Netflix Film

‘Belle’. Il capolavoro di Mamoru Hosoda arriva su Netflix

Dopo il passaggio ad Alice nella città, il magnifico Belle di Mamoru Hosoda sbara nelle sale

Published

on

Tante volte, dopo la visione di un anime, si esce in qualche modo cambiati, arricchiti da quanto ci hanno emozionato le immagini sullo schermo, ma non solo. La poetica che li percorre e che li guida è qualcosa di magico, che al tempo stesso però appartiene alla vita. Belle di Mamoru Hosoda appare emblematico in tal senso, capace com’è di trasportare (personaggi e pubblico) dentro un universo altro e di trasmettere messaggi importantissimi.

Su Netflix dal primo settembre 2023.

Belle di Mamoru Hosoda | La trama

Suzu ha 17 anni, un’amica del cuore soprannominata Hiro e un papà che tenta in tutti i modi di abbattere il muro tirato su dalla figlia. La giovane vive infatti in uno stato di tristezza perenne, da cui niente e nessuno sembrano poterla tirare fuori. Nemmeno la musica.

Prima, quando la mamma era in vita, il canto per Suzu era motivo di gioia, di felicità, forse un obiettivo al quale puntare. Ma le cose sono ormai cambiate, e deve fare i conti con un vuoto che non potrà mai essere colmato.

L’invito a entrare in un mondo virtuale, dove si può essere chiunque e fare qualsiasi cosa, la porterà piano piano ad aprirsi e a ritrovare il sorriso, la curiosità, la voglia di vivere. Sino a quando il suo avatar non incontrerà un misterioso drago, dietro cui si nasconde qualcuno bisognoso d’aiuto.

Tutti hanno segreti.

Belle | Il capolavoro di Mamoru Hosoda

La pellicola di Hosoda, tra le più attese ed emozionanti in assoluto, già considerata uno dei masterpiece dell’autore giapponese, ha conquistato anche la platea di Cannes. Il suo passaggio alla Festa del Cinema di Roma, nella sezione autonoma e parallela di Alice nella città, ha fatto il paio con i festeggiamenti per i 10 anni dello Studio Chizu.

La storia di Suzu illustra ed esamina bene quelle che sono le tappe derivanti da un grave lutto. Dalla rabbia alla disperazione, al silenzio e all’incessante domanda “perché?”. Eppure a renderlo così eccezionale è il “cambio di prospettiva” sul finale.

Ogni elemento si rivela utile ai fini della caratterizzazione della protagonista, dalle figure che gli gravitano intorno al look del suo avatar, dai continui rimandi all’acqua alla presenza massiccia della musica.

L’importanza di ritrovare la propria voce

Suzu è una teenager come tante altre, dentro di sé ha un intero mondo da esplorare e conoscere, tenuto prigioniero da un dolore attanagliante e gravoso. Ecco allora che la possibilità di ricevere una nuova vita, offerta dalla virtualità, agli occhi di Suzu non può che essere irrinunciabile.

Belle diventa la sua salvezza, e non solo la sua. Creata attraverso un immaginario adolescenziale, con punte di rosa molto femminili e le lentiggini come tratto distintivo, il suo avatar risulta da subito una star. Tutto ciò che Suzu non è nella realtà, e che probabilmente invidia ai suoi coetanei, riesce a ottenerlo online.

Tra gli effetti più importanti e preziosi c’è senza dubbio la riscoperta della sua voce, l’amore innato e travolgente per il canto. Attraverso di esso ritrova anche se stessa, prendendo finalmente consapevolezza di chi è e di quanto sua mamma viva in lei.

Una semplice canzone può fare la differenza.

Belle trascina in questo vortice di colori e canzoni, senza far avvertire la minima spaccatura tra finzione e realtà, entrando sin sotto la pelle e costringendo gli occhi a ingigantirsi per poter abbracciare la meraviglia nella sua interezza.

*Sono Sabrina, se volete leggere altri miei articoli cliccate qui.

Commenta
Exit mobile version