illustrate su fogli di carta, spesso commentate da un testo scritto, rendono Charlotte la prima graphic novelist della Storia.
‘Charlotte’: il potere salvifico dell’arte
La sceneggiatura di Erik Rutherford e David Bezmozgis è costellata da dialoghi brillanti, in un film in cui l’elemento visivo resta primario.
La vita di Charlotte è oscurata da molteplici ombre ben prima del fascismo.
“Non vedevo l’ora che la vita mi ami”, afferma Charlotte, aggiungendo poi che, invece, avrebbe dovuto amare lei la vita.
Mentre la guerra infuria, Charlotte viene a conoscenza di alcune verità sconcertanti sulla sua famiglia; forse, è quella “resistenza” a non soccombere a un’eredità di dolore e a un destino di disperazione, la vera miccia che accende il sacro fuoco dell’arte in Salomon.
“Solo facendo qualcosa di folle, posso sperare di rimanere sana di mente”.
Così, l’arte si configura come testimone della Storia e della vicenda personale di Charlotte e diventa l’unico bagliore possibile in una vita e un tempo oscuri.
Probabilmente questo film non rende giustizia al genio creativo di Charlotte; l’animazione 2D, per quanto accattivante, ha l’arduo compito di riprodurre le sue pennellate fluide, cariche di vita e di dolore e, d’altro canto, la mancanza di un interprete in carne e ossa impedisce di rappresentare un personaggio così complesso (sicuramente non bidimensionale) come quello di Charlotte, in tutta la sua sensibilità artistica ed umanità.
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