In Gostbusters: Legacy risulta molto interessante come gli autori hanno organizzato il materiale narrativo, con un continuo rimando all’antefatto. Ora su Netflix
Ghostbusters: Legacy, di Jason Reitman è ora su Netflix.
Un film che si rivolge ai teenager, ma non solo. L’eredità del titolo (Legacy) è un chiaro riferimento alla saga dei Ghostbusters degli anni Ottanta e all’immaginario che ha creato negli ultimi quarant’anni. É interessante quindi anche per un pubblico maturo, fornito di strumenti adeguati per cogliere le metafore sul tempo trascorso.
Ghostbusters: legacy, la trama
Arrivati in una piccola città, una madre single e i suoi figli iniziano a scoprire la loro connessione con gli Acchiappafantasmi originali e la segreta eredità lasciata dal nonno.
L’eredità di Ghostbusters
Era il 1984 e nelle sale americane esce Ghostbusters di Ivan Reitman, padre di Jason. Il film ottenne un grande successo. Negli Stati Uniti occupa il primo posto al botteghino per alcuni mesi.
Nel 1989, viene realizzato Ghostbusters 2, che non ottiene lo stesso successo del primo. Eppure oggi, dopo quasi quarant’anni, i suoi personaggi sono diventati vere e proprie leggende.
Ghoststbusters è una pietra miliare del cinema e il suo valore è pari a film come Ritorno al futuro o E.T.
Il proposito di Jason Reitman è di riallacciarsi a questa tradizione che sente come una preziosa eredità. In questo senso, Ghostbusters: Legacy è un coraggioso e divertente tentativo di dare nuova linfa ai Ghostbusters. Jason Reitman e lo sceneggiatore Gil Kenan sono partiti da un vuoto narrativo, approdando a una rappresentazione del passato proiettata nel presente.
L’ambientazione non è più la New York degli anni ‘80 con i suoi vertiginosi grattacieli, ma una sperduta cittadina dell’Oklahoma. Qui si trova una miniera infestata di fantasmi, dove vigono le fondamenta di un edificio eretto a New York negli anni ‘80.
Si spiegano, dunque, i fatti del primo Ghostbusters, vissuti personalmente dal nonno dei protagonisti, ora morto.
Ghostbusters: legacy, una metafora sul tempo trascorso
In Ghostbusters: Legacy risulta molto interessante la struttura del materiale narrativo, con un continuo rimando all’antefatto. Lo spettatore più maturo non può evitare di cogliere il confronto tra passato e presente, dove la caccia ai fantasmi diventa una metafora sul tempo trascorso.
È un film nostalgico e i fantasmi sono i nostri ricordi.
In questo modo si sono espressi Jason Reitman e Gil Kenan durante la conferenza stampa promossa da Alice Nella Città in Italia per presentare il film. Le loro parole trovano conferma nella visione.
In Ghostbusters: Legacy, infatti, non mancano inseguimenti tra auto in corsa (con la celebre autovettura degli Acchiappafantasmi, diventata un modellino agli inizi anni ‘90) ed effetti speciali con l’uso di raggi luminosi. Innegabilmente, il film è immerso in un’atmosfera nostalgica.
C’è uno scontro, seppur pacifico, tra l’America di ieri e quella di oggi. Il cambio d’ambientazione dalla città, chiassosa e trafficata, alla campagna, apparentemente tranquilla, è una sua conseguenza.
Il presente e il passato s’inseguono e s’intrecciano; troviamo così l’utilizzo delle vecchie VHS e dopo poco Youtube, per spiegare, ai protagonisti e al pubblico giovanile, chi erano i Ghostbusters.
La conclusione del film, oltre ad essere davvero spassosa, conferma tutto ciò. Con gli Acchiappafantasmi di ieri e quelli di oggi che lottano insieme per sconfiggere ogni nuova e sconosciuta minaccia.
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