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Venezia .68. “Life withuot principle”: dal team creativo della Milkyway un intreccio di storie sulla finanza e il denaro (In Concorso)

Decisamente (e felicemente) in controtendenza con le tematiche più gettonate in laguna quest’anno, arriva il dinamico hongkongese Johnnie To con la sua ultima costruzione a storie parallele “Life without principle”.

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Decisamente (e felicemente) in controtendenza con le tematiche più gettonate in laguna quest’anno, arriva il dinamico hongkongese Johnnie To con la sua ultima costruzione a storie parallele Life without principle.

Le vite che si intrecciano sono quelle di Teresa (Denise Ho), un’impiegata della banca specializzata in consulenze finanziarie, il taciturno ispettore Cheung Jin Fong (Richie Jen) e lo scagnozzo della mafia locale Panther (Lau Ching Wan). Le loro strade, dall’inizio alla fine, in realtà non si incrociano mai, se non fosse per un incastro di fortuiti accadimenti che li vincolano ad una borsa piena di soldi, ad un cadavere e al crack finanziario che ha interessato la Grecia la primavera scorsa. Johnnie To si sofferma nella descrizione delle vite di ciascuno dei protagonisti, così da entrare nel vivo delle loro personalità con spensierata leggerezza.

Teresa non ama il proprio lavoro e si vede costretta ad incastrare i propri clienti nell’acquisto di prodotti a rischio finanziario elevato, scontrandosi con gli occhi fiduciosi delle persone e i propri principi. Uno dei suoi più prestigiosi clienti è un ometto dai giri un po’ loschi che un giorno viene intercettato e ammazzato; sul caso indaga l’ispettore Cheung che è arrivato a questo omicidio dopo aver intercettato un altro malvivente e averlo arrestato. Per pagare la cauzione di questo signorotto locale, viene coinvolto Panther, un collaboratore della malavita con un’etica insolita e buonista: egli farà di tutto per tirare fuori il compare, trascinandosi in un vortice di debiti, per chiudere i quali sarà costretto a giocare in borsa.

È così che nuovamente entrano i mercati finanziari: dai clienti di Teresa alle speculazioni avventate di Panther e dei suoi colleghi, si racconta delle tremende ripercussioni che il crack greco ebbe anche sull’economia di Hong Kong, segnata da investimenti che, passando per la Cina, arrivavano fino in Europa. Con spiegazioni concise, for dummies, Johnnie To ci racconta la vacuità della finanza che tutto crea e tutto distrugge, basandosi su numeri che salgono e scendono (“candeline bianche e nere”, le chiama lui) e legando a doppio nodo i broker e gli avventori agli sbalzi umorali del denaro.

È straordinario il meccanismo che il regista adotta per dimostrare come le piccole vite dei suoi personaggi dipendano dai meccanismi senza padrone della finanza e del denaro. In questa giungla economica, tutti sono vincolati al guadagno, ed è proprio lì che si inserisce la riflessione richiamata dal titolo: dopo tutto, c’è ben altro di essenziale nella vita. È questo che l’ispettore Cheung veicola e racconta, nella formazione di una famiglia perfetta e riconciliata.

Anche se, lasciando aperta ogni interpretazione, i martoriati personaggi di Teresa e Panther una piccola rivincita economica, sul finire, riescono a conquistarsela, e lasciano il pubblico divertito per la fatalità che guida la vita così come il mercato finanziario.

Naturalmente, non è tutto qui: Johnnie To non riesce a risparmiarsi, i livelli di lettura si moltiplicano e raccontano anche delle conseguenze scatenate dal lavoro sugli affetti, o dei compromessi con cui la vita impone di confrontarsi; a questo aggiunge una linea buffa e scherzosa, un personaggio che mantiene costantemente il sorriso sulle facce del pubblico, un allocco innocente e coraggioso abbigliato fuori logica e fuori moda, che ciabatta di corsa per la città, al quale non ci si può che affezionare.

Il film si chiude con la critica all’attualità, a quella malavita che investe in borsa con il benestare di chi ci lavora; a quegli esperti di finanza che giocano sulle pensioni di chi si fida del loro charme professionale; all’assurdità di un mercato che sta sopra le teste degli individui ed è capace si sfasciarne l’esistenza.

I temi sono grandi, lontani dalla vita di molti, ma questo creatore moderno e innovativo di Hong Kong li rende commestibili, affascinanti, attivi e sprizzanti nell’intreccio egregiamente gestito dal Milkyway Creative Team, equilibrato e alla portata del pubblico che non perdere il filo di questo mollteplice oscillare di vite e numeri, fortuito e impalpabile.

Rita Andreetti

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